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Proprio
nei giorni scorsi, la statua era stata coperta e trasferita in un'altra aerea,
tra due cappelle gentilizie, non molto lontano dalla pinetina presente in
prossimità dell'uscita laterale su via Conti Ricci, di fronte il bar del
terminal.
Il
monumento è stato già ricollocato, ma ancora avvolto da un telo, probabilmente
in attesa di una prossima cerimonia di inaugurazione, che potrebbe coincidere
con la ricorrenza della commemorazione dei defunti.
Una
scelta quantomeno discutibile, quella della nuova collocazione, per un
monumento in bronzo, opera dello scultore fiorentino Egidio Ambrogetti,
realizzato in devozione a Santina Campana, e inaugurato in grande pompa il 4
ottobre del 1995,
alla presenza dell'allora sindaco Giuseppe Tagliente, del
fratello di Santina Campana, Padre Leone, cappuccino, e tantissima gente
accorsa per l’occasione, che ora si trova rilegata tra due cappelle, in
posizione piuttosto nascosta.
Il
monumento, originariamente collocato nei pressi dell'ingresso principale di via
Conti Ricci, era stato rimosso verso la fine dell'ottobre 2013, per permettere
i lavori riguardanti le opere complementari per la realizzazione di nuovi
locali di servizio per il cimitero.
Santina
Campana nacque ad Alfedena (AQ) il 2 febbraio 1929. Settima di nove figli, di
cui tre suore e due sacerdoti, uno cappuccino e uno benedettino, fin da piccola
imparò ad amare Gesù sopra ogni cosa ed a 7 anni si offrì “Vittima” per la
vocazione religiosa delle sorelle e dei fratelli. Disse: “Dove c’è una vocazione, non può mancare una
vittima”. A 14 anni, a causa del secondo conflitto mondiale, fu sfollata
per le montagne fredde e nevose dell’Abruzzo e del Molise. Per mesi soffrì la
fame e il gelo e si ammalò gravemente di pleurite.
A
16 anni andò novizia tra le Suore di Carità, ma l’anno successivo, a causa
della prima emottisi polmonare, venne rimandata in Abruzzo nel sanatorio Villa
Rinaldi. Nel lasciare il noviziato, baciò le mura e disse: “Comincio la mia salita al Calvario”. Dal
letto di dolore, che lei chiamava “il suo
trono bianco”, attirava le anime afflitte e le consolava col suo perenne
sorriso. “Coraggio, il soffrire passa,
l’aver sofferto rimane”, ripeteva spesso.
Nonostante
la malattia la costringesse a letto per anni interi, organizzò un’attiva Azione
Cattolica, ricoprendo anche la carica di presidente.
Ricca
di meriti e di virtù, morì a 21 anni, il 4 ottobre 1950.
Il
28 giugno 1971 la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi proclamò il
Decreto di approvazione dei suoi scritti, mentre il 1° giugno 1979, venne
approvato da Giovanni Paolo II l’Introduzione alla Causa di Canonizzazione, che
terminerà dopo l’esame del miracolo richiesto, già pronto, con la
Beatificazione.
La
tomba di Santina Campana si trova nella chiesa di S. Giuseppe a Pescina (AQ).
Lino
Spadaccini
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