Omaggio a Eugenio Raymondi: nuova edizione della "Piccola Monografia su Scerni" (1919)
Note, commento ed edizione a
cura dell'avv. Corrado Squadrone.
Corrado Squadrone, avvocato, studioso di storia patria, cultore ed appassionato letterato, ha ripubblicato il volume: "Piccola monografia su Scerni - paese vetustissimo d’Abruzzo, pubblicato nel 1919 dalla Casa Tipografica Editrice Nicola De Angelis (ancora oggi attiva), per rendere omaggio alla memoria dell'autore Eugenio Raymondi, Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
"Giusta il
nome, la paleontologia e ruderi di monumenti Oschi, Sanniti, Romani e Religiosi
- ricorda Corrado Squadrone - nell’appendice genealogie delle famiglie e serie
di Arcipreti. Questa opera, maestosa e preziosa, rimane, ancora oggi, a
distanza di cento anni, unica e insostituibile per conoscere la storia di Scerni,
delle sue remote origini, delle sue storiche famiglie, che hanno dato i natali
a grandi ed indimenticabili personaggi che hanno dato onore e lustro a Scerni
ed ai scernesi, sparsi nel mondo! Infine, un altro grande scernese, don Antonio
D'Ercole, affermava del Raymondi in un suo discorso: "cercherò di
restituire alla memoria scernese gli scritti di questo illustre figlio, mio illustre
ed affezionato amico (non ne sono all'altezza:ogni riferimento è puramente voluto."
Dialetto e soprannomi nell'opera di Don Eugenio. " Un valore intrinseco,valido
ancora ai giorni nostri - sottolinea Corrado Squadrone - ovvero allo scadere
dei cento anni dal 1'opera, rimane l'uso dei soprannomi associati ai nomi ed ai
cognomi. Non è un mistero, per chi conosce la nostra realtà locale, che
evidentemente resiste alle tentazioni di globalizzazione, che l'uso dei
soprannomi rimanga vivo ancora oggi. Un modo immediato ed efficace per
individuare una famiglia, una persona, una certa storia della stessa vita
cittadina, almeno a partire dal 1500”
“Per cui i
lettori - chiarisce Squadrone- non dovranno "scandalizzarsi" se i
D"Ercole troveranno le definizioni di Scarnicchie,
Pilelli, Barnabé, Mercurii ; Pomponio, dei Mattutino; Di Candilo dei Santariello,Vertiscia; Giacomucci dei Pompilio, Iacobucci ,Toppetta; Sabatini del Luporosso,Macinalive.”
“Mio nonno - ricorda Squadrone- era, ad
esempio, per tutti, Zi Gaetane di Massare, mia nonna era Za Rusarie Barnabé ...e si erano sposati perchè lui aveva
preso il fazzoletto che le copriva il viso...Altri tempi!"
"L'uso del
dialetto, non deve far storcere il naso ai cultori della lingua italiane. Anzi
è fonte propedeutica e di arricchimento per conoscere i significati più reconditi di certe parole. Esso va insegnato alle
nuove generazioni, che devono conservare le loro radici più autentiche e
genuine. D'altronde, sappiamo pure che già tra Scerni Capoluogo e Scerni, località
Villa San Giacomo, si parlano dialetti diversi, eppure distanti pochissimo. Lo
stesso nome di Scerni, in diatetto, diventa Scirne”
Un volume tutto
da leggere, non fosse altro se non di andare alle origini delle civiltà antica
in cui Scerni trova le sue radici, la sua millenaria storia, gli usi, i costumi
di un popolo che Eugenio Raymondi ha consacrato nella sua stupenda
"Piccola Monografia su Scerni - paese vetustissimo d'Abruzzo", riprodotto
nella sua originale stesura tipografica con la riproduzione anche di pagine de
"II Risorgimento d'Abruzzo - Settimanale di battaglia, riproduzioni di
immagini di Scerni, scritti autentici di
uomini i1lustri (tra cui Benedetto Croce, del sen.Giuseppe de Riseis, del dott.
Domenico Tornese,Cappellano del Re; la nomina a Cavaliere della Corona di
Eugenio Raymondi e la nomina a Conciliatore della Corte di Appello dell'Aquila,
testimonianza dell'attività politica nel Partito Popolare e la istituzione
della festa e Fiera di San Nicola di Eugenio Raymondi, sindaco di Scerni il 15
dicembre 1887 ed anche un “manoscritto" della famiglia Squadrone.
GIUSEPPE CATANIA
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