LETTERATO, CULTORE DELLE ARTI, AVVOCATO, (CONSULTO E DI STATO SOTTO FERDINANDO II)
di GIUSEPPE CATANIA
Tra i personaggi protagonisti che hanno magnificato
la Città del Vasto e l'Abruzzo, figura Roberto Betti,
illustre letterato, dottore in legge, uomo di Stato.
Nacque a Vasto il 5 settembre 1780, figlio di Benedetto
Maria e di Isabella Marchesani.
Da giovane apprese l'arte della incisione su rame da
Nicola Tiberi (in Arcadia Orildo Apollonide, autore di
38 bellissime incisioni su rame per la "storia di Vasto"
di Benedetto Maria Betti).
Fu anche perito nell'arte pittorica (nel gabinetto
archeologico del Museo di Vasto si conservano due figure
incise). Nel 1842 venne stampata una sua dotta
"Dissertazione sul ritratto di Leone X ". Fu anche
autore di composizioni poetiche.
Giureconsulto, fu Socio Corrispondente Dell'Accademia
Ercolanese di Agricoltura e, nel 1817 venne nominato
Sottintendente a Sulmona e fu sostenitore dei lavori
per la costruzione dell'emissario del Lago del Fucino,
come documentato nel Giornale delle due Sicilie del 7
settembre 1817.
Negli annali civici del Regno di quell'anno si ricorda
un suo discorso tenuto dinanzi il Consiglio Generale
della Provincia della Calabria ulteriore.
Fu un uomo di principi liberali e per questo venne
destituito dal Ministro della Polizia, dalla carica di
Intendente presso l'Aquila.
Nel 1831 venne indicato da Melchiorre Delfico fra gli
uomini "chiari per intelligenza e probità da mettere
al governo della pubblica cosa" dal re Ferdinando II.
Con decreto del 2 luglio 1831 venne richiamato al
servizio del Re con la nomina di Sottintendente nel
Distretto di Nola e, dopo due anni, a Reggio.
Nel 1845 in occasione del Congresso degli Scienziati
presieduto dal Ministro dell'interno Santangelo,
Roberto Betti venne chiamato a Napoli per essere incaricato dal Re Ferdinando II di "tenere la firma del
Ministro, durante n congresso.
Dal re venne nominato Commendatore e nell'aprile 1847
Consultore della Consulta Generale, e l'anno dopo - promulgata la legge della nuova costituzione - nominato
Pari del Regno con decreto del 26 giugno.
Nel settembre 1860, dopo l'entrata a Napoli di Giuseppe
Garibaldi, i Consultori di Stato vennero destituiti e
Roberto Betti, per interessamento di numerosi suoi estimatori
che avevano apprezzato il suo valore e l'onestà,
venne reintegrato.
Dopo l'abolizione della Consulta di Stato Roberto Betti
venne eletto consigliere del Supremo Consiglio Amministrativo.
Egli si adoperò per dissuadere i capi del movimento, liberale di Reggio Calabria, perché i tempi non erano maturi, conquistandosi la stima e la venerazione
generale, tanto da intestargli una strada.
Nel 1854 il Betti interpose il suo autorevole intervento
per liberare Massimino Barbarotta,Vincenzo Cardone,
Domenico Crisci, Silvestro Benedettti, F.Paolo lecco,
Beniamino dei Conti Mayo dall'arresto perché accusati
di idee liberali.
Roberto Betti morì a Napoli il 21 settembre 1861.
Ne "Ricordi di Storia Vastese (1906), Luigi Anelli
così scrive di Roberto Betti :"...il suo nome ci ricorderà
sempre un ingegno, un carattere, un cuore".
GIUSEPPE CATANIA
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