giovedì 5 novembre 2015

Testimonianze dell'antichità di Vasto nella Cattedrale


Nel 1994 affiorati reperti di una chiesa altomedioevale

di GIUSEPPE CATANIA
FOTO ARCHIVIO G. CATANIA

Nel 1994 nel corso di lavori per individuare infiltrazioni di acqua nel pavimento della Cattedrale di San Giuseppe e del restauro del portale, sotto la direzione della Soprintendenza ed eseguito dal restauratore Michele Massone,con la supervisione dell'arch. Francescopaolo D'Adamo, sono affiorate nuove testimonianze dell'antichità di Vasto.
Reperti che furono accuratamente visionati dall'Ispettore per i Beni Archeologici della Soprintendenza di Chieti, dott. Andrea Staffa, consistenti in tracce di pavimenti sovrapposti in mattoni messi in opera a spina o verticalmente,
in più strati (v.foto), il che fa supporre che, nel corso dei secoli, siano state effettuate costruzioni in sovrapposizione e con tecniche diverse.
Santa  Monica 

Secondo l'opinione del dr. Andrea Staffa,la chiesa Cattedrale di Vasto sorge sul probabile sito ove una volta sorgeva la chiesa di San Salvatore.
Sant'Agostino

Questo perchè alcuni rinvenimenti precedenti di frammenti di stucchi molto simili al tempietto di Cividale, fanno supporre che proprio qui dovesse sorgere questa chiesa altomedioevale che, peraltro, ha rappresentato un elemento di cerniera fra l'abitato antico e la zona di San Pietro ed il nuovo abitato medioevale del quartiere di Santa Maria Maggiore. "La presenza di uno, due, tre e, forse, un quarto livello di vita relativo all'abitato medievale - rilevò il dr. Staffa - avvalora una tale tesi. D’altra parte, in questa zona i livelli dell'abitato antico sono collocati ad una profondità di 2-3 metri. Ciò vuoi dire che, nel corso dei secoli, nel basso medioevo e nel medioevo,l'abitato è andato progressivamente salendo di livello”.

Quello che è maggiormente interessante - secondo quanto rilevato dal dott. Staffa - è la presenza di due potenti strutture in calcestruzzo in corrispondenza della facciata e un altro all'inizio della navata del muro nord della chiesa. Strutture che proseguono al di sotto della chiesa, che potrebbero essere riferite all'edificio preesistente della chiesa stessa.

Si sa che nel XIII secolo, proprio nel sito ove è la Cattedrale di San Giuseppe, Rolando Palatino fece costruire un convento che venne affidato all'ordine eremito di Sant'Agostino. Infatti la chiesa venne prima intitolata a Santa Margherita, poi a S. Agostino e a Santa Monica. (v. foto)  Inoltre il portale incastonato nelle facciata a "capanna" è quello del convento di S.Agostino, che venne costruito, come si legge nella lapide posta sulla lunetta, da Mastro Ruggero de Fregenis (cioè Mastro Ruggero di Fraine), nel 1293. Nel 1566, dopo l'assedio dei Turchi che la saccheggiarono, la chiesa venne restaurata da alcuni artigiani veneziani e bergamaschi che dimoravano e Vasto per commercio, con la costruzione dell'Altare dello Spirito Santo per la sepoltura delle loro famiglie. Nel 1730 venne costruito il campanile in stile barocco a cura di Donato Pizzuto e successivamente, su disegno di Francesco Benedetti (poiché il tempio minacciava di crollare) nel 1890 venne costruito artisticamente.

Si conserva la facciata con trecce di pietra dura della Maiella.

Nel 1246 nell'adiacente convento di S. Agostino vi vestì l'abito il Beato Angelo da Furci. Nel 1369 un artista che si firma "Guillelmus" dipinse il polittico dell'altare maggiore.

A sinistra guardando la facciata, vi è una lapide (ormai quasi illeggibile) con la scritta :" Al forte guerriero d'Aurillac Carlo Antonio Manes membro della Legione d'Onore, Cavaliere delle due Sicilie, generale aiutante di campo di S.M. Gioacchino Napoleone, distruttore di briganti, restauratore della pubblica quiete nelle contrade d'Abruzzo, per voto universale acclamato primo cittadino del Vasto nel giorno 10 aprile 1805 la riconoscenza del popolo vastese questo monumento consacra" (a motivo del1'annientamento dei briganti che saccheggiavano la zona.

Nel 1808, quando venne sciolta la comunità religiosa, il convento di S.Agostino venne destinato a quartiere dèi soldati, ma nel 1824 se ne progettò 1'ingrandimento con diverse modifiche fino ai primi ‘900 con la costruzione anche del Battistero e della nuove chiesa ad unica navata, rifatta in mattoni in stile neogotico contrastato da linee d'arte romanica riscontrabili all'esterno.

Alcune finestre, appartenenti al convento di S.Agostino, vennero recuperate e si trovane incastonate all'ingresso del Palazzo D’avalos. Nota 1-2

GIUSEPPE CATANIA


NOTA

(1) Nel muro parallelo al cortile di Palazzo D'Avalos: Finestra a sesto tondo, con ornamenti a lobo; avanzi di cornicette poligonali, con archetti tribolati, richiamano alla memoria le tecnica dell'arte durazziana. Reperti che costituiscono i resti delle opere di restauro che Giacomo Caldora, signore del Vasto, fece del palazzo nel 1427,per rendere più sontuosa la sua residenza, cingendo l'attuale cortile con arcate e peristili.





(2) Appartenente al chiostro del convento di S.Agostino, recuperata fra le rovine annesse alla cattedrale di San Giuseppe, fatta trasportare dal prof. Luigi Anelli nel Museo civico e poi collocate nel cortile di palazzo D'Avalos. Per la sculture, la sagomatura, 1'equilibrio dell'arco a sesto acuto, si può accostare all'arte cistercense, che è di transizione fra il romanico e il gotico.
 

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