sabato 2 aprile 2016

DUECENTO ANNI DI FRANE ! MESSAGGIO DIRETTO AI CANDIDATI SINDACI



da sinistra Luigi Murolo, Davide Aquilano, Lino Spadaccini
Ieri Italia Nostra di Vasto, presieduta dal prof. Davide Aquilano, ha tenuto l’atteso convegno dal titolo “Catastrofi:  duecento anni di frane a Vasto”, una occasione per ripercorrere tutti gli eventi franosi a partire dalla grande frana del 1° aprile 1816 - che creò l’alto dirupo da Loggia Amblingh fino a S. Michele – fino a giungere ai nostri giorni.

Essendo vicino la scadenza amministrativa, Italia Nostra ha invitato anche i candidati sindaci per metterli al corrente di tutti i rischi idrogeologici del territorio. Hanno risposto all’appello Massimo Desiati (centrodestra), Ludovica Cieri (Movimento 5 Stelle), Edmondo Laudazi (il Nuovo Faro) con un delegato.
Tra il pubblico, Massimo Desiati con Davide D'Alessandro (Centrodestra)
Al centro, Ludovica Cieri (M5S) 





Luigi Murolo nel suo intervento ha ricordato la frana del 1816 ed in particolare un aspetto, l’attenzione per porre in salvezza le persone. A suo dire è stata una prima grande prova di Protezione Civile in cui il sottintendente Barone  Durini  decise cosa fare e il braccio operativo, il capo militare Barone Cardone, portò avanti tutti gli interventi ed in poche ore venne evacuato un intero quartiere e le case coloniche lungo tutto il costone. Non vi fu nessuna vittima. Altro aspetto importante è che per gli interventi successivi venne coinvolta l’intera popolazione. In sostanza Durini mise a lavorare chi aveva bisogno di assistenza.

Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra, tramite foto,  ha illustrato i dissesti idrogeologici del territorio passati e presenti; e gli aspetti archeologici legati agli stessi. Da nord a sud ha parlato dello scomparso Castel Sinello, delle fosse granarie di Punta d’Erce, delle tre torri federiciane di Punta Penna scivolate a mare, del monastero di S. Maria a Valle dell’Angrella, della zona della Madonna delle Grazie e delle sue mura romane del IV secolo d.C. , dei tanti resti antichi emersi in via Adriatica dopo la frana del 1956  e  di quelli emersi a Trave in mezzo al mare dopo la frana del 1816. Infine ha parlato dell’acquedotto romano delle Luci e della assoluta necessità di una manutenzione. In passato in via Tre Segni, alla fontana sulla strada nei pressi dei bagni pubblici, usciva da un grande tubo un potentissimo getto d’acqua.  Ora non esce neanche una goccia: dov’è dispersa tutta quell’acqua? Da ispezioni fatte da Italia Nostra, come mostrato dalle foto, fino a S. Michele la condotta è piena d’acqua. Si disperde quindi nel tratto successivo.

 Intervento di Lino Spadaccini. A sinistra Luigi Murolo

Lo storico Lino Spadaccini, presentato come “il massimo esperto della frana del 1956”, nel suo dettagliato intervento ha illustrato  le varie fasi del disastroso evento,  anche con l’aiuto di un drammatico filmato e di tante foto della sua collezione o della collezione di amici, come Ida Candeloro e Emilio Santoro. Oltre alle notizie già pubblicate  in tante puntate su NoiVastesi,
Spadaccini ha parlato anche di aspetti inediti a lui riferiti dal compianto don Michele Ronzitti all’epoca vice parroco di San Pietro.  I momenti più drammatici dell’evento i primi crolli del 22 febbraio e quelli del palazzo delle Poste del 28 agosto 1956.  In  totale 117 famiglie senza  casa, fortunatamente senza alcuna vittima.


Il geologo Luigi Di Totto, da tecnico,  si è soffermato molto sulla composizione dei suoli e sulle cause che scatenano i dissesti idrogeologici.  Purtroppo “i tempi geologici non sono i tempi dell’uomo” ed eventi verificatesi tanto tempo fa, totalmente dimenticati, potrebbero riverificarsi oggi. Di qui la necessità di monitorare seriamente l’intero territorio,  con un “gruppo multidisciplinare” (con il geologo, l’archeologo, lo storico ecc.),   e stilare una mappa delle zone a rischio.  Mappa che però non può essere modificata per interessi economici o politici.


La serata si è chiusa con ulteriori domande del pubblico su aspetti particolari emersi nel corso del convegno.
Il messaggio conclusivo del presidente di Italia Nostra Davide Aquilano si potrebbe così sintetizzare: come associazione siamo a disposizione per dare  una mano al Comune su questi argomenti, … se qualcuno ci chiama!


NDA

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