giovedì 29 ottobre 2015

Vastesi nel mondo: ...un'altra Vasto. Forse anche più grande!

Fenomeno inarrestabile. Laureati , e non, prendono la via dell'estero. 
Come una volta.
Si comincia a riparlare di giovani che, con laurea e tanto di dottorato in tasca, sono costretti ad emigrare all’estero.

NoiVastesi se ne occupò tre anni fa con una lunga serie di interviste ai
giovani vastesi che lavorano all’estero, aprendo una finestra su un mondo sconosciuto a molti lettori.

Una prima idea dell’ampiezza del fenomeno ce la danno i dati ufficiali dell'AIRE (anagrafe degli italiani residenti all'estero) che a giugno 2013 riportano ben 4.293 vastesi iscritti a tale registro. Ma a tale registro non sono iscritti solo i giovani che stanno emigrando ora.

Sono iscritti anche una parte di emigrati “storici” dei decenni scorsi, che intendono mantenere la cittadinanza italiana. E che alle elezioni politiche possono votare nelle circoscrizioni estere.

Andando a analizzare la distribuzione dei Vastesi nei vari stati esteri vengono fuori aspetti molto curiosi: 614 in Argentina, 441 in Belgio, 360 in Germania, 288 in Australia, 250 in Francia, 115 in Canada, 95 in Svizzera, 92 Gran Bretagna, 84 SudAfrica, 68 in Brasile, 42 in Bolivia, 27 in USA, 25 in Spagna, il restante (40% circa) negli altri paesi, con presenze inferiori a 20 unità.

Prima domanda: perché i più sono nell’Argentina? Mantenere la cittadinanza Italiana è stato un passaggio obbligato perché nei decenni scorsi con le varie crisi nel paese sudamericano se i Vastesi ( e figli) in Argentina volevano rientrare sarebbero stati considerati “extracomunitari”!!!

Seconda domanda: perché così pochi in Australia? Perché in Australia i figli dei Vastesi, cittadini Australiani, non hanno mai chiesto la doppia cittadinanza.

In conclusione se parliamo di Vastesi nel mondo, ai 4.293 bisogna aggiungere tutte le famiglie emigrate del passato che non hanno chiesto l’iscrizione all’AIRE, i Vastesi che ora operano nel mondo (per conto di ditte o in proprio), universitari, laureati o ricercatori con contratti annuali o comunque a termine. Insomma un’altra Vasto. Forse anche più grande!

Nicola D’Adamo

1 commento:

Unknown ha detto...

Sarebbe interessante conoscere la spaccatura fra la prima ondata, caratterizzata da mano d'opera, e la seconda da laureati. Infatti l'Argentina è tutta compresa nel primo esodo, i miei nonni e zii fecero parte di quel gruppo ma poi tornarono a casa.
I laureati di oggi non rientreranno, se non per salutare i genitori. Noi così perdiamo la meglio gioventù. Questo grazie al clientelismo.