da Nicolangelo D'Adamo riceviamo e pubblichiamo
Ha avuto una vasta eco mediatica
l’annuncio della radicale trasformazione, da parte del Papa, della procedura
canonica delle cause di nullità matrimoniale. Anche se era da tempo che l’iter
della Sacra Rota, i
costi e i tempi erano oggetto di costanti rilievi anche da parte dei Vescovi.
costi e i tempi erano oggetto di costanti rilievi anche da parte dei Vescovi.
E sulla “gratuità” i malumori si sono subito
fatti sentire attraverso Elisabetta Macrini, avvocato rotale, che si è fatta
interprete dei suoi colleghi riuniti a Gaeta per il Convegno Nazionale
dell’Associazione Canonistica. Ma pare non sia in discussione l’onorario per
gli avvocati, solo che l’eliminazione della doppia sentenza riduce della metà
il loro lavoro!
Dopo quasi tre secoli, l’attuale
procedura era stata introdotta da Papa Benedetto XIV (1740\1758), cambia radicalmente il modo stesso di intendere il
processo canonico per l’annullamento del matrimonio religioso e il “Motu
Proprio” del Papa è talmente innovativo che pare abbia colto di sorpresa anche
una parte della gerarchia, pur a conoscenza che da un anno una Commissione
stava lavorando a questa riforma.
Il provvedimento papale entrerà
in vigore l’ 8 dicembre, festa dell’Immacolata e data d’inizio dell’Anno Santo
della Misericordia.
Le critiche maggiori si sono già
lette sui giornali e arrivano, ma c’era da aspettarselo, dai cosiddetti “Atei
Devoti” (mai ossimoro fu così efficace), che già in passato non hanno
risparmiato censure a questo Papa. L’esponente più noto è Giuliano Ferrara con
“La Voce”, ma anche “Il Giornale” (“Caos Matrimoni”, il titolo in prima pagina)
ha presto preso una posizione critica.
C’è motivo di preoccuparsene?
Neppure un po’! Certo dà fastidio che gente lontana dalla
dottrina cattolica, non esiti ad usare strumentalmente questa dottrina per
propagandare le proprie idee tradizionaliste (legate ad una società che
fortunatamente non esiste più) e, pur non entrando neppure in chiesa, pretende
di insegnare al Papa come si fa il Papa.
NICOLANGELO D’ADAMO
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