lunedì 4 maggio 2015

Perché si chiama "VIA OSCA" ?

di Giuseppe Catania
Lo abbiamo scritto più volte: Vasto può vantare il primato nel settore della toponomastica confusionaria o carente di significato, frutto di una colpevole superficialità con cui, non da ora, sono state intitolate strade, piazze, località che, seppure legate ad una antica tradizione storica, risultano spesso indecifrabili, o sbagliate.

VIA OSCA
Nei pressi di Punta Penna la toponomastica indica "Via Osca": vuole riferirsi alla presenza a Vasto di popoli che parlavano l’Osco, lingua che comprendeva i dialetti italici del centro Italia, prima del latino dei Romani (Histonium per indicare odierna Vasto).
Una presenza documentata anche dalla scoperta a Punta Penna di una preziosa tavola osca: una piccola lastra bronzea mancante del margine sinistro e di quello inferiore, che reca un'iscrizione che ricorda i censori frentani Gavio Osidio e Vibio Ottavio. (Si legge da destra a sinistra). Testimonianze di queste civiltà si hanno nel museo archeologico di Schiavi D'Abruzzo.



PUNTA D'ERCE, non PUNTA “ADERCI” 
Il toponimo vuole indicare la località sita a Punta Penna, errata nella segnaletica, perchè, se esaminiamo le carte geografiche dell'Istituto Nazionale, il toponimo esatto è indicato "PUNTA D'ERCE", riferibile al promontorio dove esisteva un luogo fortificato, inaccessibile (dal latino ARX, ARCIS s sommità di un colle ; dal greco HERCOS = luogo fortificato; ARKHAIOS dal greco per indicare une località remota. (Nella zona esisteva una colonia greca stanziata lungo il litorale).

 CONA A MARE, non CONO A MARE
Cono a Mare non ha alcun riferimento al cono di gelato! E', invece, riferibile alla cappella di CONA a MARE (cioè Icona) con il trittico che raffigura la Vergine, con il Bambino in grembo e ai lati Santa Caterina di Alessandria e San Nicola di Bari, dipinto da Michele Greco di Valona, su commissione di Cola Bevilacqua (un commerciante che trafficava con l'altra sponda adriatica) a devozione della Madonna. Tale cappella fu distrutta dalla frana del 1816 e il trittico venne trasportato nella chiesa di San Giuseppe (oggi Cattedrale). Il dipinto, restaurato, è custodito nella Chiesa con il titolo "Mater Misericordiae".
 GIUSEPPE CATANIA

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