Un must di conoscenze scandito da puntuali e felici rimandi alla filosofia
(Socrate, Platone, Nietzsche), alla scienza (Eccles, Einstein), alla letteratura (Dostoevskij, Emily Dickinson), alla teologia (Sant’Agostino, San Tommaso). Un autore davvero con una “cultura universale”, come è stato definito Brunetti.
Dopo un’efficace introduzione del parroco, don Gianfranco Travaglini, che ha sottolineato il contributo della scienza nella comprensione del sacro e della religione, ha preso la parola Guido Brunetti. Il noto autore ha sostenuto che “indagare i segreti del cervello e della mente per i neuro scienziati è la sfida più emozionante e stupefacente del XXI secolo, la più straordinaria avventura mai tentata dalla specie umana”.
“ Questi ultimi anni- ha spiegato- sono stati caratterizzati da grandi, sorprendenti progressi delle neuroscienze sui tratti distintivi della natura umana. E’ in atto una ‘rivoluzione scientifica” destina a sconvolgere non soltanto i metodi di diagnosi e cura in medicina e psichiatria, ma anche la nostra visione del mondo e le nostre stesse millenarie concezioni, a partire dai sistemi filosofici ed esistenziali”. Le fantastiche scoperte nel campo delle neuroscienze aprono nuovi e imprevedibili scenari nella comprensione del cervello, della mente e della coscienza”.
“Un fecondo campo di analisi al riguardo è quello relativo all’ intricato rapporto tra cervello e credenze spirituali. Le ricerche hanno scoperto che negli esseri umani ci sono circuiti cerebrali coinvolti nelle pratiche religiose. Esperimenti effettuati con le tecniche di brain imaging hanno mostrato infatti che durante intense esperienze di preghiera e di meditazione si attivano aree del cervello e sistemi neurali. Le ricerche indicano che il cervello è ‘predisposto’ al pensiero religioso.
Le credenze in Dio, nel sacro e nella dimensione del trascendente hanno una base organica ed hanno avuto origine da reazioni biologiche comuni a tutti gli esseri umani. Abbiamo- ha precisato l’oratore- un cervello spirituale innato. C’è dunque un ‘centro divino nel cervello’, un ‘centro di Dio nella mente umana’. C’è Dio in ogni persona, come già aveva intuito Seneca, il più grande filosofo latino. Ulteriori esperimenti hanno rivelato che il sentimento religioso è universale; ha una grande importanza nell’evoluzione della specie; è indispensabile per la ‘sopravvivenza’ e la ‘prosperità’ umana ed è un collante per impedire alla specie umana di distruggere, a lungo andare, se stessa”.
“Recenti studi poi hanno accertato una minore incidenza di malattie nella popolazione religiosa. Le credenze e le esperienze religiose producono numerosi benefici, come benessere fisico e mentale, calma, tranquillità dell’animo, sedazione neuromotoria; modificazioni neurofisiologiche; liberazione di sostanze dette del piacere; azione sugli stati di ansia, depressione, stress e sui processi d’invecchiamento”.
Il cervello? L’anima? Dio? “Sono tre parole- ha concluso Brunetti- che nascondono ancora abissi di ignoranza. Dio è il mistero dei misteri. Il cervello è il ‘grande profundum’ di Sant’Agostino, la struttura più complessa e meravigliosa dell’universo conosciuto. Un enigma esorbitante, una profondità smisurata. Per molti neuroscienziati, un abisso insondabile”.
Sono idee e suggestioni che esprimono una visione di grande seduzione e magia, uno scenario che ha suscitato negli ascoltatori una dinamica di notevole coinvolgimento emozionale. ‘L’illustre professor Brunetti- è stato il commento raccolto tra il pubblico- è riuscito ad affascinarci con la sua concezione del cervello e del sacro inserita in una più alta visione umanistica, scientifica e spirituale dell’esistenza’. Gli dobbiamo gratitudine per questa meravigliosa lectio magistralis che ha l’odore della scienza, ma anche della poesia e del sentimento’.
Giuseppe Catania
don Gianfranco Travaglini mentre introduce il prof. Brunetti |
Nessun commento:
Posta un commento