Associazione civica Porta Nuova – Vasto
1. "Purtroppo i
paradossi in politica non esistono e questa mossa, studiata e promossa dal Pd
per eliminare gli ostacoli ad una indiscriminata industrializzazione dell’area,
ha trovato, ahimé, Rifondazione
Comunista favorevole e, nonostante l’astensione di Sel, il provvedimento è
passato. Crediamo [...] che un comitato di gestione di una riserva
piegato agli interessi di una parte degli industriali sia inaccettabile e
sarebbe piuttosto preferibile il suo scioglimento essendo tale organismo non
obbligatorio per legge." Così il 23 giugno 2012 il Movimento 5 Stelle di
Vasto, in un comunicato tuttora leggibile sul suo sito[1], commentava
la decisione della maggioranza di centrosinistra di procedere alla modifica
della composizione del Comitato di Gestione della Riserva di Punta d'Erce, includendovi
un rappresentante del Consorzio industriale, il COASIV.
2. Chi avrebbe creduto, allora, che 18 mesi dopo il rappresentante
del Consorzio industriale nel Comitato di Gestione sarebbe stato proprio un
esponente, e non dei minori, del Movimento 5 Stelle locale? È l'arch. Pietro Smargiassi,
dipendente del Consorzio stesso e "candidato vastese del Movimento 5
Stelle alle prossime elezioni regionali in Abruzzo"[2]...
Una contraddizione che si
commenta da sé. Una contraddizione così patente che sarebbe persino comica, se
non fosse, prima ancora, politicamente triviale.
3. È stato detto che, se si considera le finalità prettamente
naturalistiche ed ambientali della Riserva[3],
l'introduzione di un rappresentante dl COASIV nel Comitato di Gestione
costituisce un autentico paradosso: una
Riserva naturale gestita da un Consorzio industriale è probabilmente un caso
unico al mondo[4]. Non meno paradossale è
che il COASIV si trovi così contemporaneamente ad avere titolo sia al rilascio
delle concessioni nell'area industriale[5] che
al controllo sulle concessioni rilasciate[6]. Un
macroscopico conflitto di interessi, ulteriormente potenziato dalla duplice
natura –di tecnico e di politico- dell'arch. Smargiassi, suo rappresentante
designato. Ma non è ancora questo l'equivoco maggiore.
4. La questione naturalmente non riguarda la persona in sé. L'incarico,
oltretutto, non è retribuito. Però il
Comitato di Gestione ha il controllo di tutto quello che accade nella Riserva:
e nella Riserva ricade buona parte della zona industriale. Di qui l'interesse –tutto
politico- che aveva spinto la maggioranza di centrosinistra, dopo le note
polemiche sulla questione delle biomasse, a esprimersi nel giugno 2012 a favore
della modifica della composizione del Comitato. La nomina dell'arch.
Smargiassi, accolta senza che nessuno –né dentro né fuori del M5S- trovasse pubblicamente
nulla da eccepire, è un atto politico esso pure. Ed è un atto che ripropone i
vizi politici di sempre: le dichiarazioni pubbliche usate come paravento, gli
accordi sottobanco, l'omertà diffusa.
5. Stupisce (stupisce?) che il Movimento 5 Stelle, così attento sul
piano nazionale ai temi della trasparenza, e –sempre sul piano nazionale- così
intransigente nella separazione delle proprie responsabilità da quelle altrui,
si sia esposto in questa misura in ambito locale.
[3] Art.
L.R. 21 giugno 1996, n. 38 (Legge-quadro
sulle aree protette della Regione Abruzzo per l’Appennino Parco d’Europa):
"Le Riserve naturali regionali sono costituite da zone del territorio
regionale che presentano, unitariamente considerate, particolare interesse
naturalistico in funzione di una speciale tutela di emergenze geomorfologiche,
floristiche, faunistiche, paleontologiche e archeologiche o di altri valori
ambientali."
[4] Si veda il recente
intervento di Desiati e Sigismondi.
[5] Artt. 3, 4 e 5 delle NTA
del PRT.
[6] Sempre per gli artt. 6 e 8
del PAN.
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