venerdì 26 settembre 2014

San Michele (9): la devozione verso l'Arcangelo iniziò nel Medioevo, con i pellegrinaggi a Monte S. Angelo

I pellegrinaggi a San Nicola di Bari includono,
da sempre, la visita a S.Michele a Monte S. Angelo. 
NONA PUNTATA 
di LINO SPADACCINI

Il legame e la devozione della città del Vasto verso l’Arcangelo Michele risale a tempo immemore, ben prima del 1657 quando, a causa del diffondersi della peste bubbonica in tutta l’Italia meridionale, a Vasto si cominciò a pregare con fervore e devozione e in ringraziamento per lo scampato pericolo, si decise di costruire una chiesa in onore dell’Arcangelo Michele.

Sin dal Medioevo, da Vasto partivano a piedi comitive di devoti per recarsi in pellegrinaggio sul Gargano per visitare la grotta dell’Arcangelo Michele. Anche il canonico vastese Diego Maciano, nel suo “Diario”, in data 27 aprile 1714, annotava: “Andò la Compagnia del Carmine a visitare S. Michele Arcangelo nel Monte Gargano, et à S.Nicola di Bari in
ringratiamento della recuperata salute della Sig.ra Marchesa, il Priore q.le era D. Diego Maciano, li forieri D. Giuseppe Impastari e D. Giacinto Olivii”.
Tracce del passaggio dei pellegrini vastesi sono presenti sui bollettini del Santuario nel periodo 1930-50, ed ancora oggi, soprattutto durante il mese di maggio, in concomitanza con la festa di S. Nicola di Bari, gruppi di pellegrini si recano nella chiesa di Monte Sant’Angelo.
Tra i fedeli vastesi, di generazione in generazione, si tramanda una storia interessante. San Michele si lamenta con il Signore: “Sopra a questa montagna mi hai messo, ma chi mi verrà a trovare?”. Ed il Signore, rassicurando l’Arcangelo, risponde. “Chi va a San Nicola (a Bari) e non va a San Michele è come se non c’è andato”. Per questo, per i pellegrini, è importante la presenza in entrambi i Santuari. Ancora oggi, agli inizi di maggio, alcuni gruppi vastesi si recano in autobus fino a S. Marco in Lamis poi, attraverso la strada del pellegrino, raggiungono a piedi prima S. Giovanni Rotondo, per una breve sosta alla tomba di San Pio, e quindi Monte Sant’Angelo per la visita al Santuario di San Michele. Successivamente, in autobus, raggiungono il Santuario di S. Nicola di Bari. Il giorno del ritorno a Vasto, l’8 maggio, è d’obbligo una tappa di ringraziamento al Santo Patrono in occasione della festa della “Vittoria”.
Quello che sorprende di più, come testimoniato in un interessante articolo di Orlando Giuffreda, dal titolo “La devozione a San Michele della Città di Vasto”, è la presenza di varie iscrizioni, graffite, presenti sulle pareti rocciose della scalinata angioina del Santuario di Monte Sant’Angelo, di pellegrini vastesi che hanno voluto consegnare alla memoria, quasi come un ex voto, il loro passaggio. In particolare, ne è presente una molto interessante del 1522: A. TULLIO DEL / CASALE DE MORO / DEL VASTO / A DI 28 MAI 1522. IO MARCO / DE MORO / DE LO VASTO H D”. Una preziosa testimonianza lasciata ben 135 anni prima dell’inizio della costruzione della chiesa di San Michele Arcangelo a Vasto.

Lino Spadaccini



















































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