sabato 16 gennaio 2016

Tradizionale Giubileo Vastese: domani la Messa con il Vescovo

PERCHE' NEL 1777 A VASTO FU CONCESSO IL PRIVILEGIO DELL'ANNUALE GIUBILEO ?

di LINO SPADACCINI 

Tutto pronto per la Solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da S. E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto,  prevista per domani pomeriggio alle ore 17,30 a conclusione del Giubileo vastese.
Questa festa è un privilegio della parrocchia di S. Pietro da 239 anni, da quando il 12 dicembre 1777, il pontefice Pio VI, concesse alla comunità vastese la celebrazione del Giubileo nella terza domenica di gennaio, per aver dato ospitalità a Papa Alessandro III dal 7 febbraio al 9 marzo 1177.

Un privilegio che quest'anno assume un significato particolare, in quanto cade in concomitanza con il Giubileo
straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco, con la possibilità di ottenere l'indulgenza attraversando la Porta Santa nella basilica di S. Pietro a Roma, oppure attraversando le Porte Sante aperte in tutte le diocesi (a Vasto nella Concattedrale di S. Giuseppe), nelle principali basiliche e nelle chiese che godono particolari privilegi, come nel caso della parrocchia di S. Pietro a Vasto. 

Per capire i motivi di questo evento importante, facciamo un passo indietro e torniamo all’anno 1177 quando Papa Alessandro III, partito da Siponto e diretto a Venezia, per fare da mediatore tra Federigo Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, sostò nella nostra città per circa un mese:
 “Papa Alessandro III”,  scrisse lo storico Ludovico Antonio Muratori nella metà del Settecento (1744 - Tomo VII) nella sua monumentale opera “Annali d’Italia”, “dopo aver spediti innanzi sei cardinali che trovarono l’imperadore (Federico Barbarossa) a Ravenna, s’inviò egli a Benevento, dove dimorò dalla festa del santo Natale sino all’Epifania. Di là per Troia e Siponto passò al Vasto, dove trovò sette galee ben guarnite d’armi e di viveri, che il re di Sicilia gli aveva allestite, con ordine a Romoaldo arcivescovo di Salerno e a Ruggirei conte d’Andria, gran contestabile e giustiziere della Puglia, di accompagnare la Santità sua, e di accudire agl’interessi del suo regno. Perché il mare fu lungamente in collera, non potè il pontefice imbarcarsi se non il primo dì di quaresima, cioè a di 9 di marzo. Undici poi furono le galee che il servirono nel viaggio; e con queste e con cinque cardinali nella prima domenica di quaresima arrivò a Zara, e nel dì 20, oppure nel dì 24 di esso mese felicemente giunto a Venezia prese riposo nel monistero di San Niccolò al Lido”.
Alessandro III

Qualche altro particolare sulla partenza del Papa dalla nostra città possiamo leggerlo nella “Storia dei Papi” (1853) di A. Bianchi-Giovini: “…Ma appena usciti in mare (probabilmente dal porticciolo di S. Nicola della Meta), una burrasca divise l’armata: una parte rientrò nel porto del Vasto; l’altra, nella quale era la galea del papa, fu spinta sull’isoletta di Pianosa, ove il pontefice, dice il suo biografo, affaticato dal digiuno, dal mal di mare e dalla paura, scese molto volentieri a terra, e preparata una copiosa mensa, mangiò allegramente e di buon appetito”.
Tuttavia, è doveroso sottolineare la tesi di alcuni storici, e tra questi anche il Prof. Costantino Felice, autore del libro Vasto Storia di una città, che in realtà il pontefice Alessandro III si sia fermato a Vieste, sul Gargano, e non a Vasto. Non abbiamo la competenza per giudicare gli errori di illustri storici,  ma non possiamo credere che il Papa abbia concesso il privilegio a Vasto (e non a Vieste) sulla base di alcuni testi, tra l’altro errati, o sotto la pressione di qualche politico o ecclesiastico dell’epoca.
La preparazione spirituale al Giubileo, iniziata lo scorso 10 gennaio, è stata affidata alle riflessioni proposte dal Padre Dino Lorenzotti, dei minori francescani, e dal passionista Padre Celestino.
Per lucrare l’indulgenza, i fedeli, confessati e comunicati dovranno visitare la chiesa di Sant’Antonio di Padova (grazie al privilegio ricevuto il 13 dicembre 1956, da Papa Pio XII, in seguito alla frana in cui è rimasta coinvolta la chiesa di San Pietro ), e pregare secondo le intenzioni del Pontefice.


Lino Spadaccini




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