IL MURO DEL COMUNE, IMBRATTATO DA SEMPRE! |
Nei giorni scorsi, il muro della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Vasto, che va verso la Biblioteca Rossetti, è stato imbrattato con un disegno di pessimo gusto. L’episodio ha sollevato critiche da tutte le parti e ha riportato a galla l’annosa questione degli “imbrattatori” dei muri.
Nel 2008 a livello nazionale se ne occupò il governo e nel decreto sicurezza fissò pene severe per i writers che imbrattano beni immobili e mezzi di trasporto. Addirittura il carcere da uno a se i mesi o una multa da 300 a 1000 euro. Per danni agli edifici di interesse storico o artistico, il carcere da tre mesi a un anno o la multa da 1000 a 3000 euro.
"Chi imbratta edifici pubblici o privati è un vandalo" si disse allora. E questa affermazione è giustificata perché, presentare la città con scritte e graffiti di pessimo gusto, significa arrecare un danno non indifferente all’immagine dell’intera collettività, specialmente nel caso di località turistiche, come Vasto.
Ma del decreto non si parla più tanto.
Si parla invece della soluzione del problema attraverso le telecamere installate alcuni mesi fa.
Ma a guardare quanto si vede attorno e quanto deturpati siano alcuni edifici della Città, dobbiamo, purtroppo, convenire che in fatto di vigilanza e di tutela del decoro civico a Vasto c’è qualcosa che non va. Le numerose scritte che offendono la città, dimostrano che le azioni messe in atto non sono sufficienti. Bisogna quindi trovare altre soluzioni. Tale aspetto è deprimente per una località di soggiorno e turismo, imbrattata da writers d'ogni tipo.
GIUSEPPE CATANIA
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