martedì 1 giugno 2021

Personaggi vastesi del '700-'800: Vincenzo Frasconi e Nicola Durini

Frasconi  nel 1708 fu nominato Marchese di Crecchio. Nel 1710 fece ottenere il titolo di "Città" a Vasto. Durini nel 1814 respinse bande di 2.000 uomini che volevano assediare la città.

Dopo la scomparsa del dr. Vittorio d'Anelli, studioso della storia e delle tradizioni vastesi, è stata intrapresa la ricognizione ed il riordino del patrimonio documentario ed iconografico che il nostro concittadino aveva raccolto in tanti anni di attività. In questa circostanza i figli dello scomparso, anch'essi legati alla Città della loro famiglia, hanno conferito al Comune in memoria dell'opera del padre due reperti lapidei, per la ricezione
e la custodia dei quali il Sindaco di Vasto ha espresso la piena disponibilità dell'Amministrazione Comunale.
Il primo oggetto è una lapide dalle dimensioni di 80 x 130 cm che ricorda la vita e le opere di Vincenzo Frasconi.


Questo personaggio nacque a Vasto nel 1673 da una nobile famiglia milanese trasferitasi nella nostra città nel 1600. All'età di venti anni sposò, nella cappella di palazzo D'Avalos e in presenza dei Marchesi, Francesca dei Baroni di Osses. Nel 1708 divenne marchese di Castelnuovo e di Crecchio e, dopo aver trascorso fuori di Vasto alcuni anni impegnato in difficili incarichi pubblici, pervenne a Napoli alla carica di Presidente della Real Camera della Sommaria, l'equivalente dell'attuale Ministero delle Finanze, al servizio dei re Leopoldo e Carlo VI. In seconde nozze sposò D. Eleonora di Capua dei Principi di Conca; in quel periodo (1710) avvalendosi della sua influenza negli ambienti della corte borbonica fece attribuire a Vasto suo paese natio il titolo di Città ed i privilegi connessi, che consistevano essenzialmente nel diritto ad essere sede di pubblici uffici.
 A 39 anni, ricco di sostanze e di prestigio sociale, si fece costruire nella chiesa di S. Paolo Maggiore a Napoli la Cappella dell'Angelo Custode, disegnato dal Solimena e decorata con marmi, stucchi dorati e da una statua marmorea di Domenico Antonio Vaccaro. Morì a 46 anni, allora la vita media era molto breve, senza aver avuto figli; i suoi collaterali con lo stesso cognome residenti a Vasto si estinsero prima del 1740. Lo storico vastese Giuseppe de Benedictis visitò la cappella nel 1760 circa, in uno dei suoi viaggi nella Capitale e trascrisse l'epigrafe funebre nella quale Frasconi da vivo esprimeva la volontà di essere sepolto vicino ai resti di S. Gaetano da Thiene, presenti nella chiesa officiata dai Padri Teatini.


 Il secondo oggetto donato al Comune dalla famiglia d'Anelli fu  un medaglione marmoreo del diametro di 40 cm che raffigura il Barone Giuseppe Nicola Durini. 



Questo nobile dal 1811 al 1820 era il Magistrato delegato dal Governo centrale nella sottoprefettura di Vasto, dove comandava la Guardia Nazionale. Nel bel volume "Histonium ed il Vasto" di Vittorio d'Anelli, (ed. 1988, pag. 69) si legge: II 12 aprile 1814. sette bande di masnadieri, provenienti dalla Puglia, dal Molise e dalia Basilicata, ammontanti a circa duemila armati, cinsero d'assedio la Città con proponimento di saccheggio e strage. II barone Giuseppe Nicola Durini, allora nostro Sottointendente, vincendo la resistenza di quelli che volevano raggiungere un accordo con gli assalitori, convince tutti alla resistenza. Fa chiudere le porte della Città, e mentre il distaccamento di soldati corsi dai bastioni del Castello lancia fuochi di fucileria, i cittadini dalle case, dalle mura e dalla torri si accingono a respingere gli assalti. Si ebbero danni in campagna, nella periferia della Città ed il fuoco durò fino al pomeriggio del giorno seguente; ma nessun cittadino venne ferito mentre il sangue dei banditi tinse il nostro terreno. Nel tardo pomeriggio del 13 aprile, per l'arrivo dei soccorsi, la Città fu libera ed i banditi si dileguarono. Il successivo 14 aprile il Sindaco di allora, Pietro Muzii, con l'approvazione unanime del consiglio dei Decurioni, attribuì la cittadinanza onoraria al barone Durini. Il bassorilievo che raffigura Durini fu eseguito da Florindo Naglieri, precoce ingegno di artista, nato a Vasto nel 1809. Il Naglieri, ottenuto dal Comune un piccolo assegno mensile, si recò a Napoli a studiare scultura, ma non ebbe in seguito il successo che avrebbe meritato. Di lui rimangono alcune statue di soggetto religioso e questo ritratto.

 GIUSEPPE CATANIA

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