martedì 10 novembre 2015

Finalmente ha trovato collocazione il monumento di Santina Campana

A due anni di distanza, dopo essere stata rimossa e abbandonata tra materiale edile e calcinacci, finalmente il monumento a Santina Campana ha trovato una nuova collocazione.

articoli precedenti
Proprio nei giorni scorsi, la statua era stata coperta e trasferita in un'altra aerea, tra due cappelle gentilizie, non molto lontano dalla pinetina presente in prossimità dell'uscita laterale su via Conti Ricci, di fronte il bar del terminal.



Il monumento è stato già ricollocato, ma ancora avvolto da un telo, probabilmente in attesa di una prossima cerimonia di inaugurazione, che potrebbe coincidere con la ricorrenza della commemorazione dei defunti.
Una scelta quantomeno discutibile, quella della nuova collocazione, per un monumento in bronzo, opera dello scultore fiorentino Egidio Ambrogetti, realizzato in devozione a Santina Campana, e inaugurato in grande pompa il 4 ottobre del 1995, 
alla presenza dell'allora sindaco Giuseppe Tagliente, del fratello di Santina Campana, Padre Leone, cappuccino, e tantissima gente accorsa per l’occasione, che ora si trova rilegata tra due cappelle, in posizione piuttosto nascosta.
Il monumento, originariamente collocato nei pressi dell'ingresso principale di via Conti Ricci, era stato rimosso verso la fine dell'ottobre 2013, per permettere i lavori riguardanti le opere complementari per la realizzazione di nuovi locali di servizio per il cimitero.

Santina Campana nacque ad Alfedena (AQ) il 2 febbraio 1929. Settima di nove figli, di cui tre suore e due sacerdoti, uno cappuccino e uno benedettino, fin da piccola imparò ad amare Gesù sopra ogni cosa ed a 7 anni si offrì “Vittima” per la vocazione religiosa delle sorelle e dei fratelli. Disse: “Dove c’è una vocazione, non può mancare una vittima”. A 14 anni, a causa del secondo conflitto mondiale, fu sfollata per le montagne fredde e nevose dell’Abruzzo e del Molise. Per mesi soffrì la fame e il gelo e si ammalò gravemente di pleurite.
A 16 anni andò novizia tra le Suore di Carità, ma l’anno successivo, a causa della prima emottisi polmonare, venne rimandata in Abruzzo nel sanatorio Villa Rinaldi. Nel lasciare il noviziato, baciò le mura e disse: “Comincio la mia salita al Calvario”. Dal letto di dolore, che lei chiamava “il suo trono bianco”, attirava le anime afflitte e le consolava col suo perenne sorriso. “Coraggio, il soffrire passa, l’aver sofferto rimane”, ripeteva spesso.
Nonostante la malattia la costringesse a letto per anni interi, organizzò un’attiva Azione Cattolica, ricoprendo anche la carica di presidente.
Ricca di meriti e di virtù, morì a 21 anni, il 4 ottobre 1950.
Il 28 giugno 1971 la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi proclamò il Decreto di approvazione dei suoi scritti, mentre il 1° giugno 1979, venne approvato da Giovanni Paolo II l’Introduzione alla Causa di Canonizzazione, che terminerà dopo l’esame del miracolo richiesto, già pronto, con la Beatificazione.
La tomba di Santina Campana si trova nella chiesa di S. Giuseppe a Pescina (AQ).

Lino Spadaccini












Nessun commento: