Del simulacro del Santo
Michele, immagine e devozione senza tempo
Talvolta, non certo la
tradizione cade a pezzi, ma quei simulacri del sacro e del religioso, abbandonati
al loro destino di oggetti (sia pure di devozione) o di cose (formate dalla
mano dell’uomo, eppur per sé dei pezzi di legno, di pietra, o d’altra materia).
Capita che vengano ripresi, riscoperti e riavvalorati per quel che erano o
volevamo essere e dire agli uomi che li tenevano in casa, per quanto possibile
in termini figurativi.
E’ il caso di questo San Michele in legno (dell’otto-primi-novecento, si può pensare), grande meno di un palmo di mano, di fattura chiaramente artigianale, tipica e caratterizzante nella nota iconografia meridionalistica, disarticolata alquanto e parzialmente ricostruita nei suoi elementi iconici, sommariamente definito nei tratti somatici e nel cimieri o, piuttosto, consunto dalle tante mani devozionalmente posatesi negli anni su di essa.
Colui o colei che questa statuina l’ha riscoperta e
pensato di prolungarne, con
pulitura e aggiustamenti del caso, una funzione simbolica e quotidiana, ha
chiesto ai restauratori che venisse immessa, per poi tenerla in casa ben a
vista, in una sorta di tempietto edicola, sempre in legno, tinto noce. E’ il caso di questo San Michele in legno (dell’otto-primi-novecento, si può pensare), grande meno di un palmo di mano, di fattura chiaramente artigianale, tipica e caratterizzante nella nota iconografia meridionalistica, disarticolata alquanto e parzialmente ricostruita nei suoi elementi iconici, sommariamente definito nei tratti somatici e nel cimieri o, piuttosto, consunto dalle tante mani devozionalmente posatesi negli anni su di essa.
Colui o colei che questa statuina l’ha riscoperta e
L’ho trovata e riguardata a Via San Gaetanello di
Vasto, stante la Festività in atto del Santo Michele nostro Arcangelo, in un
noto emporio di oggetti, d’uso e d’arte, di un ...mondo senza tempo. Di ciò che
è transeunte come tutto e tutti, che ha peraltro destino di restare, qualora
significanti per sé, per quanto in essi di ciò che è stato s’individua idea e
traccia, di quanti uomini e donne più non sono, ma di cui confortevolemente
serve conservare, d’immagine e di sentimento, una buona memoria.
GFP
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