Anche
allora si attuava un turismo balneare di massa, ma di
modeste proporzioni.
di GIUSEPPE CATANIA
Le
"smanie"della villeggiatura hanno sempre interessato l'umanità fin
dalla sua apparizione nel nostro pianeta. Le "migrazioni" di cui la
storia ci narra le vicende, costituiscono i primi esempi di spostamento
dell'uomo, allora inteso come necessità di procurarsi il cibo, ma anche come
desiderio di nuove scoperte del mondo in cui si viveva.
Ai primi
del '900 Marina di Vasto accoglieva un turismo che oggi si potrebbe definire di
massa, ma di modeste proporzioni, perchè, anche allora nonostante la mancanza
di mezzi di trasporto, ci si
muoveva, e come!
La meta
preferita era la spiaggia di Vasto, dove non vi erano gli alberghi di cui è dotata
oggi: solo qualche locanda per il ristoro dei passeggeri, che ruotava attorno alla stazione
ferroviaria.
I
preparativi divenivano spasmodici. In famiglia ognuno si affannava ad
ammucchiare ogni oggetto indispensabile per la vacanza al mare, che, peraltro,
durava una stagione estiva.
Le brande
con i materassi, le batterie per la cucina, i recipienti per conservare l'acqua
potabile e il vino, le provviste alimentari.
Si
caricava tutto su di un carro trainato dal cavallo, ivi compresa una buona scorta
di legna da ardere, indispensabile per accendere il fuoco per la cottura dei
cibi.
E si
partiva, così, alle prime luci dell'alba, per transitare inosservati con le
masserizie, lungo le strade della Città ancora addormentata. L'alloggio
predestinato e pattuito la stagione precedente, era una stanza di
"masseria" che i contadini e gli ortolani, improvvisati albergatori,
affittavano durante la stagione estiva (loro si riducevano a dormire anche nel
pagliaio per guadagnare qualche soldo), comprendendo nel prezzo anche la
fornitura di pomodori e peperoni freschi…
Al mare
si scendeva con il costume da bagno addosso, nelle variopinte fogge e nelle
singolari caratteristiche, con pizzi e ricami vistosi per le donne, che
ricoprivano interamente il corpo.
Ci si
avviava, chi lungo la battigia sotto l'ombrellino tutto trine e merletti, chi
allo stabilimento balneare che allora era costruito su palafitte in legno in
mezzo al mare, con le cabine direttamente collegate con le acque sottostanti,
mediante una botola che si apriva dal pavimento interno, munita dì una scala.
Si prendeva il bagno rimanendo ancorati ai pioli della scaletta.
Prima del
crepuscolo,lungo la strada ferrata transitava la famosa "valigia delle
Indie" il treno transcontinentale che collegava Calais/Bombay,via Parigi, Milano,
Ancona, Brindisi, al passaggio del quale si regolava l'orologio per predisporsi
al rientro.
La
giornata trascorreva così nella beata contemplazione della natura,in una quiete
assoluta, turbata solo discretamente dai gridolini con cui le giovinette
accompagnavano il gioco con i
cerchietti,
mentre sulla barca di salvataggio l'anziano e vigile bagnino esortava i più
ardimentosi a non spingersi al largo,oltre la prima "sottile".
A sera
s'udiva, in lontananza, l'eco delle corde delle chitarre e dei mandolini che i
barbieri, trasformatisi in provetti musici, dopo la fatica quotidiana, pizzicavano
al tenue bagliore del plenilunio risplendente, come una colata argentea, sulle
onde placide del mare Adriatico.
GIUSEPPE
CATANIA
FOTO D'EPOCA ARCHIVIO IDA CANDELORO
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