giovedì 16 luglio 2015

Un Ernesto Cordella "inedito" nelle lettere alla madre

LETTERE DI ERNESTO CORDELLA Allievo della Regia Accademia Militare di Torino (Maggio 1881-Giugno 1884) 
Nella trascrizione del nipote Generale Tommaso


 di Giuseppe Catania

Tommaso Cordella, generale a riposo, ha pubblicato la trascrizione, in volume, delle lettere che lo zio Ernesto ha indirizzato alla Madre Isabella Celano, sposa dell'ingegnere Capo del Genio Civile Federico. Una corrispondenza che va dal
maggio 1881 a giugno 1884, quando Ernesto era allievo della Regia Accademia militare di Torino.

"Dalle lettere traspare anche 1'interesse, non proprio comune per un ragazzo di diciassette anni, verso tutto quello che accade oltre le mura del Palazzo dell'Arsenale, sede dell'Accademia. Nonostante le molte materie di Studio Ernesto cerca di vivere la vita della grande ci;ttà - scrive nella prefazione Tommaso - di provare tutto ciò che essa offre di bello ed interessante, di fare, per quello che la paghetta della Madre gli consente, vita mondana...L'Accademia con gli studi severi e soprattutto con la sua disciplina -soggiunge Tommaso - ha trasformato, in soli tre anni, lo scanzonato liceale in un giovane ufficiale pronto ad affrontare una carriera da lui stesso definita dignitosa e onorata”.

E Tommaso Cordella (foto) , rileggendo quelle lettere 90 anni dopo, ha rivissuto "in quelle stesse aule, corridoi, cortili e piazze d'armi....le stesse sensazioni vissute durante le libere uscite”.
Tommaso Cordella generale a riposo:
ha trascritto e pubblicato  le lettere
dello zio Ernesto

"Durante il giuramento da ufficiale nel sacrario della scuola - ricorda ancora Tommaso - lo sguardo mi cadde sul nome di Ernesto, inciso sulle lapide di fronte a me, fra coloro che avevano onorato con la vita il loro giuramento di fedeltà ai valori della Patria. Fu come se Lui fosse stato lì presente, accanto a me. Fu un'emozione fortissima che ancora mi porto dentro".

Lettere tutte colme di esaltazione di un emozionante vissuto fatto di sacrificio, di attenzione ed ansie per le vicende familiari, per le confessioni rivolte alla madre, verso la quale Ernesto provava una profonda venerazione. Momenti vissuti nella quotidianità fatta di piccoli piaceri , come le "Grisette" una specie di maccheroni torinesi; gli appuntamenti della giornata nei minimi particolati, l'abito da parata e, ricorrente, l'esortazione rivolta alla Madre di spedire il "vaglia" e le minime cose come il pagamento di 30 centesimi di tassa sulla lettera ricevuta, perche il francobollo si era staccato … le apprensioni per il ritardo con cui Ernesto a volte rispondeva alla Madre. Memorie e confidenze alla carissima sorella Giulia, e sulla vita di ogni giorno. Ancora il viaggio in treno il 12 agosto 1883 e l’arrivo alla stazione di Vasto alle 12,49…alle 14 era in piazza a Vasto passeggiando e chiacchierando con alcune guardie municipali, indugiando per non disturbare i familiari dal riposo meridiano...La gioia per il superamento degli esami meccanica con risultato superiore ad ogni aspettativa, quello di geografia militare, con la sicurezza di mettere le spalline in licenza.

Scritti che evidenziano i rapporti affettuosi con la Madre, i familiari, nella narrazione anche delle piccole cose, il tempo trascorso durante il giorno, con sentimenti passionali verso quanti lo hanno sostenuto negli studi, fino al conseguimento finale degli studi accademici.

Un Ernesto inedito che si scopre nelle piccole cose in particolare e quello che sarà poi, nella prima maturità quale protagonista avventuroso, fino alla consacrazione della sua gloria.

GIUSEPPE CATANIA


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