ricostruzione storica della donazione e delle finalità
COMUNICATO STAMPA
L’ex asilo Carlo della Penna: da un passato filantropico ad un’attualità menzogneraCOMUNICATO STAMPA
Negli
ultimi giorni i Vastesi hanno scoperto che l’Amministrazione Comunale di Vasto
sta operando contro la storia della stessa città. Non è una novità. Soprattutto
se si tiene conto di quanto sta accadendo nei confronti dell’ex asilo Carlo
della Penna. Dopo svariate voci vaghe e non verificabili, sembrano arrivare
notizie sempre più fondate di uno
“scambio” pubblico-privato (non bastava la
storia dello scambio degli ormai fatiscenti ex-palazzi scolastici) senza che
gli uffici tecnici del Comune ne sappiano nulla. Possiamo anche crederci, ma se
così fosse si paleserebbe una verità: qualcuno mente ed è evidente chi è costui
o chi sono costoro.
Diciamola
tutta. L’ex-Amministrazione Tagliente e quella attuale di Lapenna sembrano
avere lo stesso proposito: distruggere la storia novecentesca dell’educazione
in città. A riconferma di ciò vale la pena ricordare che la vecchia sede della Scuola
Civica Musicale (la villa Ritucci-Chinni, denominata “villa Paradiso”), pur avendo costituito
la base di quell’istituzione, è oggi posta in vendita senza alcun rispetto per
il donatore, il compianto dr. Franz Ritucci-Chinni. Sotto la spinta di alcuni
suo amici vastesi che avevano operato per la fondazione dell’ente musicale, il
munifico donatore cedeva la palazzina richiedendo una sola cosa: l’intestazione
della Scuola alla memoria del padre, dr. Florindo Ritucci-Chinni, per tre volte
Sindaco della città. Presto detto. Il 12 maggio 1994 viene ufficialmente
intestata all’illustre concittadino sei anni dopo che la stessa era stata
inaugurata il 9 aprile 1988. Così, vent’anni dopo l’intitolazione (1994-2014),
la sede storica viene smantellata per raggranellare denaro fresco e inserita in
quel Centro Socio-Culturale Enrico
Berlinguer inaugurato in pompa magna il 22
giugno 2014. Da sede culturale con sede propria per testamento, la Scuola
Musicale è stata sfrattata dal suo sito grazie all’attuale Amministrazione
diventando una tra le tante attività socio-culturali (con consiglio di
amministrazione e direttore artistico). Una fine che non avrebbe mai meritato.
Ma almeno fino a oggi (augurandoci sempre che cambi), la “dottrina Lapenna” non
sembra gradire le donazioni. Figuriamoci la donazione Carlo Della Penna!
Italia
Nostra nel 2015 compirà 60 anni: un compleanno ricco di battaglie e di
proposte, che hanno contribuito al salvataggio di tanti beni culturali e
paesaggistici italiani, sempre evitando le facili connivenze più o meno palesi
con i partiti. Da luglio 2013 Italia Nostra è di nuovo attiva anche nel
Vastese, fiduciosa di riuscire a dare un contributo alla salvaguardia ed alla
valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del nostro territorio.
Con
questo spirito, di là dalle facili polemiche sull’ex asilo Carlo della Penna,
vogliamo offrire un contributo concreto alla comprensione ed alla definizione
dell’importanza storica ed affettiva che quell’edificio rappresenta per i
Vastesi.
Mettiamo
così a disposizione della collettività la sintesi
della ricostruzione storica effettuata dal prof. Luigi Murolo, in occasione della conferenza organizzata il 14
novembre scorso assieme con l’Associazione Civica Porta Nuova e Vasto Libera.
Il titolo della conferenza è
“L’Asilo Carlo della Penna:
una storia di filantropia e mecenatismo”.
Buona lettura e Buon Natale.
Fin dal 1925 Carlo Della Penna si era occupato di
asili d’infanzia secondo il paradigma didattico ottocentesco di Ferrante
Aporti. Aveva contribuito con notevoli finanziamenti, provvedendo con
regolarità e munificenza, dal 1925 fino al 1949 (salvo per l’interruzione della
guerra [1941-1943]), al mantenimento dell’asilo comunale di Vasto istituito nel
1862 (che lui stesso aveva frequentato). Si figuri che dal 1944 al 1949 aveva
disposto l’erogazione annuale di una somma pari ai 2/3 della spesa annuale (vale
a dire che, su un bilancio annuale di Lit. 10.800.000, contribuiva con un
assegno personale di Lit. 7.200.000. In sei anni, dunque, di fronte ai 14
milioni e mezzo sborsati dal comune ben
43 milioni erano risultati a carico di Della Penna).
Nel 1949, su proposta del prof. Vincenzo Carozza,
presidente dell’Ente Asilo, Della Penna acquista per Lit. 350.000 un vecchio
edificio da ristrutturare (ad usum asyli) a fianco dell’Asilo Comunale “Regina
Margherita” (posto sul lato est della chiesa di S. Antonio). Ma per il parere
negativo espresso dal Genio Civile di Chieti (già erano visibili i primi
effetti del movimento franoso che sarebbe sfociato nella catastrofe del 1956),
l’opera non poteva essere realizzata (e qui si comprende molto bene il
funzionamento e la lungimiranza dell’organismo tecnico provinciale).
Un duro colpo alle possibilità “espansive” della
struttura di accoglienza infantile.
Ma qui accade qualcosa di imprevedibile. Vincenzo
Carozza si lascia andare a una proposta ardita che sembra più la richiesta di
un miracolo che qualcosa di possibile. In una lettera del dicembre 1950
indirizzata a Della Penna, il presidente scrive: perché non si costruisce
ex-novo un asilo? Nessuna risposta. Ma una missiva del 14 agosto 1951
proveniente da Buenos Aires dice a Carozza: mi impegno a realizzare la nuova
struttura per una spesa complessiva di 20 milioni. Così, nel periodo tra
dicembre e agosto, Della Penna acquista il terreno, affida un iniziale incarico
di progettazione all’ arch. Luigi Martella (si conosce il disegno) per poi
trasferirlo al geom. Pescarese Nino Del Re (con direttore dei lavori l’ing.
Luciano Tosone e con il lavoro concluso da quest’ultimo nel 1955), con
l’appalto all’impresa Francesco Paolo Bottari. Il tutto in otto mesi. Il 7
ottobre 1951 – appena 53 giorni dopo la comunicazione – viene posta la prima
pietra. L’11 settembre 1955 – alla presenza dell’allora ministro dell’interno
Fernando Tambroni – inaugura l’opera. Nella seduta del consiglio comunale del 6
novembre dello stesso anno, dopo aver accolto la donazione, il Consiglio
all’unanimità lo intitola allo stesso Della Penna eleggendolo primo presidente
del Consiglio di Amministrazione. La delibera, conservata nell’Archivio Storico
del Comune, recita quanto segue:
L’assessore alle Finanze riferisce
al Consiglio circa l’avvenuta inaugurazione dell’asilo infantile Carlo Della
Penna […]. La costruzione e l’attrezzatura dello stesso, dono squisito del concittadino cav. Carlo Della Penna, ha fatto sì
che questa nostra città abbia un asilo
degno delle tradizioni di Vasto, e che senza dubbio è fra i primi della nostra
provincia. Il donatore ha curato ogni particolare, preoccupandosi anche della
vita dell’Istituto e della funzionalità dello stesso; […]. Il Presidente, nel ricordare al Consiglio con quanta cura, con
quanto spirito filantropico ed alto senso di civismo il nostro concittadino Della Penna ha curato, seguito i lavori dell’asilo fino alla sua
inaugurazione, che corona gli sforzi di questo illustre figlio di Vasto e
le aspirazioni di tutta la città, prima di procedere alla elezione dei quattro
componenti il Consiglio di Amministrazione, invita il Consiglio a voler esprimere il più vivo ringraziamento e il
più alto plauso al cav. Carlo Della Penna, assicurandogli che il suo gesto
resterà scolpito nei cuori dei suoi concittadini […]. Che l’opera da lui compiuta resti di monito e
di esempio a quanti amano la propria terra natale ed hanno la possibilità
di mezzi da venire incontro ai concittadini in una forma qualsiasi […].
I dati conosciuti consentono di formulare le
seguenti osservazioni:
- L’asilo è stato donato
al Comune di Vasto fin dal 1955. Lo dichiara in forma solenne un
deliberato del consiglio Comunale.
- A Vasto funziona un
eccellente Archivio Storico Comunale. E’ curato da una competentissima
funzionaria. Non si capisce perché l’attuale amministrazione, così come le
precedenti, non si siano rivolte all’ Ufficio ad hoc per ottenere
informazioni disponibili a tutti. Tanto è vero che si “cade dalle nubi”
(volendo mutuare un’espressione di Zalone) quando si leggono i primi due
richiami della deliberazione di giunta n. 311 del 15 ottobre 2014
sull’acquisizione dell’Asilo al patrimonio indisponibile comunale che
testualmente recitano:
PREMESSO:
- Che per volontà del sig. Carlo Della Penna, nato a Vasto il
11.03.1879 e poi emigrato in Argentina, con atto notarile in Buenos Aires del
25.09.1967 veniva istituita la Fondazione "Carlo Della Penna" avente
fini benefici ed in particolare, come riportato a pag.4 dell’atto costitutivo,
la Costruzione in Vasto e la Gestione, in collaborazione con il Comune,
dell’Asilo "Carlo Della Penna";
- Che nel suo testamento redatto in data 13.03.1969, il
sig. Carlo Della Penna destinava molta parte delle sue proprietà, tra cui
quelle presenti in Vasto, alla succitata Fondazione la quale, a seguito della
sua morte avvenuta il 30.11.1971, con apposito verbale del Consiglio di
Amministrazione, accettava detto lascito e procedeva all’esecuzione delle
volontà del defunto con, tra l’altro, la
costruzione dell’asilo e di un edificio di servizio (NCEU particella 500
sub 1-2-3 del Foglio 36);
Dal
che emerge per il primo caso: Fondazione gestionale e costruzione a partire dal
1967, quando già da dodici anni esisteva l’asilo con apposito consiglio di
amministrazione.
Per il secondo, un interrogativo: in effetti, come è
possibile che il testamento di Della Penna
possa aver trasferito a altri ciò che nel 1955 aveva già donato al
comune (la delibera consiliare del 1955 è esplicita. Se si parla di dono vuol
dire che l’ente donatario lo ha accettato. Non a caso il Presidente (vale a
dire Della Penna) viene eletto dallo stesso consiglio comunale. Si ricorda che
in quel periodo Sindaco di Vasto era il
notaio Olindo Rocchio. Si presuppone senza alcuna ombra di dubbio che, in fatto
di donazioni, un notaio sapesse ciò che doveva fare).
Stando
così le cose, i dati presentati dalla Giunta risultano quanto meno confusi.
3. L’asilo
si presenta nel solco tracciato da due progettisti Luigi Martella e Luciano
Tosone. Alcuni lavori di questo architetto e di questo ingegnere sono stati
esposti nella mostra recentemente organizzata dalla Soprintendenza Archivistica
per l’Abruzzo (maggio-giugno 2014) dal titolo L’architettura
sulla carta allestita dal Comune di Vasto (è bene rammentare che il disegno
dell’Asilo ipotizzato da Martella è stato presentato proprio nella suddetta
rassegna). Va da sé che un manufatto di tal genere deve rimanere nella sua
integrità (salvo i lavori di consolidamento). Onde evitare ciò che è accaduto
nella scuola media Paolucci (vale a dire, il totale stravolgimento
dell’originario progetto di Tosone), occorre procedere con cautela all’
intervento su questa architettura ormai prossima al raggiungimento dei fatidici
70 anni di età.
4.
Che senso ha avuto avviare una procedura
IPAB quando l’asilo era già proprietà del Comune? E’ vero. Le precedenti
amministrazioni sono state responsabili di questo atto. Ma perché l’attuale ha
continuato sulla stessa strada senza emendarlo?
5. Fin
dal 1925 Della Penna si è occupato in prima persona esclusivamente
di asili infantili, mai di scuole. L’unica circostanza in cui ciò è accaduto
è stata in rapporto alla donazione di 3,2 ha di terreno per la costruzione di
un istituto professionale gestito dall’opera salesiana (la posa della prima
pietra avveniva il 4 settembre 1961). Ma la sua è stata una “semplice”
donazione (figuriamoci. Una cosuccia di appena 3,2 ha). Ma non ha visto la sua diretta
partecipazione. Di conseguenza, volendo tener conto di quanto aveva
dichiarato il Consiglio comunale del 1955 – «il suo gesto resterà scolpito nei
cuori dei suoi concittadini» – la destinazione deve restare quella che oggi si
si chiama “scuola d’infanzia”.
6. Qualora si volesse considerare
l’unica alternativa possibile, si dovrebbe tener conto di quanto Della Penna ha
svolto sul versante del mecenatismo. Infatti, tenendo conto che l’Asilo in
questione ha ospitato dal 1959 al 1966 il “Premio di Pittura ‘Carlo Della
Penna’” (oggi “Premio Vasto”) interamente finanziato dallo stesso filantropo
italo-argentino, la struttura potrebbe essere destinata alla galleria civica di
Arte Moderna (senza dimenticare il pannello bronzeo realizzato dallo scultore
Enrico Manfrini, dobbiamo sottolineare la decorazione olio su intonaco eseguita
dal pittore Vincenzo Canci nella sala del Teatro). Di fatto, è stato il Della
Penna a seguire la manifestazione tramite l’avv. Antonio Fanghella, membro a un
tempo del Consiglio di Amministrazione dell’Asilo e del Comitato organizzatore
del Premio. Va da sé che solo in questa relazione asilo e arte – o con una
battuta si potrebbe dire “asilo dell’arte” – potrebbe essere colto il diverso
uso della struttura.
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