giovedì 26 novembre 2015

IL RAFFINATO CROMATISMO DEGLI ACQUERELLI DI VINCENZO CANCI


La passione per la spatola. L'incanto dei paesaggi sotto la neve, la natura viva della nostra terra. Una vita ricca di soddisfazioni e di successi. 

 di Giuseppe Catania

 Deve pur essere scritta ancora la vicenda umana ed artistica dei principali protagonisti vastesi che hanno nobilitato la cultura contemporanea, nel solco della tradizione che assegna alla Città un ruolo determinante. Da sempre si auspica la realizzazione di un'opera antologica che comprenda la schiera di quegli artisti che più hanno inciso il panorama dell'arte pittorica in questo fine secolo XX. Balza evidente all'attenzione generale, per attualità, la figura di un pittore di spiccata genialità che, nato nel 1911, ha dedicato all'arte una vita intera, che ha saputo affidare i valori della estetica figurativa in opere immortali, proiettate in una dimensionalità culturale maturata da scrupoloso impegno di decoro per il bello,
saggiamente ispirata da un superamento di tecniche e di stili che sono gli elementi essenziali per la realizzazione di opere durature, destinate a sopravvivere al tempo. Di un artista serio, di un professionista onesto, di un pittore convinto quale è Vincenzo Canci, questi sono attributi che lo hanno accompagnato anche nel personale quotidiano. L'arguzia, la ricercatezza discorsiva, sono, altresì ulteriori motivi impressi del suo stile di vita che hanno trovato fedele traduzione nell'arte pittorica, frutto di una prevalente esperienza legata ai valori umani contraddistinti da una educazione familiare tipicamente formata agli accostamenti di saggezza e austerità, propria dell'antica civiltà vastese.

Allievo del Calzolari 
Vincenzo Canci è stato allievo prediletto da Calzolari alla cui scuola di vita artistica ha attinto la serietà e l'onestà professionale, la sensibilità e l'armonia dei ritmi che sono anche congeniali in un artista di grande sensibilità e propri, se non inconfondibili, in un uomo dall'espressività pittorica che ha innato il senso naturalistico del colore. Ma alla base di questa sua formazione, in Vincenzo Canci è prevalente la personalità forgiata da una rigorosa esperienza costellata da tanti preziosi successi che hanno accompagnato la sua stupenda vicenda artistica, sottolineata da positivi giudizi di eminenti critici che, a buon diritto, lo collocano ai vertici del mondo della cultura dell'arte italiana del suo periodo. La coscienza pittorica di Vincenzo Canci ha una sua pacata naturalezza che ha necessità di espandersi di materiale tranquillità, compiacendosi dell'intima sensualità vibrante, e quasi cosciente che la produzione artistica non debba essere interpretata come affermazione compiuta o meditata, quasi a voler narrare brevi racconti privi di dignità espressiva.

La natura viva
C'è nella costante di Vincenzo Canci il proposito di rendere l'impressione generale di una distesa campestre in condizioni atmosferiche irradianti. Talvolta, però, ed è questo un capitolo a parte del suo romanzo artistico, il particolare di un angolo caratteristico, riesce a penetrare nei mutevoli aspetti della natura, giacché presenti sono i canoni dell'acquisita esperienza e del suo temperamento. Un disegno a matita si offre rifinito e preciso: un dipinto a olio, talvolta schematico, e animato da figure umane. Ed infatti, l'animazione è una caratteristica tipica che balza nella stesura e nella relativa ispirazione dell'opera, sia essa un paesaggio o una natura morta, proprio perché penetra un mondo in cui l'elemento pittorico è preminente, ma non disgiunto dalla sincerità senza limiti tra immagine e realtà. E questo per rispecchiare il gusto di chi, come in Canci, ha fede nella virtù del disegno, di chi è alieno dal trasfigurare un mondo consunto, ingombro di bellezze convenzionali, di luci, forme e tinte sconosciute. Canci ha un suo stile essenziale, che riesce a modellare in unità i vari particolari, che possiede un effetto emotivo scaturito da emozioni liriche. Doti queste in un artista maturo, intelligente, consapevole dell'intero processo della sua concezione pittorica.

Masseria di Campagna a Vasto 1997 (propr.G. Catania)

La natìa terra 
È chiara, infatti, in Vincenzo Canci, la visione pittorica nel genere che si impone per sobrietà di struttura tecnica ed espressiva. L'indole dell'artista, che predilige operare in silenzio, spostando la sua tavolozza ora verso le brume lombarde ove ha vissuto una interessante esperienza: ora verso tersi orizzonti delle spiagge adriatiche, nella indimenticabile natia terra: ora verso gli infuocati tramonti della Maiella o delle Tremiti, una propria sobrietà. La versatilità ed ispirata concettualità decorativa del suo stile riesce a modulare i fugaci aspetti di un caratteristico ambiente d'operai; oppure la vibrazione occulta d'una natura morta, mirabilmente resa viva nello spazio atmosferico, grazie ai variati accostamenti volumetrici e cromatici. Passato da una esperienza classica, il pittore si compiace volentieri nel'indugiare nella difficile tecnica acquarellistica a lui congeniale, ma è attratto anche dalla sperimentazione della tecnica a spatola. Il suo studio, aperto a pochissimi intimi o esperti, è stato un'autentica fucina ricca di notevoli capolavori di pittura, di questa particolare «arte» che solo pochi riescono a risolvere nelle iridescenze coloristiche.
Campagna Vastese 1994 (propr. G. Catania)

Il fascino degli acquerelli 
E l'incanto degli acquerelli, un mondo suggestivo e pieno di fascino, in Vincenzo Canci ha tutto un suo fascino che possiamo accostare alla poesia ed al romanticismo pittorico, interpretato con religiosità estrema, con applicazione di gusto artistico ed estetico. Certo è che l'ispirazione di questo artista vastese è tratta dalla tenuità del clima, della dolcezza del colore locale, dall'unica, originalissima ambientazione paesaggistica che il golfo lunato di Vasto offre alla interpretazione romantica. Peraltro, nella rigorosa identificazione con la realtà naturale, Vincenzo Canci offre esempi eloquenti del suo espressionismo pittorico, alieno da quelle che consideriamo le facili seduzioni del modernismo. Una lezione di stile, quasi, dove il presupposto principale dell'arte e il disegno. L'acquerello, nella sua difficilissima resa formale, mette in evidenza la maturazione dell'artista che si cimenta in esperienze sempre più valide, in tematiche nuove ed apprezzabili destinate a suscitare interesse. Ritmo lineare, chiaroscuro e colore, nella difficile stesura della tecnica acquarellistica, in Vincenzo Canci sono elementi fondamentali della sua opera d'arte.

 L'incanto dei paesaggi sotto la neve
Nei paesaggi «sotto la neve», per esempio, il processo di ombreggiatura, graduata, per ottenere l'effetto giusto della luminosità e della oscurità, in rapporto alla luce dominante nel quadro, nel suo insieme, assume inedito, proprio perché rileva il grado di elevazione dell'artista nell'impegno pittorico e nella resa formale dei valori estetici della pittura. E inoltre, la chiarezza e il ritmo dinamico, con la saggia applicazione dei colore, contribuiscono a rafforzare la verosimiglianza del dipinto, sotto l'aspetto naturalistico, fino a rendere poetica e ricca di fermenti cromatici l'espressione artistica. Doti queste che in Vincenzo Canci hanno una ben delineata vitalità e che, nella resa formale, concorrono ad accrescere il prestigio che l'artista gode nell'ambito degli esponenti della pittura contemporanea ed a cui va il merito di continuare ad affidare alla posterità opere degne della massima considerazione. E scoprire, nei valori essenziali di questo artista vastese, Ì motivi umani e poetici, vuoi significare che Vincenzo Canci interpreta, ama e vive la sua arte, che costituisce anche un qualcosa di vivo da tramandare al futuro, giacché riesce a esprimere appieno la prerogativa essenziale che è insita nella natura artistica: l'immortalità.
Borgo Antico di Vasto, 1960 (propr. G. Catania)

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