di GIUSEPPE CATANIA
Fra gli insigni edifici di Vasto spicca quello sito nella Piazza Virgilio Caprioli, oggi di proprietà della famiglia Smargiassi, di interesse storico, un tempo sede della Cancelleria e del Consiglio dell'Università del Vasto, e dimora dela famiglia Invitti di Milano.
Un recente restauro lo ha riportato agli splendori del passato, restituendogli prestigio e decoro pubblico
. Nella pianta "a volo d'uccello" di Vasto del 1793 il palazzo è disegnato con evidenza, trovando corrispondenza anche nella pianta del 1838.
L'edificio è tra i palazzi signorili costruito agli inizi del XVIII secolo ed è posto nella zona del centro storico della città Frentano- Romana. su cui l'attuale Vasto (allora Histonium) è stato costruito.
Presenta una evidente monumentalità nella struttura e nello studiato equilibrio estetico delle parti che compongono il complesso, con ornamentazioni delle finestre in una visione rigorosamente geometrica anche negli ornati che evidenziano sottili risonanze chiaroscurali.
In particolare il linguaggio architettonico-decorativo è espresso nel compassato collocamento delle finestre timpanate, armoniose, in schemi limpidi e lineari. con intervalli di profili ricurvi.
L'edificio ha il fronte principale su piazza Virgilio Caprioli ed il laterale su via Bebia. La costruzione, nei materiali utilizzati, risponde all'uso del "cotto", introdotto dai Romani, che ha trovato largo impiego per la muratura e per la copertura del tetto (coppi), nonché per la realizzazione dei pavimenti (quadroni), ritenuti più pratici. La muratura in mattoni risulta intonacata e scandita da modanature e tinteggiatura con colore dominante all'epoca: chiaro con decorazioni sfumate.
L'elemento di connessione tra spazio esterno e intorno è costituito da un androne a copertura di volta a "botte", con archetti intermedi poggianti sulle parti laterali.
La pavimentazione originaria doveva essere a ciottoli di fiume circoscritti da quadroni disegnati con file di mattoni infissi di fianco, caratteristica questa degli edifici costruiti all'epoca.
Fa seguito una parte di cortile "a luce", che aveva una cisterna alimentata da impluvio, da cui si diparte la scalinata che si sviluppa poggiando su due pilastri- colonne che sorreggono i pianerottoli di accesso alle stanze dei due piani, su calpestio (originale) in pietra e mattoni in cotto.
La facciata corre, per tutto l'edificio, su coppi. Vi si incastonano quattro finestre riquadrate con regolarità, sormontate da timpano al primo piano, ad arco con profilo ricurvo le centrali, a sesto acuto le laterali. Quattro balconi soprastanti decorati da cornice timpanata in ornato simmetrico ed elegante, protetti da artistiche ringhiere in ferro. Al piano terreno si aprono l'androne principale di accesso all'edificio posto sulla sinistra ed in corrispondenza delle finestre ed i balconi, altre tre porte ad arco.
Nella facciata laterale su via Bebia, si aprono sei porte a piano terreno, mentre quattro finestre si aprono rispettivamente nei due piani, con la decorazione eguale a quella della facciata su Piazza Caprioli.
Palazzo Smargiassi anticamente fu dimora della famiglia Invitti, originaria di Milano, giunta a Vasto nella prima metà del XVII secolo e precisamente nel 1617 (come risulta da un rogito del Notaio Fantini del 24.11.1617). Vi si fa menzione di Giampaolo Invitti, sposo alla nobildonna vastese Drusiana De Sanctis. Il di lui figlio Guglielmo, sposò Cinzia Crisci, e venne incaricato dall'Università del Vasto a presiedere i lavori per la riparazione della chiesa di Santa Maria Maggiore nel 1645. Una tale notizia è riportata nel verbale del consiglio dell'Università del 15 luglio 1585 in cui viene autorizzata la spesa di 500 ducati per la costruzione del convento di Santa Chiara e di 70 ducati per la chiesa dei Cappuccini. Si ha notizia di Suor Giannantonia Invitti, monaca esemplare del Convento di Santa Chiara in Vasto. Apprendiamo ancora che Domenico Invitti, sposo di Donata de Rubeis, era Mastrogiurato nel 1738.
Alla fine del XVIII secolo la famiglia Invitti si estinse.
La Casa del Consiglio era ubicata nell'attuale Palazzo Smargiassi, a piazza Virgilio Caprioli e lungo via Bebia nei due fronti, è segnata col numero 48 nella pianta del Vasto del 1793.
Nella piazza, dove si svolgeva il mercato quotidiano dei prodotti ittici, si aprivano le botteghe dei macellai, dei pizzicagnoli e delle verdure, tra via Bebia e la piazzetta antistante la chiesa Cattedrale di S. Giuseppe. Sulla torretta della Casa del Consiglio era collocato l'orologio pubblico, provvisto di due campane per battere le ore ed i quarti.
Nel 1815, con risoluzione Decurionale della settimana Santa, venne disposta la demolizione della torretta che minacciava di crollare e l'orologio venne poi installato sul campanile della chiesa Cattedrale.
Giuseppe Catania
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