sabato 9 aprile 2016

Don Romeo Rucci (1880-1960): il Padre e l'educatore di tutti i sacerdoti vastesi


Morì di dolore quando iniziarono i lavori di demolizione della grande chiesa di San Pietro, lesionata a seguito della frana del 1956.

di Giuseppe Catania


Attraverso la memoria di quanti ci hanno preceduto e che, con la loro opera, hanno edificato il monumento dell'onorabilità del decoro civico, si misura il grado di civiltà di un popolo. La Città del Vasto è feconda patria di tanti protagonisti che, con il loro genio ed il loro impegno di cultura, hanno contribuito ad accrescere il prestigio della comunità, additando il cammino su cui la gente, traendo retaggio dagli splendori del passato, possa tracciare la strada nuova sulla quale poggiare le pietre miliari delle conquiste del progresso umano, sociale, culturale e spirituale del futuro. Memorabile, tra le figure che maggiormente spiccano sul panorama della civiltà vastese, quella di don Romeo Rucci.
Don Romeo Rucci (1880-1960) 
per 40 anni parroco di San Pietro


La sua profonda spiritualità, il senso viscerale dell'attaccamento ai valori umanitari di ogni individuo, soprattutto l'esempio di vita votato alla esaltazione della tradizione popolare e cristiana di Vasto e della sua gente, la generosità verso i tribolati, la missione educatrice esemplare e paterna che sapeva additare, nel nome del Cristo, la via della redenzione dal peccato, erano doti che distinguevano la figura di Don Romeo Rucci, quasi motivo stesso della
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sua stessa esistenza dedicata all'osservanza genuina, semplice, ma sentita, del culto che i devoti fedeli cristiani di Vasto hanno
ancora impressi nel cuore e nel ricordo per questo sacerdote, piccolo di statura, ma assai grande per la sua adamantina fede che riusciva a trasmettere, spontaneamente, nel profondo alla gente di Vasto, con particolare riguardo a quella del Quartiere di San Pietro, che era il "suo" cuore, alla gente marinara che vedeva in questo umile prete la guida, il padre spirituale che riusciva ad interpretare le ansie dei "suoi" figli, comprenderne le ansie, guidarne il cammino di fede nel nome dolcissimo di Maria Santissima che raccomandava di riparare sotto il Suo Manto Celeste.

Il 25 maggio 1960, moriva, mentre veniva portato in ambulanza da Chieti a Vasto, don Romeo Rucci, "l'incoraggiatore, l'educatore ed il padre di tutti i sacerdoti vastesi" come lo definì il suo discepolo Don Salvatore Pepe.

I vastesi più anziani che conobbero Don Romeo Rucci, ed i più giovani che ne ascoltano di frequente il racconto della sua esistenza improntata alla totale dedizione alla Fede nella Chiesa di Cristo, sanno bene quale incommensurata spiritualità ed amore verso la popolazione di Vasto animasse questo Sacerdote che tutto diede di sé agli altri, lasciando profonda una indelebile orma di virtù nella istituzione ecclesiale teatina.

Era nato a Vasto da Gaetano Rucci e da Teresa De Guglielmo-Palizzi, il 7 luglio 1880. Venne ordinato Sacerdote il 19 dicembre 1903 da mons. Gennaro Costagliola, per divenire Mansionario della Chiesa Cattedrale di San Giuseppe di Vasto fino al 1905. Di questa chiesa fu anche vice parroco fino al 1921 e canonico fino al 1916. Dal 1921 divenne Parroco della Chiesa di San Pietro e canonico onorario fino alla morte, non reggendo più al dolore di vedere inesorabilmente abbattere, a colpi di piccone, la "sua" Chiesa minata dalla frana che si abbattè nel lato orierntale della città, nel 1956, trascinando nella rovina numerose abitazioni.












Fu come se, in quel pomeriggio del 6 dicembre 1959, quando si iniziò lo smantellamento dell'edificio del culto, che poggiava sulle fondamenta dei resti del tempio romano dedicato alla dea Cerere, venisse dato un colpo di lancia al costato di Don Romeo Rucci; quelle sacre mura, così ricche di memoria storica, sarebbero state cancellate per sempre. E volle così andarsene anche lui, dopo appena cinque , mesi. "Morì povero - scrisse Don Gaetano Meaolo - avendo speso quanto aveva per la chiesa e per i seminaristi".





Fra le tante predilezioni di Don Romeo Ricci i muratori ed i pescatori, in favore dei quali solennizzava, con particolare dedizione, le feste dei rispettivi Patroni e Santi Protettori, San Sebastiano e S. Andrea.




Era anche un fervido amante dell'arte, avendo ereditato la vena pittorica dallo zio Filippo Palizzi, il più grande naturalista dell'800, fondatore della scuola napoletana di Posillipo. Lo ricordiamo sempre, con nostalgico rimpianto, predisporre con cura ed amorevolmente, i pezzi, molti dei quali modellati dallo stesso Filippo Palizzi, nell'artistico Presepio che allestiva nella chiesa di San Pietro; oppure improvvisarsi con intima soddisfazione, cicerone erudito quale ricca e preziosa guida di profondo intelletto e predilezione dell'arte, negli annuali pellegrinaggi a Lourdes, con soste nei santuari mariani d'Italia e d'Europa, per offrire, all'ammirazione dei devoti, il segno estetico delle bellezze artistiche e monumentali. Alla Vergine Santa ed al Cuore di Gesti Don Romeo Rucci riservò tutto il suo fervore, l'amore devoto e riconoscente, riuscendo nel 1951 a consacrare tutte le famiglie della Parrocchia di San Pietro e, nell'anno Mariano 1954, ogni mese, in forma di processione solenne, organizzò per i parrocchiani, una visita ad una chiesa dedicata alla Vergine.

Don Romeo Rucci fondò prima il Gruppo dei "Pueri Cantores" e poi la "Schola Cantorum" diretta dal compianto prof. Antonio Zaccardi, raccogliendo le espressioni del bel canto locale di cui fino a qualche anno fa spiccava ancora l'ugola di Michele Zaccardi, per l'esecuzione di difficili Messe di Palestrina e Perosi e, con partecipazioni memorabili alle solenni Processioni del Cristo Morto, con i simboli della Passione; o, nella ricorrenza annuale del Giubileo, che si lucra eccezionalmente, quale unico privilegio per la Città del Vasto, la terza domenica di gennaio, sin dal 1777.

Per i seminaristi e per i sacerdoti Don Romeo Rucci aveva una predilezione, tanto che ebbe la gioia, nella giornata del 3 luglio del 1948, di vedere ordinati nella "Sua Chiesa" di San Pietro in Vasto, due sacerdoti: Don Michele Ronzitti e Don Filippo Lucarelli.

Ebbe merito di saper indirizzare sui sentieri della Fede e della Spiritualità, un giovane— fervente chierichetto, poi ordinato Sacerdote da Mons. Giuseppe Venturi, il 28 giugno 1942; Don Giuseppe Cinquina, autentica "perla" del clero vastese, morto in odore di santità, il 4 marzo 1945.


Questo fu Don Romeo Rucci.
La gente di Vasto
lo ricorda con appassionata memoria, quasi con sincera venerazione, avendone apprezzato l'infinita bontà e l'altruistica dedizione. Spesso i vastesi, volgendo lo sguardo nel luogo dove, lungo il Muro delle Lame, si ergeva maestosa con il suo svettante campanile, la Chiesa di San Pietro, notando il grande vuoto aperto dalla frana, avvertono che è stata strappata qualcosa di vivo ed ancora palpitante. Solo il rintocco dei bronzi che, tolti dall'alto del campanile, salvati dalla distruzione, sono stati collocati prima al Largo del Belvedere Romani poi riportati in via Adriatica vicino il portale della chiesa, ricordano con mestizia che la fede nella Chiesa e nella Religione di Cristo, germogliata dai semi sparsi da Don Romeo Rucci, è ancora salda nell'animo dei devoti fedeli di Vasto.


Giuseppe Catania

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