domenica 24 gennaio 2016

Dibattito sugli assenteisti: "Basta la presenza?"

"Domandiamoci, dopo averli "reclusi" negli uffici nelle ore di lavoro, risolveremo i noti problemi della burocrazia italiana?"


di Enzo La Verghetta

Il tema più discusso degli ultimi giorni su televisione e giornale è “l’assenteismo”. Il governo prevede nuove leggi, mentre per il sindacato
bastano quelle esistenti. Sarà la solita sceneggiata da parte delle due controparti? Potrebbe essere. Anche se, almeno pubblicamente, stanno facendo un passo avanti, ma sarà un ravvedimento o una gattopardata?

Purtroppo, nemmeno gli incentivi ai ”più bravi”, introdotti come la panacea dei mali del servizio pubblico, non hanno convinto molti impiegati a frequentare stabilmente gli uffici.

Certo è sconvolgente pensare che occorra fare tanto fragore per convincere gli impiegati a sostare in ufficio per le ore previste dal contratto. Purtroppo, ci sono delle manchevolezze anche da parte dello stato.

Domandiamoci, dopo averli reclusi negli uffici per tutte quelle ore, risolveremo i noti problemi da utenti della burocrazia italiana?

Questi forzati dell’ufficio andranno oltre la presenza fisica?

A questo punto arriva la frase: “Non si può di tutta l’erba fare un fascio” e scopriamo gli altri suppliscono alle assenze, lavorando il doppio per assicurare i servizi.

Un semplice interrogativo: un sistema che tollera con la massima disinvoltura gli assenteisti può fornire gli stimoli agli altri colleghi per raddoppiare l’impegno e la produttività? O li autorizza a rallentare e predisporsi allo stretto necessario?

Una popolazione formata dai due estremi assenteisti e stacanovisti, può convivere, ci crediamo?

Tutto, mentre i giornalai adiacenti agli uffici pubblici sono già da qualche tempo sul piede di guerra contro internet. Questo malefico strumento è la causa del calo del numero dei quotidiani venduti, anche se c’era il passa giornale da un scrivania all’altra, oggi molti ex clienti preferiscono vedere le notizie su internet sono più fresche ed economiche.

Soprattutto, le nostre frequentazioni degli uffici pubblici non ci lasciano tranquilli sul nostro investimento in tasse, parlo risposte non sempre esaudienti e di tempi dilatati. Non dimentichiamo che il silenzio assenso della pubblica amministrazione è stato introdotto anche per limitare i danni dei cittadini che non sempre sono degnati di una dovuta risposta.

Questo è un problema per la comunità e si traduce in maggiori costi per i cittadini ma soprattutto per le imprese che sono svantaggiate nei confronti di realtà che non sono penalizzate da questi oneri suppletivi.

Basta la battaglia contro l’assenteismo per arrivare al giusto passo verso il progresso?

La politica nazionale e locale si può tirare fuori?

I nostri amministratori attuali e futuri ritengono le nostre strutture locali sono esenti da questo problema?

Come pensano di intervenire oggi e in futuro?

Attendiamo anche per quest’area di proposte concrete nel programma elettorale.

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