lunedì 14 luglio 2014

VACANZE A VASTO AGLI INIZI DEL '900

Anche allora si attuava un turismo balneare di massa, ma di modeste proporzioni.
  di GIUSEPPE CATANIA

Le "smanie"della villeggiatura hanno sempre interessato l'umanità fin dalla sua apparizione nel nostro pianeta. Le "migrazioni" di cui la storia ci narra le vicende, costituiscono i primi esempi di spostamento dell'uomo, allora inteso come necessità di procurarsi il cibo, ma anche come desiderio di nuove scoperte del mondo in cui si viveva.

Ai primi del '900 Marina di Vasto accoglieva un turismo che oggi si potrebbe definire di massa, ma di modeste proporzioni, perchè, anche allora nonostante la mancanza di mezzi di trasporto, ci si
muoveva, e come!

La meta preferita era la spiaggia di Vasto, dove non vi erano gli alberghi di cui è dotata oggi: solo qualche locanda per il ristoro dei passeggeri,  che ruotava attorno alla stazione ferroviaria.


I preparativi divenivano spasmodici. In famiglia ognuno si affannava ad ammucchiare ogni oggetto indispensabile per la vacanza al mare, che, peraltro, durava una stagione estiva.
Le brande con i materassi, le batterie per la cucina, i recipienti per conservare l'acqua potabile e il vino, le provviste alimentari.

Si caricava tutto su di un carro trainato dal cavallo, ivi compresa una buona scorta di legna da ardere, indispensabile per accendere il fuoco per la cottura dei cibi.

E si partiva, così, alle prime luci dell'alba, per transitare inosservati con le masserizie, lungo le strade della Città ancora addormentata. L'alloggio predestinato e pattuito la stagione precedente, era una stanza di "masseria" che i contadini e gli ortolani, improvvisati albergatori, affittavano durante la stagione estiva (loro si riducevano a dormire anche nel pagliaio per guadagnare qualche soldo), comprendendo nel prezzo anche la fornitura di pomodori e peperoni freschi…

Al mare si scendeva con il costume da bagno addosso, nelle variopinte fogge e nelle singolari caratteristiche, con pizzi e ricami vistosi per le donne, che ricoprivano interamente il corpo. 

Ci si avviava, chi lungo la battigia sotto l'ombrellino tutto trine e merletti, chi allo stabilimento balneare che allora era costruito su palafitte in legno in mezzo al mare, con le cabine direttamente collegate con le acque sottostanti, mediante una botola che si apriva dal pavimento interno, munita dì una scala. Si prendeva il bagno rimanendo ancorati ai pioli della scaletta.

Prima del crepuscolo,lungo la strada ferrata transitava la famosa "valigia delle Indie" il treno transcontinentale che collegava Calais/Bombay,via Parigi, Milano, Ancona, Brindisi, al passaggio del quale si regolava l'orologio per predisporsi al rientro.

La giornata trascorreva così nella beata contemplazione della natura,in una quiete assoluta, turbata solo discretamente dai gridolini con cui le giovinette accompagnavano il gioco con i
cerchietti, mentre sulla barca di salvataggio l'anziano e vigile bagnino esortava i più ardimentosi a non spingersi al largo,oltre la prima "sottile".

A sera s'udiva, in lontananza, l'eco delle corde delle chitarre e dei mandolini che i barbieri, trasformatisi in provetti musici, dopo la fatica quotidiana, pizzicavano al tenue bagliore del plenilunio risplendente, come una colata argentea, sulle onde placide del mare Adriatico.

GIUSEPPE CATANIA

FOTO D'EPOCA ARCHIVIO IDA CANDELORO













Nessun commento: