Un rarissimo documento fotografico: il dagherrotipo di famiglia, nell'ordine Ottavio, Alfonso, Giuseppe e Edoardo Suriani, durante una passeggiata. |
Tra le figure che maggiormente spiccano nel periodo a cavallo tra l'8OO ed il primo '900, e che più seppero rappresentare le istanze e le aspirazioni delle popolazioni del Circondario di Vasto, oltre a mantenere desta la fama dell'operosità nella provincia di Chieti, spicca quella di Alfonso Suriani. Nacque egli nel 1840 a Monteodorisio da una delle più note famiglie di antica nobiltà, e per oltre mezzo secolo, divenuto uno fra i più
apprezzati esponenti della vita pubblica, seppe conquistarsi la stima e la testimonianza di apprezzamento generale.
Alfonso Suriani fu anche un patriota di fervido coraggio, tanto che, appena ventenne, dopo il 1860, nella lunga e delicata campagna di repressione del brigantaggio in Abruzzo, si segnalò, col grado di tenente della Guardia Nazionale, per solerzia ed acume nel portare a termine operazioni di notevole e delicato impegno logistico.
Ma la sua inesauribile energia doveva emergere attraverso le doti di equilibrio e di rettitudine, nelle numerose cariche assunte in seno alle amministrazioni comunali e provinciali; proprio in quest'ultima rivestì il ruolo di Presidente del Consiglio Provinciale di Chieti fino al 1905, quando lo rapì la morte. La passione per l'Agricoltura lo condusse prima ad operare un radicale rinnovamento delle attività agricole del Comprensorio del Vastese e, successivamente, guidato da fervida esperienza e da buon senso nel considerare le premesse di rinascita della zona, lo portarono a patrocinare, insieme a Giuseppe De Riseis e Nicola Colonna, la fondazione della Scuola Agraria di Scerni.
Intellettuale di profonda vocazione, di Alfonso Suriani si ha un particolare inedito ricordo a proposito della amicizia intrecciata con il poeta Gabriele D'Annunzio, riscontrabile in un epistolario poco noto. D'altra parte Monteodorisio, paese natale di Alfonso Suriani, era già famosa per aver creato un cenacolo di artisti nel sontuoso palazzo Suriani, dove già si affermavano per acume intellettuale e lirismo di fresca e genuina ispirazione, Ottavio, Eduardo e Giuseppe Suriani.
Nel 1904, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione della Provincia di Chieti, Alfonso Suriani aveva inviato un telegramma per esprimere al vate abruzzese le felicitazioni per i successi ottenuti in Italia dalle rappresentazioni teatrali de «La Figlia di Jorio». Gabriele D'Annunzio rispose con un messaggio telegrafico del 13 aprile 1904 (conservato nella Biblioteca Provinciale) così concepito: «On. Suriani, Presidente del Consiglio Chieti. Voglia ella esprimere al Consiglio la mia calda riconoscenza per il saluto nobilissimo con cui ha voluto onorare in me il poeta che serba nel cuore il culto religioso della vita di una stirpe. Creda ella alla mia profonda devozione. Gabriele D'Annunzio». L'amicizia di Gabriele D'Annunzio con Alfonso Suriani ebbe una più ampia e salda manifestazione di cordialità, perché, subito dopo, il poeta acconsentì, sia pure per breve soggiorno, a godere dell'ospitalità offertagli a Palazzo Suriani a Monteodorisio. Gabriele d'Annunzio certamente non mancò d'approfittare per passeggiare e lambire le onde dell'Amatissimo Adriatico, lungo la spiaggia di Marina di Vasto.
Giuseppe Catania
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