Il 24 maggio del 1931 faceva
il solenne ingresso nella nostra città mons. Giuseppe Venturi, Arcivescovo
Metropolita di Chieti e Amministratore Perpetuo della Diocesi di Vasto.
Nato nel 1874 da un’agiata
famiglia di agricoltori a Mezzane di Sotto nel veronese, Giuseppe Venturi entra
nel Seminario di Verona a 13 anni e dopo il conseguimento della maturità
classica si trasferisce a Roma dove si laurea in Sacra Teologia presso la
pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote nel settembre del 1899, viene
eletto nel 1926 vescovo di Cagli e Pergola, in provincia di Pesaro, e il 18
febbraio 1931 viene trasferito presso la sede arcivescovile di Chieti,
quale successore di mons. Nicola
Monterisi.
L’ingresso di mons. Venturi a
vasto viene fissato per il giorno 24 maggio, domenica di Pentecoste. Per
l’occasione il Capitolo della Cattedrale costituisce un Comitato per i festeggiamenti presieduto da mons. Filippo Bonacci, di comune accordo con il Podestà Pietro Suriani e delle principali associazioni cittadine.
l’occasione il Capitolo della Cattedrale costituisce un Comitato per i festeggiamenti presieduto da mons. Filippo Bonacci, di comune accordo con il Podestà Pietro Suriani e delle principali associazioni cittadine.
“Cittadini! Vi comunico la lieta novella che il Pastore della nostra
Diocesi S. E. Mons. Giuseppe Venturi, tanto atteso e desiderato dai nostri
cuori, farà il suo ingresso nella nostra Città il 24 maggio prossimo, alle ore
17”, scrive il Podestà Pietro Suriani alla cittadinanza, “È un segno della Divina Provvidenza che tale
gioia ci sia riservata –o Cittadini!- in un giorno fatidico per la Religione e per la Patria. 24 maggio
dell’anno IX: per l’Italia anniversario dell’entrata in guerra, per la Chiesa giorno della
Pentecoste; da una parte la rinascita del popolo italiano col Grigio – Verde e la Camicia Nera , dall’altra la
festa commemorativa della Chiesa per la discesa dello Spirito Santo sugli
Apostoli…”.
L’appuntamento è fissato alle
ore 17 a Porta Nuova. Manifesti multicolori affissi sui muri inneggiano al
nuovo Arcivescovo, dalle finestre e sui balconi sventolano le bandiere. Porta
Nuova, dalla quale farà il suo ingresso mons. Venturi, “è pavesata con drappi e con festoni di alloro, che s’intrecciano a sostenere
gli stemmi del Littorio e della Città del Vasto”.
Dopo aver prima effettuato
una breve sosta al Santuario dei Miracoli ed al Convento dell’Incoronata, mons. Venturi giunge a Porta Nuova intorno
alle 17,15. Scende dall'automobile e sorridente benedice la folla festante. Dopo
aver baciato l’immagine del Crocifisso, l’Arcivescovo saluta il Podestà, le
autorità e una graziosa bambina gli offre un bouquet di garofani rossi e
bianchi, i colori della città.
Questo il discorso integrale di
benvenuto del Podestà Pietro Suriani:
Eccellenza Reverendissima,
A nome di questo mio popolo, che rappresento e servo,
io Vi do, o Novello Pastore, il benvenuto che parte dal più profondo del cuore.
In quest'ora solenne del vostro ingresso nella nostra
Città, la mia parola scialba ed imperfetta non riesce ad esprimere tutta la
nostra profonda commozione dinanzi a Voi - o Inviato del Signore - che venite
tra noi per esercitare il Vostro Apostolato in questo giorno sacro alla Chiesa
e solenne per la Patria.
Nella Pasqua delle Rose, quando tutti i nostri
giardini emanano i loro effluvi odorosi, come un rito di ringraziamento a Dio
per la scelta del nostro amato Pastore - io prostro dinanzi a Voi - o nostro
novello Capo Spirituale - le nostre anime, le anime di questo popolo -
contadino e marinaro - che dalla terra e dal mare ricava il sostentamento della
sua vita - di questo popolo umile, laborioso ed onesto, che per la Religione e
per la Patria è pronto a tutto osare per dire con sincerità e schiettezza: o
nostro Amato Arcivescovo, accettate, fidente, il nostro omaggio devoto -
intessuto di gioia spirituale e di gratitudine perenne, di voti e di promesse -
ed intraprendete il Vostro Apostolato in mezzo a noi col fervido augurio, che
per me è certezza, che il vostro seme, il seme della vostra azione spirituale
non sarà gettato invano, ma darà sicuri, copiosi frutti.
In quest'ora serena, come in una visione immaginifica,
mentre gli spiriti immortali dei nostri eroici fratelli Caduti per la patria,
insieme raccolti, in questo giorno per Loro sacro - partecipano - dal più alto
dei cieli - in divina propiziazione - in questa nostra memoranda cerimonia - io
Vi prego, o Arcivescovo, prima del vostro solenne ingresso per la nostra porta
cittadina - di benedirci, benedirci in nome di Dio, perché le nostre anime si
fortifichino nella via della virtù e dell'onestà - nella più completa concordia
- pel trionfo della Religione e della Patria.
Nella chiesa di S. Filomena
l’ingresso di mons. Venturi viene salutato con il canto “Sacerdos et Pontifex”.
Indossati i paramenti pontificali e posizionato sotto il Baldacchino, con le
aste sorrette da otto uomini, la lunga processione muove verso la Cattedrale di S.
Giuseppe.
Il corteo è interminabile e
ben disposta secondo un preciso ordine stabilito dal Comitato (il documento è
conservato presso l’Archivio Storico). Dietro al Labaro del Comune, seguono i
balilla, gli avanguardisti, i marinaretti, i bambini delle elementari, della scuola
di avviamento e dell’Istituto Commerciale, quindi i paggetti, i circoli
cattolici, gli uomini cattolici, terziari, monaci, clero e componenti del Capitolo.
Segue il Baldacchino con il Vescovo ed a seguire le autorità, il fascio, i
mutilati, combattenti, Tiro a segno, sindacati, Società Operaia del Mutuo
Soccorso, la Dante Alighieri ,
il Cirsolo S. Giuseppe, i Muratori, la Pro
Vasto , gli ortolani, i pescivendoli, l’Unione Marinara e
l’Unione Sportiva Vastese a chiudere.
Accolto dalla Schola
Cantorum, mons. Venturi fa il suo ingresso in Cattedrale e successivamente si
sposta verso il Monumento ai Caduti dove viene deposta una corona di alloro. In
serata viene organizzato un sontuoso ricevimento presso la sede arcivescovile.
Il giorno successivo, ancora
dei momenti importanti con la posa della prima pietra del secondo Palazzo
Scolastico, le visite all’Ospedale, all’Istituto Commerciale N. Paolucci ed al
Museo Archeologico dove, interessato dalla ricca collezione archeologica e
pittorica, s’intrattiene per circa due ore.
Due bellissime giornate per
la nostra città, chiuso con un simpatico siparietto riportato da Il Vastese
d’Oltre Oceano: “Uscendo dal Museo
Archeologico, dopo la visita fattavi, all’imbocco della Via Adriatica, viene
fermato da un vecchio pescatore che, gli bacia la mano, e tutto contento gli
disse: - Anch’io, Eccellenza, mi chiamo Venturi. E l’Arcivescovo allora, con la
sua solita parlata veneta, sorridendo rispose: - Ma questo xe proprio un paese
benedetto da Dio; no ve manga nulla: ve ghe trovo perfin de parenti!”.
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