Carlo D'Aloisio da Vasto, "Verso l'Incoronata", 1967. (Collezione G. Catania) |
Profilo critico
CARLO D'ALOISIO DA VASTO
di Giuseppe Catania
"Uomo di battaglie spirituali, il D'Aloisio porta nella pittura l'ardore delle sue passioni ed i suoi particolari convincimenti", ebbe a dire il pittore Carlo Carrà.
Un uomo, il D'Aloisio, che rappresentò la pittura "tonale" degli anni trenta, per aprire la via al
rinnovamento della concezione ottocentesca, per riaffermare gli aspetti più significativi della nuova corrente. Un artista di limpida ispirazione, come adamantina fu l'anima di Carlo D'Aloisio da Vasto, e sereno lo spirito di sognatore romantico.
Era nato nella patria dei Palizzi e dei Rossetti, e, appena sedicenne, espose per la prima volta le sue opere divenendo presto pittore di spicco, critico acuto, scrittore forbito e incisore elegante. Versatile nelle discipline classiche, a Carlo D'Aloisio da Vasto si deve l'idea e la compilazione dell'ALMANACCO DEGLI ARTISTI (IL VERO GIOTTO).
Nel 1930, con i pittori Roberto Melli e Luigi Trifoglio, fondò la SCUOLA ROMANA, palestra di valenti artisti che onorarono le vicende culturali dell'epoca, come si ha testimonianza nel l'ALMANACCO DEI VERI ARTISTI.
Questa corrente di fecondi intelletti contribuì a caratterizzare uno stile pittorico originale, dando avvio al superamento di un ormai stanco costume artistico, di cui Carlo D'Aloisio da Vasto fu uno dei principali precursori ed innovatori.
Pellegrini |
Colloquio |
Negli acquerelli degli anni 1920-30 si scorge il delicato pigmento cromatico impreziositi da sfumature verdi, azzurre, rosa, aderenti al lirismo poetico di cui tutta l'opera è, peraltro,soffusa. Ma più efficaci le opere dedicate alla vita familiare che sono tutte permeate di dolce tenerezza nei volti trasognati di compassata emotività. Nelle nature morte si scorge anche la ansia di ricerca protesa alla sintesi essenziale, pur nelle veloci pennellate che non perdono, però, le caratteristiche trasparenze. Eppure, in Carlo D'Aloisio da Vasto, non vi è accenno a malinconiche rappresentazioni, perché il fine e l'ideale della sua pittura è volta ad una espressività equilibrata e, perciò, schiva da facili esibizionismi, bensì diretta a cogliere solo altissimi vertici artistici.
Questo è quanto Carlo D'Aloisio da Vasto ha voluto venisse ricordato alla posterità e tanto noi abbiamo scorto nella sua arte, quale contributo alla valorizzazione della cultura artistica proveniente da un temperamento raffinato e dotato di profonda immaginazione, come è stato il suo modello di vita.
GIUSEPPE CATANIA
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