sabato 27 settembre 2014

SAN MICHELE (10): 1657 INIZIA LA COSTRUZIONE DELLA CHIESA , nelle fondamenta incastonata una pietra della basilica di S. Michele del Gargano

DECIMA PUNTATA
di Lino Spadaccini
Dai tempi dell’antica Histonium fino a tempi più recenti, Vasto ha avuto molti giorni infelici a causa di numerose calamità che hanno colpito la sua gente: terremoti, invasioni di cavallette, scoscendimenti di terreno, tifo petecchiale, morbo asiatico e peste bubbonica. Proprio quest’ultima calamità, nel 1657, infierì in tutta l’Italia meridionale e, in particolar modo, a Napoli, Foggia, S.Severo e Lucera, provocando circa quattrocentomila decessi.
Anche a Vasto, visto l’avvicinarsi del pericolo, si temeva per le sorti delle famiglie, e si cominciò a pregare con fervore e devozione. Nel frattempo, all’Arcivescovo di S. Giovanni Rotondo, Giovanni Puccinelli, all’alba del 22 settembre
1656, apparve, avvolto in una grande luce, l’Arcangelo Michele ad annunciargli che tutte le città che avrebbero posseduto una pietra della basilica di S. Michele del Gargano, sarebbero state preservate da tutti questi flagelli: “Sappiate, o Pastore di queste pecorelle, che Io sono l'Arcangelo Michele; ho impetrato dalla Ss.ma Trinità che, chiunque adopererà con devozione i sassi della mia Grotta, allontanerà dalle case, dalle città, e da qualunque luogo, la peste. Praticate e narrate a tutti la Grazia Divina. Voi benedirete i sassi, scolpendo su di essi il segno della Croce con il mio Nome”.

Così il 19 marzo del 1657, il clero di S. Maria, accompagnato dalla Congrega del Gonfalone e da tutto il popolo andò a posare la prima pietra della chiesa. “Frattanto che dal Clero unito a’ Cittadini le Litanie maggiori si cantavano”, ricorda lo storico Luigi Marchesani nella sua “Storia di Vasto”, “la Congrega in soddisfazion di voto promettea far celebrare nella nuova Chiesa la Messa cantata quando il dì festivo dell’Arcangelo veniva, le pietre fondamentali ed altri oggettini di devozione si ponevano”. Carlo Ignazio de Vecchis, Vicario Foraneo, fu il primo a gettare un mattone sul quale era scolpita la Croce e la sigla S.M.A., e dove era stata incastonata una pietruzza della basilica di S. Michele del Gargano, oltre una lamina di piombo “sulla quale leggevasi che in tal giorno, essendo Pontefice Alessandro VII, desso avea posta la prima pietra fondamentale già benedetta”. Altri mattoni, con iscrizioni simili, vennero collocati dall’Arciprete di S. Maria, dal Vice-Marchese e dal Mastrogiurato. In ultimo, il predicatore quaresimale Pietro da Lucera, cappuccino, rinchiuse nelle fondamenta molte medagliette benedette di diversi santi.
Il terreno venne donato da Francesco Crisci, mentre la chiesa fu terminata nel 1675, come riferisce l’iscrizione murata sopra la porta della chiesa, dettata da Giovanni Palma, che in quel tempo era segretario del Marchese d’Avalos. 
MICHAELI
SVPREMO COELESTIS MILITIAE DVCI
SEXQVE ALIIS DEO ADSTANTIBVS HIERARCHIS
SPIRITIBVS
AMORE FERVIDIS
VIRTVTE POTENTIBVS
AVXILIO PROPINOVIS
DEBACCHIANTE CONTAGI INCOLVMES AC TERREMOTV
SERVATI
CIVES ISTONIENSES
TEMPLVM
E CONSPECTV GARGANI BASILICAE
BENE ACCEPTI STATVVNT
MONVMENTVM
ET PIETATIS POSTERIS IMITANDAE PONVNT
EXEMPLVM
M D C LXXV SALVTIS VOLVENTE ANNO
(A Michele, capo supremo della milizia celeste e gli altri sei Arcangeli, che sono all’immediato cospetto di Dio con fervente amore, prodigiosa potenza e accorrente soccorso, i Cittadini Vastesi, rimasti incolumi da furiosa epidemia e da terremoto innalzarono un tempio prospiciente la basilica del Gargano come monumento di animo grato e lo consegnano ai posteri come esempio di pietà da continuare nei secoli).
Tre anni dopo l'ultimazione della chiesa Carlo Ignazio de Vecchi donò le due acquasantiere in pietra, ancora oggi visibili, murate ai lati dell'ingresso della chiesa. Su di esse è leggibile la seguente iscrizione:
EX DONO D. CAR. IG. DE VECCHYS. 1660.





























































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