commento al vangelo della domenica
a cura di don Gianni Carozza
I
Domenica di Avvento
(Mt
13,33-37)
30
NOVEMBRE 2014
TEMPO DI AVVENTO PER SCUOTERCI DAL TORPORE DELLA QUOTIDIANITÀ
In questa prima
domenica di Avvento ci viene detto di vegliare, e la forza della Parola di Dio
ci aiuta
a scuoterci dal torpore in cui la quotidianità e l’abitudine spesso ci
portano, a renderci chiaramente consapevoli della nostra situazione di peccato;
e in questa luce possiamo vedere la prima lettura dal profeta Isaia.
Sono i primi ebrei
rientrati in Palestina dopo l’esilio in Babilonia, ed al Signore elevano
l’accorata supplica perché affretti il suo ritorno a rincuorare e sostenere il
suo popolo... “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!...”gridano al Signore.
Sono consapevoli del loro peccato, come noi dobbiamo esserlo del nostro... “Abbiamo
peccato contro di te da lungo tempo... siamo stati ribelli... siamo avvizziti
come foglie... le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento...”.
Nasce anche per noi
così la supplica al Signore perché si faccia a noi vicino... “Ritorna per
amore dei tuoi servi…” nella certezza della sua risposta, perché Lui ci è
Padre, e con questa parola “Padre” inizia e si conclude il brano del Profeta
Isaia.
E la preghiera si è
fatta realtà! I cieli si sono squarciati; il Padre ci ha mandato il suo Figlio,
e “in Lui siamo stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli
della conoscenza”, come ci ricorda San Paolo nella lettera ai Corinzi, per operare
ciò che egli stesso ci chiede di fare.
È per grazia sua che
noi possiamo restare “saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del
Signore Nostro Gesù Cristo” in quel vegliare operoso nelle sua attesa.
“Ma, in pratica, cosa
significa vegliare? Forse pregare, rimanere sobri senza lasciarsi annebbiare
dai piaceri o dalle ubriachezze? Comportarsi onestamente? Tutto questo ed
ancora di più: vegliare significa vivere ricordando che ci è stato affidato un
compito da colui che riconosciamo nostro Signore, orientando a Lui tutta la
nostra vita e desiderando solo la sua approvazione”.
Gianni
Carozza
Nessun commento:
Posta un commento