Frutto di superficialità e incultura: Vico Pacchia, via Cono a mare, Vico del Moschetto, Aderci e altro ancora.
Tre esempi da correggere in vico Moschetta (personaggio), via Bebia, non Bebbia (Lat. Baebius), D'Erce, non Aderci. |
Vasto può vantare il
primato mondiale nel settore della toponomastica incolta e confusionaria,
frutto di una colpevole superficialità con cui, non da ora, sono state
intitolate strade, piazze, località. Molte di esse seppur legate ad una antica
tradizione storica, risultano arbitrariamente etichettate con errori madornali
che debbono pur essere corretti, per far sì che la
toponomastica vastese sia aderente alla realtà e non inviti a sorridere alla ignoranza pubblica.
toponomastica vastese sia aderente alla realtà e non inviti a sorridere alla ignoranza pubblica.
Noi offriamo alcuni
esempi di aberranti intestazioni.
Partiamo dai nomi
che si riferiscono al tempo di Roma.
VICO PACHIA
(precedente intestazione VIA PACCHIA) un vicoletto sito nel quartiere di Santa
Maria Maggiore. Errata l'attuale denominazione
che, più corretta, sarebbe VIA PAQUIO, che si riferisce al proconsole
Publio Paquio (o Pachio) Sceva,che fu Pretore e Magistrato, Sovrintendente alle
vie di comunicazione extraurbane (Curator Viarum Extraurbem) e anche Tribuno e
Proconsole a Cipro. Nel Museo Archeologico di Palazzo D'Avalos si conserva il
sarcofago "bisomo" che
conteneva il corpo di Publio Paquio Sceva e quello delle moglie Flavia. Nella parte destra e sinistra sono incise le iscrizioni della genealogia dei coniugi e le cariche ricoperte dall'illustre personaggio.
conteneva il corpo di Publio Paquio Sceva e quello delle moglie Flavia. Nella parte destra e sinistra sono incise le iscrizioni della genealogia dei coniugi e le cariche ricoperte dall'illustre personaggio.
VIA BEBBIA, tra la
cattedrale e piazza Caprioli, è riferita alla nobile famiglia romana di Marcus
BAEBIUS. Più corretta VIA BEBIA.
VIA ELOIDIA, piccola
traversa su via Roma, dovrebbe essere VIA HELVIDIA LASCIVIA, Nobile Istoniese
PUNTA ADERCI vuole
indicare la località sita a Punta Penna, errata nella segnaletica, perchè, se
esaminiamo le carte geografiohe dell'Istituto Nazionale, il toponimo esatto è
indicato "PUNTA D'ERCE", riferibile al promontorio dove esisteva un
luogo fortificato, inaccessibile (dal
latino ARX,ARCIS s sommità di un colle ; dal greco HERCOS = luogo fortificato;
ARKHAIOS dal greco per indicare une località remota.Nella zona esisteva una
colonia greca stanziata lungo il litorale).
CONO a MARE, non ha
alcun riferimento al cono di gelato! E', invece, riferibile alla cappella di CONA a MARE (cioè Icona) con
il trittico che raffigura la Vergine, con il Bambino in grembo e ai lati Santa
Caterina di Alessandria e San Nicola di Bari, dipinto da Michele Greco di
Valona, su commissione di Cola Bevilacqua (un commerciante che trafficava con
l'altra sponda adriatica) a devozione della Madonna. Tale cappella fu distrutta
dalla frana del 1816 e il trittico venne
trasportato nella chiesa di San Giuseppe (oggi Cattedrale). Il dipinto,
restaurato, è custodito nella Chiesa con il titolo "Mater
Misericordiae".
VICO DEL MOSCHETTO,
una viuzza sulla passeggiata della Loggia Amblingh, Ristorante "Le
Cisterne". Evidentemente qualche grafico analfabeta e burlone si è
divertito a manipolare la corretta intestazione della strada che va
"corretta" in VICO MOSCHETTA riferita ad una famiglia vissuta tra il
1500/1600 (Giovanni 1529; Onofrio 1570, deputato tra i 60 al Parlamento;"Ascanio,
Sindaco nel 1585; Giovanni Battista 1612; Claudio 1653). "Molti Moschetta
- riferisce Luigi Marchesani nella sue "Storia di Vasto" (pubblicata
a Napoli il 16 febbraio 1938) furono dottori secolari ed ecclesiastici, addetti
al buon Governo di Vasto".
Toponomastica
irrazionale e incolta, affidata ad analfabeti scrivani che si sono divertiti a
storpiare le intestazioni delle strade, offendendo l'intelligenza dei
"distratti"
cittadini e delle stesse autorità preposte al decoro civico che sono chiamate a
correggere gli "errori" di cui si offrono alla derisione pubblica.
BELVEDERE
ROMANI, non "Romano". L'area fuori Porta Nuova è intestata al dottor
fisico Francesco Romani, che introdusse, per primo in Italia
e in Inghilterra l'Omeopatia. Nacque a Vasto il 24.9.1785 da Eligio e Grazia
Laccetti, ed ebbe suoi allievi Gabriele Rossetti e Roberto Betti ed
altri intellettuali
che fecero parte del cenacolo culturale "Atene degli Abruzzi".
Cultore della letteratura scrisse il famoso sonetto "Sciaraballeine".
Lasciò per Vasto 600
ducati annui, di cui 100 da destinare a quattro giovinette in procinto si
sposarsi, di estrazione contadina; e un terreno al "Belvedere Romani"
(l'attuale piazza fuori Porta Nuova ). Promosse la nascita della Cattedra ambulante
di Agricoltura, la prima in Italia con sezioni ad Atessa, Gissi e Castiglione
Messer Marino.
VIA CANACCIO -
Scrive lo storico Luigi Marchesani:" Mi pare esser questo un soprannome
perché trovò, tra le famiglie vastesi del 1522, Giovanni de Donato Canazo (o
Canazzo)" come risulta da numerosi documenti, illustri esponenti che
onorarono il casato, che successivamente,
impressero alla famiglia la denominazione "Canaccio" Giuseppe
Antonio, dottore in legge fu eletto mastrogiurato e scampò da un colpo di
pistola, quando si affacciò dalla
finestra della sue
abitazione, per ricevere l'omaggio della folla.
Per evitare
errori, i cognomi dei personaggi
dovrebbero essere accompagnati anche dal nome di battesimo, professione, data
di nascita e di morte.
Esempio: la
denominazione piazza Caprioli, che non è riferita agli animali, dovrebbe essere
scritta nel seguente modo.
Piazza
VIRGILIO CAPRIOLI
Giureconsulto-Storico
1548- 1608
Di altri madornali errori avremo modo di
scrivere ancora.
Insomma una Toponomastica
irrazionale e incolta, affidata spesso nel tempo ad analfabeti scrivani che si
sono divertiti a storpiare le intestazioni delle strade, offendendo
l'intelligenza dei cittadini. Le autorità preposte al decoro civico sono chiamate a correggere gli "errori"
per non incorrere nella derisione pubblica.
GIUSEPPE CATANIA
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