da sinistra Luigi Murolo, Davide Aquilano, Lino Spadaccini |
Essendo vicino la scadenza amministrativa, Italia Nostra ha invitato anche i candidati sindaci per metterli al corrente di tutti i rischi idrogeologici del territorio. Hanno risposto all’appello Massimo Desiati (centrodestra), Ludovica Cieri (Movimento 5 Stelle), Edmondo Laudazi (il Nuovo Faro) con un delegato.
Tra il pubblico, Massimo Desiati con Davide D'Alessandro (Centrodestra) |
Al centro, Ludovica Cieri (M5S) |
Luigi Murolo nel suo intervento ha ricordato la frana del
1816 ed in particolare un aspetto, l’attenzione per porre in salvezza le
persone. A suo dire è stata una prima grande prova di Protezione Civile in cui
il sottintendente Barone Durini decise cosa fare e il braccio operativo, il
capo militare Barone Cardone, portò avanti tutti gli interventi ed in poche ore
venne evacuato un intero quartiere e le case coloniche lungo tutto il costone. Non
vi fu nessuna vittima. Altro aspetto importante è che per gli interventi
successivi venne coinvolta l’intera popolazione. In sostanza Durini mise a lavorare
chi aveva bisogno di assistenza.
Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra, tramite foto, ha illustrato i dissesti idrogeologici del territorio
passati e presenti; e gli aspetti archeologici legati agli stessi. Da nord a sud ha parlato dello
scomparso Castel Sinello, delle fosse granarie di Punta d’Erce, delle tre torri
federiciane di Punta Penna scivolate a mare, del monastero di S. Maria a Valle
dell’Angrella, della zona della Madonna delle Grazie e delle sue mura romane
del IV secolo d.C. , dei tanti resti antichi emersi in via Adriatica dopo la
frana del 1956 e di quelli emersi a Trave in mezzo al mare dopo
la frana del 1816. Infine ha parlato dell’acquedotto romano delle Luci e della
assoluta necessità di una manutenzione. In passato in via Tre Segni, alla
fontana sulla strada nei pressi dei bagni pubblici, usciva da un grande tubo un
potentissimo getto d’acqua. Ora non esce
neanche una goccia: dov’è dispersa tutta quell’acqua? Da ispezioni fatte da
Italia Nostra, come mostrato dalle foto, fino a S. Michele la condotta è piena
d’acqua. Si disperde quindi nel tratto successivo.
Intervento di Lino Spadaccini. A sinistra Luigi Murolo |
Lo storico Lino Spadaccini, presentato come “il massimo esperto
della frana del 1956”, nel suo dettagliato intervento ha illustrato le varie
fasi del disastroso evento, anche con l’aiuto
di un drammatico filmato e di tante foto della sua collezione o della
collezione di amici, come Ida Candeloro e Emilio Santoro. Oltre alle notizie già
pubblicate in tante puntate su
NoiVastesi,
Spadaccini ha parlato anche di aspetti inediti a lui
riferiti dal compianto don Michele Ronzitti all’epoca vice parroco di San
Pietro. I momenti più drammatici dell’evento
i primi crolli del 22 febbraio e quelli del palazzo delle Poste del 28 agosto
1956. In totale 117 famiglie senza casa, fortunatamente senza alcuna vittima.
Il geologo Luigi Di Totto, da tecnico, si è soffermato molto sulla composizione dei
suoli e sulle cause che scatenano i dissesti idrogeologici. Purtroppo “i tempi geologici non sono i tempi
dell’uomo” ed eventi verificatesi tanto tempo fa, totalmente dimenticati,
potrebbero riverificarsi oggi. Di qui la necessità di monitorare seriamente l’intero
territorio, con un “gruppo multidisciplinare”
(con il geologo, l’archeologo, lo storico ecc.), e
stilare una mappa delle zone a rischio.
Mappa che però non può essere modificata per interessi economici o politici.
La serata si è chiusa con ulteriori domande del pubblico su
aspetti particolari emersi nel corso del convegno.
Il messaggio conclusivo del presidente di Italia Nostra
Davide Aquilano si potrebbe così sintetizzare: come associazione siamo a disposizione per dare una mano al Comune su questi argomenti, … se
qualcuno ci chiama!
NDA
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