di Lino Spadaccini
Le Sacre
Spine sparse nel mondo sono davvero tante, alcune sono presenti anche in
Abruzzo come a L’Aquila, Sulmona, Lanciano e naturalmente a Vasto. "Fra tutti i centri abruzzesi",
scriveva Padre Donatangelo Lupinetti nella pubblicazione La Sanda Passione (1967), "Vasto
si distingue sia per la devozione alla S. Spina e sia per la maggiore garanzia
di autenticità, data la documentazione storica che essa è in grado di offrire
alla critica".
La prima
notizia sulla Sacra Spina la troviamo sul manoscritto Memoria dell’antichità del Vasto di
Nicola Alfonso Viti: "Solo in tal giorno apparisce in cima a questa reliquia, come un fiore di certa materia, che par lanugine bianca; ond’è che non può dubitarsi, che sia altro una di quelle benedette spine…". Ma le informazioni più complete le possiamo leggere in un piccolo libricino dal titolo Notizie Istoriche appartenenti alla Sacra Spina (Napoli, 1778), scritto dal medico e letterato Francesco Leone, dove sono riportate, oltre ad informazioni storiche utili, preziose testimonianze dirette: "È questa una Spina intiera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico Romano, aspersa nella punta del divin Sangue; graziosamente conceduto dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando Davalos Governatore di Milano, e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II, dopo la di cui morte, fu ella da D. Alfonso Davalos di lui erede, trasportata a Vasto, e decentemente situata nella Chiesa Parrocchiale, oggi Real Collegiata insigne di S. Maria Maggiore, dove presentemente si venera".
Nicola Alfonso Viti: "Solo in tal giorno apparisce in cima a questa reliquia, come un fiore di certa materia, che par lanugine bianca; ond’è che non può dubitarsi, che sia altro una di quelle benedette spine…". Ma le informazioni più complete le possiamo leggere in un piccolo libricino dal titolo Notizie Istoriche appartenenti alla Sacra Spina (Napoli, 1778), scritto dal medico e letterato Francesco Leone, dove sono riportate, oltre ad informazioni storiche utili, preziose testimonianze dirette: "È questa una Spina intiera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico Romano, aspersa nella punta del divin Sangue; graziosamente conceduto dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando Davalos Governatore di Milano, e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II, dopo la di cui morte, fu ella da D. Alfonso Davalos di lui erede, trasportata a Vasto, e decentemente situata nella Chiesa Parrocchiale, oggi Real Collegiata insigne di S. Maria Maggiore, dove presentemente si venera".
Le
testimonianze dirette, riportate sul citato libricino sono quelle degli storici
Nicola Alfonso Viti, di cui abbiamo già riferito, di Tommaso Palma, autore
della prima storia di Vasto data alle stampe (1690), dove si legge "Che queste sia veramente una di quelle, si
comprova con evidenza dal prodigioso fiorire, che fa per alcune ore nel giorno
del Venerdì Santo cominciando all'ora di sesta", ed ancora Padre
Federico Sardeschi, predicatore, che nel 1748 osservò sulla "Spina una goccia di sangue lucida, e risplendente,
la quale dopo un quarto d’ora a poco a poco svanì", e lo stesso
Francesco Leone, che nel giorno del Venerdì Santo del 1743 vide "spuntar dal gambo alcuni piccoli steli, che
prima non si vedevano, né si videro dopo".
L'Abate
Pacichelli nelle sue Memorie de' viaggi,
nel 1685 scrisse: "Nella parochiale
di Santa Maria, una delle due sole c'hà litigato, e vinto la maggioranza, tien
culto una Santa Spina lunga un mezzo dito della Corona del Redentore, che
rosseggia, e sembra di sitllar sangue ne' giorni della Passione".
Sempre il Pacichelli, qualche anno più tardi, ne Il Regno di Napoli in prospettiva scrisse: "Per Tesoro spirituale prezza e possiede una
delle pungenti Spine, che composero la Corona, ferirono la tempia dell'afflitto
Redentor nostro, la quale con prodigio per alcune ore ritorna ogni anno a
fiorire cominciando da quella di sesta nel Venerdì Santo".
Molte
altre sono le testimonianze del miracolo della Sacra Spina, puntualmente
annotate sul quindicinale Il Vastese
d'Oltre Oceano diretto da Luigi Anelli. In occasione della festa del 1924
si leggeva: "Anche quest'anno, dalle
ore 19 italiane alle ore 21 del venerdì santo, si compì il miracolo della
fioritura della Sacra Spina nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con concorso
straordinario di popolo, che per la sacra reliquia ha molta venerazione".
Ed ancora, in occasione della festa del 1932: "Il Venerdì Santo, dalle ore
13 alle 16, si compì anche quest'anno il miracolo della Sacra Spina, con grande
giubilo del popolo che dall'abbondante fioritura che vide comparire sulla Spina
trasse gli auspici dell'ubertosità del venturo raccolto". La fioritura
era molto attesa dai fedeli, che si accalcavano in chiesa, perché dalla
maggiore o minore fioritura ("poppe") il popolo traeva auspici
sull'abbondanza o la scarsità del raccolto.
Anche
sull'Histonium, periodico diretto
Espedito Ferrara, in occasione della festa del 1953, venne sottolineato il
rinnovo del miracolo della Sacra Spina, questa volta avvenuto nel primissimo
pomeriggio del Venerdì Santo, tra l'ora prima e l'ora terza, con la chiesa
pressoché vuota, probabilmente, come riferisce il cronista, per
"intempestività" a causa dell'orario insolito.
Come
per altre Sacre Spine conservate in altre chiese sparse nel mondo, anche in
quella custodita a S. Maria Maggiore la fiorita assume una consistenza
particolare quando il Venerdì Santo viene a cadere il 25 marzo, giorno in cui
la Chiesa ricorda la festività dell'Annunciazione del Signore.
Negli
ultimi due secoli questa particolare e rara coincidenza si è verificata nel
1842, 1853, 1864, 1910, 1921, 1932 e l'ultima volta nel
2005. La prossima ricade proprio quest'anno il 25 marzo 2016 e quella
successiva addirittura nel 2157.
Chiudiamo
con la laude che viene cantata durante la quintena.
Signor con
la Tua Spina
Rit. Signor, con la tua Spina
trafiggi il nostro cuore,
e fa che il tuo dolore
s'imprima in noi.
Di tanti strazi tuoi
la rea cagion noi siamo;
contesto noi t'abbiamo
quel serto indegno. Rit.
Dell'immortal tuo Regno
son questi i pregi augusti?
Questa del Re dei giusti
è la corona? Rit.
Ma deh! Signor perdona
il nostro fallo atroce;
pietà con mesta voce
a te cerchiamo. Rit.
Del fallo comprendiamo
tutto l'immenso orrore;
alla cui vista il cuore
sospira e langue. Rit.
Deh! Tu col divin Sangue
che versi dalle tempia,
quest'alma immonda ed empia
lava e migliora. Rit.
Acciò se vrggiam' ora
Te mesto e sanguinoso
possiam poi glorioso
in ciel vederti. Rit.
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