Palazzo Suriani a Monteodorisio nel secolo scorso |
MONTEODORISIO CULLA DI CULTURA : maturavano nell'antico palazzo Suriani geni cullati nella letteratura e nell'arte.
IL DOTT. OTTAVIO SURIANI POETA E DRAMMATURGO
di GIUSEPPE CATANIA
Non fu mai scritta la letteratura cosiddetta minore, quella che, fiorita nei piccoli centri del Circondario di
Vasto ebbe pur momenti di splendore, proprio perché finora è mancato l'eponimo che ne determinasse la ben prefissata presenza. Spesso l'atteggiamento restio di chi conserva la testimonianza scritta delle tracce del passato è motivo di disinteresse, quando, invece, sarebbe doveroso l'inizio di un'opera di recupero di quello che giustamente è considerato l'ancora inesplorato giacimento culturale da cui trarre spunto di esaltazione dei valori della nostra civiltà.
II secolo XIX per Monteodorisio, segna un periodo di splendore per un empito culturale maturato dentro il palazzo Suriani, costruito nel 1840 dall'architetto Romano in puro stile Rinascimento, con le volte affrescate dal pittore napoletano Biondi.
Maturava un genio di fervido intelletto, Ottavio Suriani, un'anima dotata di una lirica sensibilità pervasa di fascino, legata ai valori della generosa terra d'Abruzzo. Ed è proprio in un lavoro teatrale, di grande successo, che affiora il sentimento, la gioia, il dramma intriso di folklore della nostra gente che è anche caratteristica popolana.
E il dott.Ottavio Suriani l'interpreta con trasporto quasi vissuto, in CASILLA -Scene Abruzzesi, per narrare il tormentato amore di Bastiano spasimante per Casilla che gli aveva giurato amore sotto il porticato della Madonna, vittima del contendente Marcello, in un contesto paesano di una vibrante attualità scenica da conquistare fino alla commozione.
Gli accenti lirici con cui l'opera è stata decorata appaiono nel canto che Bastiano intona alla sua innamorata: Chiss'ucchie m'arrubbàrene la pace / Jé spàsime pe ttà, pe ttà jé meure; / M'abbrìusce a ecche mbétte na furnace,/ Damme billàzza ma, damme su cheure.
Il libretto venne pubblicato dalla Casa Edìtrice Rocco Carabba- Lanciano nel 1895 (2^ ed.) e l'opera venne rappresentata nel Teatro Rossetti di Vasto, la sera del 30 dicembre 1894 , dalla compagnia diretta da Italo Marchetti.
Poi venne data al teatro Fenaroli di Lanciano dalla compagnia Lombardi-Pavoni il 24.2.1895; quindi ad Arezzo il 4.4., dello stesso anno nella serata d’onore del capocomico attore Antonio Zerri; al teatro Nuovo di Napoli l’11.12.1895 dalla compagnia Bellotti-Bon diretta da Antonio Zerri e poi, il 27.11.1896 al Teatro Marrucino di Chieti dalla compagnia L. Aspantini-F .Berti-A. Vitti.
"La festosissima accoglienza del colto pubblico delle dette città - scriveva l’editore Carabba - ed il favore della stampa locale (ISTONIO, L’ABRUZZO DEI GIOVANI di Vasto, II PALLANO, FRENTANIA ed il CORRIERE FRENTANO in Lanciano, l'APPENNINO e il CORRIERE ARETINO in Arezzo) hanno incoraggiato l'autore alla pubblicazione del suo lavoro, nella lusinga di eguale fortuna in altri teatri maggiori”.
Ottavio Suriani ha scritto anche FOGLIE DI ULIVO - Scena D’Abruzzo, dedicata all’amato Alfonso che chiuse gli occhi alla luce quando gli sorrideva più dolce la primavera della vita". Tale libretto costituisce il fascicolo XII della Biblioteca della Vedetta Artistica - Rivista Teatrale Letteraria Mondana pubblicato nei 1899 dalla tipografia Barocci e Lastrucci (via dell’Orivolo 33 Firenze), alla quale collaboravano i più rinomati scrittori e brillanti pubblicisti italiani.
Per la Libreria Teatrale Editrice di Cesare Cecchi (piazza del Duomo, 29 Firenze), Ottavio Suriani pubblicava nel 1904 per la raccolta “Monologhi” LA STORIA DEL POMO- Conferenza storica, RENDEZ-VOUS-Monologo, I BAFFI-Conferenza minuscola. Ed un susseguirsi di considerazioni in chiave umoristico letteraria-filosofica, da Eva a Paride , da Newton a Guglielmo Tell, nel "mettere a nudo la vicenda "storica" del pomo; oppure le elucubrazioni esilaranti di un tal Guido che, vestito da donna col petto enorme, il cappellino tutto da un lato e la veletta sul viso, si ferma, di botto, in mezzo al palcoscenico per un "rendez vous" tutto singolare|; ovvero nella apologia dei baffi attraverso gli innumerevoli atteggiamenti dell'uomo che se ne adorna, per concludere che sì l'uomo cambia il colore dei baffi, ma non il vizio: è un uomo coi baffi! non vali un pelo dei miei baffi!
Alla produzione culturale di Ottavio Suriani occorre guardare con interesse ed attenzione. Cercando, forse, si troverebbero altre testimonianze, tanto prolisso e felice appare il periodare intriso da una profonda preparazione professionale ed intellettuale.
Di Ottavio Suriani abbiamo letto anche un racconto dal titolo FEDE riportato nel numero unico (1° settembre 1895) MONTEODORISIO Santuario della Madonna delle Grazie (Arcangelo Caprara Editore Vasto Tipog. M. Zaccagnini)., Un esempio di narrazione di palpitante ebbrezza passionale che - attraverso il racconto di una miracolosa guarigione per intercessione della Vergine di una giovane (Graziuccia) tra la lacrime di speranza della madre Rosalba – fornisce uno spaccato vivo di testimonianza della tradizione paesana, del costume, del folclore, così carichi di austera civiltà millenaria e di incrollabile fede.
Giuseppe Catania
Nessun commento:
Posta un commento