lunedì 8 settembre 2014

Il ricordo della famiglia Martella:"le sue lunghe camminate erano dedicate alla ricerca del luogo che più di tutti sprigionava l'armonia tra uomo e natura"

Alessandra Martella, nipote del pittore 
Durante la presentazione della mostra su Luigi Martella a Palazzo d'Avalos, molto apprezzato è stato l'intervento della nipote Alessandra che riportiamo integralmente. 

di ALESSANDRA MARTELLA
Non ho conosciuto mio nonno, ma dai racconti che familiari, amici, conoscenti facevano, ho cercato fin da piccola di ricostruire la sua personalità, aggiungendo mano a mano che crescevo qualche aspetto in più a quell'immagine che da sfocata diventava sempre più nitida.

Marito affettuoso e
divertito dalla bonaria competizione che spingeva la moglie ad intensificare la sua attività di pittrice.

Poco attento al pratico e all'utile, privo del senso degli affari. Si aggirava per i corridoi di casa con la sua giacca da camera bordeaux, una casa-laboratorio non sempre in ordine, ma sempre aperta a tutti.

Architetto amante delle linee morbide e snelle che cercavano l'armonia tra edificio e paesaggio naturale circostante.

Preside disponibile ad aiutare i ragazzi, attento alla formazione umana dell'allievo, oltre che alla competenza delle singole discipline, approccio didattico sicuramente all'avanguardia in tempi in cui la scuola si basava su una rigida distanza tra alunno e docente ed in cui spesso la professionalità veniva misurata con le severe valutazioni.

Ha raggiunto il più grande obiettivo educativo: il sincero affetto con cui i suoi ex alunni lo ricordano.

Ma al di là della casa, del tecnigrafo, della cattedra, l'esigenza di unirsi al suo grande amore: la pittura e sono proprio i suoi quadri gli interlucotori principali che mi hanno parlato di mio nonno.

L'ispirazione proviene dal paesaggio, da quella natura in cui l'uomo aggiunge la sua attività: una marina con le barche, una collina con le case, tra le montagne un tratturo con un pastore.

Lunghe camminate erano dedicate alla ricerca del luogo perfetto, quel luogo che più di tutti sprigionava l'armonia, lo stringersi la mano tra uomo e natura.

Fiducioso come era di trovare questo connubio, lo immortalava nelle sue tele con orizzonti sereni, colori lucidi, freschi che rivelano il suo profondo ottimismo.

Così di prima mattina durante le vacanze navellesi  - accompagnato dal figlio Enzo e dal nipote Marcello, l'uno con il cavalletto, l'altro con il cassettino pieno di strumenti - nonno, distratto, ma assorto, trovato il suo scorcio disponeva i colori sulla tavolozza e tramite quei colori, quelle pennellate, inseriva nel quadro, il calore di un tramonto, il venticello fresco di montagna, l'immobilità e la serenità del paese nelle ore del meriggio, il chiacchierio pettegolo delle donne, il profumo di un pino, la solennità e la spiritualità di una chiesetta nascosta tra gli alberi.

Il riversare in un paesaggio o in un volto un sentimento personalissimo in modo tale da trasformare un oggetto dipinto in qualcosa di non più impersonale, ma in qualcosa con un'anima, è l'arte.

E l'anima che emerge dietro gli oggetti dipinti è l'anima del pittore.

Di fronte ai suoi quadri respiro il suo amore per la vita, scorgo la dignità di cui rivestiva le piccole cose quotidiane sublimandole e rendendole protagoniste di una tela, della sua esistenza.

Questa iniziativa nasce grazie alla sensibilità di chi sa leggere e valorizzare il bello . Un sincero ringraziamento va , dunque, ai cari amici del CAI che con estrema cura, pazienza e devozione hanno progettato e realizzato questa esposizione. I componenti di questa associazione nutrono la forte passione di incontrare, esplorare, conoscere da vicino la natura, in modo particolare la natura in una delle manifestazioni più imponenti e genuine: la montagna. Camminando tra le montagne dell'aquilano, questo gruppo di Vastesi è giunto tra le vie ed i borghi di Navelli ed osservando le strade, la Piazza, i casali di questo paese, ha ripensato alle tele di Luigi Martella ed ha voluto risvegliare in tutti noi il senso delle cose belle dato che è proprio questo che unisce i componenti del Cai: riscoprire gioielli artistici, architettonici, paesaggistici. Questi amici hanno realizzato la mostra provvedendo a tutto: dai contatti con le autorità e con gli sponsor, alla realizzazione del catalogo curato nei minimi dettagli, all'allestimento delle sale.

E' raro trovare persone che si impegnano così tanto in modo assolutamente disinteressato con il solo fine di condividere qualcosa di bello. Un ringraziamento speciale va, oltre al Presidente Francesco Famiani, agli infaticabili Nicola D'Adamo, Filippo Pomponio, Leontina e Franco Salvatorelli, e alla dottoressa Campli, che con la loro inesauribile energia ed il loro trascinante entusiasmo hanno coinvolto, non solo mio padre, ma tutta la mia famiglia in questa bellissima, indimenticabile avventura.

Ringraziamo inoltre la tipografia Histonium per il suo scrupoloso lavoro, gli sponsor, i sindaci e le amministrazioni comunali di Vasto e Navelli per aver voluto ospitare i quadri di nonno nelle splendide sale di Palazzo D'Avalos e Palazzo De Roccis, cornici ideali per questa esposizione.

ALESSANDRA MARTELLA   

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