NELLA CASA BARBAROTTA STANZE FORNITE DI STAGNO IN MEZZO E DI SEDILI INTORNO,CREDUTE PUBBLICI BAGNI.
di Giuseppe Catania
In molte abitazioni site nel cosiddetto "quartiere latino" nel centro storico, ancora oggi affiorano resti di antichi acquedotti. In alcuni sotterranei anche ambienti adibiti a bagno e tracce di acqua.
Ma la notizia non è recente, abbiamo alcune documentazioni in materia a conferma della nostra ricerca.
Il più antico riferimento lo abbiamo leggendo Domenico Romanelli in "Scoverte Frentane"-Napoli
MDCCCV, pagg.l98 e segg.) che scrive: "Quello che deve richiamare la nostra attenzione è la premura ch’ebbero gli istoniensi di trasportare l'acqua da' luoghi distanti, alla loro città. Infiniti sono stati i pezzi di pavimenti mosaici discoperti nelle vicinanze di S. Maria delle Grazie, al di fuori della città. Altro superbo pavimento mosaico si vede in casa di Miscione, dirimpetto al Collegio della Madre di Dio (ndr1'attuale edificio della Curia). Riferendosi al suddetto mosaico di palmi 44 di lunghezza e p.36 di larghezza, ritenuto appartenente al tempio di "Giove Ammone, per esservi dipinto le teste di montone e per le medaglie coll'effigie di questo dio ivi trovate nello scavarsi una cisterna (…) miglioramente si direbbe però - scrive Domenico Romanelli (pag.200 opere citata), che fosse stato un luogo di bagno, giacché tutta questa contrada ne abbondava. Infatti sotto la casa del sigg.Barbarotta, si vede una condotta ben singolare per lunghezza ed altezza. Inoltre vi si osservano due camere sotterranee e profonde con stagno nel mezzo,e sedili intorno, che senza fallo, anche un bagno creder si deve. Altri bagni che dovevano esser pubblici, erano situati sotto di Porta Nuova, giusta il fonte detto di Angrella, dove anche al presente, si afferiscono avanzi di acquidotti, di camerette e di altre mura...Ancor resta il nome di LAGO ad una parte dello stesso quartiere”.
Anche Luigi Marchesani nella sua "Storia di Vasto" (pag. 2l3) ricalca quanto pubblicato dal Romanelli e ci fa sapere di un edificio fornito di acquedotto che alimentava i bagni dal “troncato acquedotto istoniese”. Il detto acquedotto "rasenta internamente e bassamente il settentrional muro della casa Barbarotta, ove nel sito 52 della pianta di Vasto, a di fianco ed inferiormente due stanze fornite di stagno in mezzo, e di sedili intorno, credute pubblici bagni; indi l'acquedotto, inclinando a nord ovest, attraversa la strada Barbarotta in piano inferiore alla pubblica cloaca, e permea tra i sotterranei androni della casa di Antonio Celano,collocata a nord della casa 47; dirigendosi poi a sud ovest, passa sotto le piazza del pesce; perviene tra le fondamenta della casa 74 di fu Francesco Marchesani, vi incontra un serbatoio...Qui sparisce l'acquedotto, il quale al certo dalle catacombe o dalla Naumachia prendeva capo. Di esso ho percorso - scrive il Marchesani- io stesso la sezione che dalla Casa Celano soggiace: un uomo di alta statura vi cammina comodamente; intonacate ne sono le pareti;il cielo è formato da mattonacci fra loro inclinati ad acuto angolo; il pavimento levigatissimo, con picciol rialti in ambo i lati, offre nei suoi mattonacci queste sigle in sigillo QBPC".
GIUSEPPE CATANIA
Note Casa n.52 Barbarotta nelle omonima via
Casa n.47 Palazzo Benedetti-fronte piazza Virgilio Caprioli.
Casa n.74 Corso Storico Marchesani.
In molte abitazioni site nel cosiddetto "quartiere latino" nel centro storico, ancora oggi affiorano resti di antichi acquedotti. In alcuni sotterranei anche ambienti adibiti a bagno e tracce di acqua.
Ma la notizia non è recente, abbiamo alcune documentazioni in materia a conferma della nostra ricerca.
Il più antico riferimento lo abbiamo leggendo Domenico Romanelli in "Scoverte Frentane"-Napoli
MDCCCV, pagg.l98 e segg.) che scrive: "Quello che deve richiamare la nostra attenzione è la premura ch’ebbero gli istoniensi di trasportare l'acqua da' luoghi distanti, alla loro città. Infiniti sono stati i pezzi di pavimenti mosaici discoperti nelle vicinanze di S. Maria delle Grazie, al di fuori della città. Altro superbo pavimento mosaico si vede in casa di Miscione, dirimpetto al Collegio della Madre di Dio (ndr1'attuale edificio della Curia). Riferendosi al suddetto mosaico di palmi 44 di lunghezza e p.36 di larghezza, ritenuto appartenente al tempio di "Giove Ammone, per esservi dipinto le teste di montone e per le medaglie coll'effigie di questo dio ivi trovate nello scavarsi una cisterna (…) miglioramente si direbbe però - scrive Domenico Romanelli (pag.200 opere citata), che fosse stato un luogo di bagno, giacché tutta questa contrada ne abbondava. Infatti sotto la casa del sigg.Barbarotta, si vede una condotta ben singolare per lunghezza ed altezza. Inoltre vi si osservano due camere sotterranee e profonde con stagno nel mezzo,e sedili intorno, che senza fallo, anche un bagno creder si deve. Altri bagni che dovevano esser pubblici, erano situati sotto di Porta Nuova, giusta il fonte detto di Angrella, dove anche al presente, si afferiscono avanzi di acquidotti, di camerette e di altre mura...Ancor resta il nome di LAGO ad una parte dello stesso quartiere”.
Anche Luigi Marchesani nella sua "Storia di Vasto" (pag. 2l3) ricalca quanto pubblicato dal Romanelli e ci fa sapere di un edificio fornito di acquedotto che alimentava i bagni dal “troncato acquedotto istoniese”. Il detto acquedotto "rasenta internamente e bassamente il settentrional muro della casa Barbarotta, ove nel sito 52 della pianta di Vasto, a di fianco ed inferiormente due stanze fornite di stagno in mezzo, e di sedili intorno, credute pubblici bagni; indi l'acquedotto, inclinando a nord ovest, attraversa la strada Barbarotta in piano inferiore alla pubblica cloaca, e permea tra i sotterranei androni della casa di Antonio Celano,collocata a nord della casa 47; dirigendosi poi a sud ovest, passa sotto le piazza del pesce; perviene tra le fondamenta della casa 74 di fu Francesco Marchesani, vi incontra un serbatoio...Qui sparisce l'acquedotto, il quale al certo dalle catacombe o dalla Naumachia prendeva capo. Di esso ho percorso - scrive il Marchesani- io stesso la sezione che dalla Casa Celano soggiace: un uomo di alta statura vi cammina comodamente; intonacate ne sono le pareti;il cielo è formato da mattonacci fra loro inclinati ad acuto angolo; il pavimento levigatissimo, con picciol rialti in ambo i lati, offre nei suoi mattonacci queste sigle in sigillo QBPC".
GIUSEPPE CATANIA
Note Casa n.52 Barbarotta nelle omonima via
Casa n.47 Palazzo Benedetti-fronte piazza Virgilio Caprioli.
Casa n.74 Corso Storico Marchesani.
Nessun commento:
Posta un commento