Da Pino Pollutri riceviamo e pubblichiamo
DELLE COMUNALI E DEI SUOI PROTAGONISTI
Tagliente ci sarà,
Giuseppe Tagliente ci
sarà alle Primarie del centrodestra, con Unione per Vasto. Una presenza “di
peso”, certamente, e pur sempre collaborante e sussidiaria con
gli altri protagonisti e partecipanti
della Coalizione. Sarà comunque un bene
poter contare sulla sua persona e sulle sue idee, nonché sulle sue provate capacità,
amministrative e non solo.
Fare previsioni sul “come andrà” per Peppino Tagliente ,
alle primarie, alle quali ha scelto di partecipare, e nel caso di una designazione
a candidato sindaco per l’intera “Coalizione del Buon Governo”, è di certo
prematuro, ma soprattutto non è quello che oggi dobbiamo ritenere la cosa più importante
per la nostra città.
Di certo, di là del palese e crescente incoraggiamento e consenso fornito
all’ex sindaco e consigliere regionale da amici vecchi e nuovi per il suo
“ritorno in campo”, i personali estimatori, e non meno i semplici osservatori
politici, vedono in lui non solo l’interprete di una ben precisa cultura
politica, civica in autentici termini comunitari, sebbene assolutamente opposta
e opponibile a quella “di sinistra”, quanto l’uomo che di Vasto e del suo
territorio (non solo comunale ma ‘vastese’ in generale) ha avuto, ed ancora ha,
un’idea di sviluppo volto al ben-essere comune e del Comune, non all’occupazione
del Palazzo di città, con il contributo dei soliti arrivisti e trasformisti, da
parte di uomini e donne che, quand’anche di giovane età, appaiono o si
dimostreranno integrati negli apparati di partito, e pertanto non in grado
neppure di discernere, seconda una nota figura della civiltà agricola, … “il grano dal loglio”, ovvero quale sia
il vero compito di un amministratore della “cosa” pubblica.
Quel che oggi, a Vasto e a noi vastesi, più deve starci a
cuore, è la necessità - perorata da Tagliente nel suo messaggio pubblico - di
elaborare e presentare alla cittadinanza un “nuovo modello di sviluppo”. Nuove
idee, nuovo fervore civico, “una nuova cultura”, sia nell’ambito del sociale
che dell’economia, capace di arrestare “il declino” della città (comune al Paese
Italia), la “decadenza” soprattutto, causata da poco o inadeguato amore per “il
luogo”, per incapacità politica non di meno.
Personalmente: avverto con piacere che Tagliente, l’uomo che
editorialmente, ma non solo, si prodiga pressoché quotidianamente per la
conservazione di tradizioni e valori locali, ivi compreso la conservazione (e
talora la ‘degustazione’) della “parlatura” cittadina, sul tema delle identità
e appartenenze giustamente comprende non solo “li uastaruli”, ma anche “i vastesi”,
ovvero coloro che per varie cause e in diversa maniera hanno ampliato i propri
‘orizzonti’, pur restando innamorati del luogo di nascita, e non meno coloro
che nel nostro luogo hanno posto la propria dimora, per sviluppare proficuamente
i propri interessi, personali e/o aziendali, o per trascorrere godibilmente il
proprio soggiorno vacanziero.
Nel “Progetto”, al
quale Tagliente invita a credere, e per cui chiede fattivamente di adoperarsi,
c’è appunto un mettere in campo, da parte dei giovani ma non solo, la capacità
di vedere, leggere e interpretare le
trasformazioni, le involuzioni non meno, allo scopo di definire e mettere in
atto politicamente “nuove categorie”, nuove soluzioni amministrative. da realizzarsi
per mezzo di una proficua collaborazione di un gruppo dirigente che ponga
maturità ed esperienza a guida delle nuove e necessarie leve generazionali.
Il resto … lo vedremo,
sì, vivendo, ma non da spettatori passivi e/o irresoluti, bensì da
protagonisti, realmente liberi da schemi politici ed elettorali precostituiti. La
democrazia – ho sempre pensato – è un sistema di governo, non uno strumento,
per lo più elettorale, per conquistare ed esercitare il potere da parte dei
partiti e dei ‘personaggi’ che s’inquadrano nei partiti soltanto o
precipuamente per un loro scopo e del tutto personalistica ambizione. Gente che usa strumentalmente “la politica”,
ma che non per questo diventano autenticamente dei “politici”.
Sta qui, in un cambio di passo e soprattutto di concezione della “cosa” pubblica, la “nuova sfida”, da raccogliere e da com-prendere, sia nell’invito autenticamente civico-politico rivolto da Giuseppe Tagliente, come dagli altri che hanno concordato e che vorranno spendersi per il successo del comune “Progetto”. A Vasto, come in tutta Italia, ovviamente ha da essere.
Sta qui, in un cambio di passo e soprattutto di concezione della “cosa” pubblica, la “nuova sfida”, da raccogliere e da com-prendere, sia nell’invito autenticamente civico-politico rivolto da Giuseppe Tagliente, come dagli altri che hanno concordato e che vorranno spendersi per il successo del comune “Progetto”. A Vasto, come in tutta Italia, ovviamente ha da essere.
Pino Pollutri
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