DECIMA PUNTATA
di Lino Spadaccini
Dai tempi dell’antica Histonium fino a tempi più
recenti, Vasto ha avuto molti giorni infelici a causa di numerose calamità che
hanno colpito la sua gente: terremoti, invasioni di cavallette, scoscendimenti
di terreno, tifo petecchiale, morbo asiatico e peste bubbonica. Proprio
quest’ultima calamità, nel 1657, infierì in tutta l’Italia meridionale e, in
particolar modo, a Napoli, Foggia, S.Severo e Lucera, provocando circa
quattrocentomila decessi.
Anche a Vasto, visto l’avvicinarsi del pericolo, si
temeva per le sorti delle famiglie, e si cominciò a pregare con fervore e
devozione. Nel frattempo, all’Arcivescovo di S. Giovanni Rotondo, Giovanni
Puccinelli, all’alba del 22 settembre
1656, apparve, avvolto in una grande
luce, l’Arcangelo Michele ad annunciargli che tutte le città che avrebbero
posseduto una pietra della basilica di S. Michele del Gargano, sarebbero state
preservate da tutti questi flagelli: “Sappiate,
o Pastore di queste pecorelle, che Io sono l'Arcangelo Michele; ho impetrato
dalla Ss.ma Trinità che, chiunque adopererà con devozione i sassi della mia
Grotta, allontanerà dalle case, dalle città, e da qualunque luogo, la peste.
Praticate e narrate a tutti la Grazia Divina. Voi benedirete i sassi, scolpendo
su di essi il segno della Croce con il mio Nome”.
Così il 19 marzo del 1657, il clero di S. Maria,
accompagnato dalla Congrega del Gonfalone e da tutto il popolo andò a posare la
prima pietra della chiesa. “Frattanto che
dal Clero unito a’ Cittadini le Litanie maggiori si cantavano”, ricorda lo
storico Luigi Marchesani nella sua “Storia
di Vasto”, “la Congrega in soddisfazion
di voto promettea far celebrare nella nuova Chiesa la Messa cantata quando il
dì festivo dell’Arcangelo veniva, le pietre fondamentali ed altri oggettini di
devozione si ponevano”. Carlo Ignazio de Vecchis, Vicario Foraneo, fu il
primo a gettare un mattone sul quale era scolpita la Croce e la sigla S.M.A., e
dove era stata incastonata una pietruzza della basilica di S. Michele del
Gargano, oltre una lamina di piombo “sulla
quale leggevasi che in tal giorno, essendo Pontefice Alessandro VII, desso avea
posta la prima pietra fondamentale già benedetta”. Altri mattoni, con
iscrizioni simili, vennero collocati dall’Arciprete di S. Maria, dal
Vice-Marchese e dal Mastrogiurato. In ultimo, il predicatore quaresimale Pietro
da Lucera, cappuccino, rinchiuse nelle fondamenta molte medagliette benedette
di diversi santi.
Il terreno venne donato da Francesco Crisci, mentre la
chiesa fu terminata nel 1675, come riferisce l’iscrizione murata sopra la porta
della chiesa, dettata da Giovanni Palma, che in quel tempo era segretario del
Marchese d’Avalos.
MICHAELI
SVPREMO COELESTIS MILITIAE DVCI
SEXQVE ALIIS DEO ADSTANTIBVS
HIERARCHIS
SPIRITIBVS
AMORE FERVIDIS
VIRTVTE POTENTIBVS
AVXILIO PROPINOVIS
DEBACCHIANTE CONTAGI INCOLVMES AC
TERREMOTV
SERVATI
CIVES ISTONIENSES
TEMPLVM
E CONSPECTV GARGANI BASILICAE
BENE
ACCEPTI STATVVNT
MONVMENTVM
ET
PIETATIS POSTERIS IMITANDAE PONVNT
EXEMPLVM
M D C LXXV SALVTIS VOLVENTE ANNO
(A Michele, capo supremo della milizia celeste e gli
altri sei Arcangeli, che sono all’immediato cospetto di Dio con fervente amore,
prodigiosa potenza e accorrente soccorso, i Cittadini Vastesi, rimasti incolumi
da furiosa epidemia e da terremoto innalzarono un tempio prospiciente la
basilica del Gargano come monumento di animo grato e lo consegnano ai posteri come
esempio di pietà da continuare nei secoli).
Nessun commento:
Posta un commento