Il bilancio del direttore artistico STEFANO SABELLI: "Abbiamo cercato di fare un festival di contenuti che lasciasse qualcosa"
Il
concerto di Alessandro Haber & Trio ha ufficialmente chiuso la ventesima
edizione del Vasto Film Fest.
Ospiti
dell'ultima serata l'attrice albanese Flonja Kodheli, presente al VFF con due
pellicole Bota café di Iris
70 foto di Lino Spadaccini >>>
Elezi e
Thomas Logoreci, e Vergine giurata di
Laura Bispuri, Andrea Muzzi, regista del film Basta poco, con Daniela Poggi, Paolo Hendel e Marco Messeri, e l'attore
Alessandro Haber, un monumento del cinema italiano con oltre trecento film
all'attivo, vincitore di numerosi premi tra cui ben quattro Nastri d'Argento.
Alessandro Haber è stato un vero fiume in piena, quasi incontenibile e un po'
fuori dagli schemi. "Non datemi
targhe per carità", ha scherzato l'attore, "Dopo le manifestazioni si prendono e si buttano, ci vorrebbe una stanza
solo per loro. Quando consegnate i premi al posto delle targhe regalate un bel
cesto con cose da mangiare, come olio, vino e salumi". Haber ha
parlato di cinema, la sua grande passione, quasi al pari delle donne, anche se
la donna delle sua vita è il lavoro. Ha parlato anche dell'amicizia, quella
vera che non ti tradisce. Molto bello è stato il ricordo della grande attrice
Monica Scattini, scomparsa da circa due mesi: "Una donna straordinaria, semplice, solare con cui era piacevole stare
insieme".
Al
VVF Alessandro Haber ha presentato lo spettacolo "Vastissimo Haber",
un piccolo omaggio alla nostra città attraverso le trascorse esperienze nel
campo della canzone d'autore, tra brani inediti, come La valigia dell'attore, scritta appositamente per lui da Francesco
De Gregori, e rivisitazioni di capolavori della musica italiana. Insieme ad
Haber, sul palco, tre eccellenti musicisti: il suo arrangiatore e chitarrista Sasa Flauto, il mandolinista pugliese Mimmo Epifani
ed il pianista Fabrizio Romano.
Prima
del CineAperitivo presso i Giardini d'Avalos, gli ospiti si sono intrattenuti
con i giornalisti presso la Residenza Amblingh, nella stupenda loggia con vista
sul golfo vastese.
Il bilancio finale della manifestazione
organizzata dalla Teatrimolisani soc. coop. sotto la direzione artistica di
Stefano Sabelli, con la prestigiosa collaborazione del Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale è tutto sommato positivo. È innegabile che
le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato i primi tre giorni del VFF,
ma qualche piccola pecca nell'organizzazione c'è stata, perché la risposta
della gente, a parte la prima serata, prima del diluvio, è un po' mancata, sia
nei CineAperitivi, dove per entrare bastava acquistare una cartolina, sia nelle
proiezioni serali all'interno del Cortile di Palazzo d'Avalos. Non è stata una
scelta felice quella di mettere il biglietto d'ingresso a 7 euro per pellicole sicuramente
valide, ma non da grande pubblico.
Buona
la presenza e la qualità degli ospiti, così come anche le pellicole scelte non
a caso, ma attraverso una propria idea di Festival, quella annunciata dal
direttore artistico Stefano Sabelli, sin dalla conferenza stampa, ovvero di
fare del VVF il Festival dell'Adriatico per eccellenza, ma anche il festival
dell'accoglienza, un festival di riferimento per dialogare con altre culture
che si affacciano sul nostro mare, attraverso le pellicole, le testimonianze,
la musica e forme di linguaggio diversi con una forte identità culturale.
"Abbiamo cercato di fare un festival
di contenuti che lasciasse qualcosa, magari tagliando qualche tappeto rosso in
più", ha dichiarato il direttore artistico, "Abbiamo cercato di farlo diventare una nuova proposizione per il futuro
di cinema e di cultura, poi se viene anche il glamour ben venga, ma non è
indispensabile. Non so se siamo stati all'altezza delle aspettative, ma noi ce
l'abbiamo messa tutta. È stato come essere risucchiati in un vortice, perché
non è semplice far funzionare quattro sale contemporaneamente, coordinando
pellicole e ospiti a Vasto alta e alla Marina. Senza contare che abbiamo
passato dei momenti di panico a causa della pioggia".
Novità
assoluta dell'edizione dei ventennale i Cine Concerto, che in un certo senso
hanno quasi oscurato le pellicole, con la presenza innanzitutto dei grandi
Avion Travel, di Francesco Pannofino versione blues e di Alessandro Haber
versione cantautore. Peccato per l'esibizione dei Rimbamband saltata a causa
del temporale di mercoledì scorso.
Sicuramente
positiva la presenza dell'attrice Daniela Poggi, in veste di presentatrice, con
il fascino rimasto immutato nel tempo, che ha saputo interloquire con gli
ospiti in maniera garbata e intelligente.
Positiva l'esperienza dei Vasto Cine Lab presso il
Teatro Rossetti, uno spazio dedicato ai giovani filmaker, che si sono
confrontati con ospiti importanti come Giulio Rubinelli e soprattutto Agostino
Ferrente. Molto interessante anche l'incontro proposto in collaborazione con il
Centro Europeo di Studi Rossettiani e l'Università di Milano, con la
presentazione del video dal titolo "Dante al cinema", un viaggio
sulla
cinematografia dantesca, dal primo film Francesca
da Rimini del 1906, passando per L'Inferno
del 1911, Dante's Inferno del 1924
fino alle pellicole più recenti.
Nell'ultima
giornata dei pomeriggi rossettiani è stata proiettata la pellicola Mater Dei di Emilio Cordero, film del
1950 appena restaurato dalla Cineteca Nazionale, che rappresenta la prima
pellicola a colori del cinema italiano. Prima della proiezione Gabriele
Antinolfi, direttore della Cineteca Nazionale, ha spiegato all'attento pubblico
come avviene il restauro di un film: dalla scelta della pellicola, solitamente
legato ad un evento, alla scelta dei tecnici tramite gara d'appalto, alla
ricerca di eventuali tecnici che hanno lavorato sulla pellicola originale
perché solo loro possono ricordare come era stata girata la scena e in quali
condizioni. "Il restauro di un film
è molto costoso", ha spiegato il direttore della Cineteca Nazionale,
"basti pensare che per un solo
secondo di pellicola, bisogna restaurare circa dieci fotogrammi".
Chiude i battenti anche la straordinaria mostra Bellezze al bagno
allestita presso i Giardini napoletani di Palazzo d'Avalos, sicuramente una
delle cose più belle dell'edizione 2015. L'antico dei reperti archeologici ed
il verde delle piante e della vite, ha esaltato la bellezza delle dive del
cinema immortalate negli anni del boom economico, dall'obbiettivo di Angelo
Frontoni, uno dei più grandi fotografi italiani di cinema, costume e società..
Complimenti a Gabriele Antinolfi, direttore della Cineteca nazionale,
proprietaria delle immagini, rimasto nella nostra città per tutta la durata del
VVF, apportando sicuramente un valore aggiunto all'edizione del ventennale.
Molto gradita la stampa delle cartoline con le
immagini delle attrici (quella di Sophia Loren, la più richiesta, è andata presto
esaurita), impreziosita dall'annullo filatelico del ventennale del VVF, in
collaborazione con Poste Italiane, diventato non solo il lasciapassare per i
CineAperitivi e per le proiezioni all'Arena alle Grazie e sulla spiaggia, ma
veri e propri oggetti da collezionare, magari con l'autografo degli ospiti del
VVF.
Lino Spadaccini
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