Verso
il Santo Natale/7
IL TEMPO
E LA MEMORIA a cura di Beniamino Fiore
Piazza L. V. Pudente Cattedrale di S. Giuseppe (dipinto di Michele Provicoli) |
Prima di
iniziare la cena, il capo di casa leggeva le “letterine di Natale”, dettateci a
scuola dal maestro, che noi mettevamo, ben nascoste, sotto il piatto del...
destinatario. Le lettere, come si sa, erano profuse di promesse... da marinaio,
di amore, di ubbidienza, di bene... ma che avevano, del resto, un solo scopo:
quello di carpire una consistente “affèrte”.
Alla nascita
del Redentore o si assisteva davanti al presepio, accuratamente allestito in
casa, o in chiesa. La “cerimonia” che si svolgeva in casa consisteva: nel canto
del “Te Deum”, intonato dal capo della famiglia, nella processione del
bambinello per le stanze, nella recitazione delle poesie natalizie, nel canto
del “Tu scendi dalle stelle” e nel bacio del “Divin Pargoletto”.
Tutt'altra
cosa era, invece, assistere alle solenni funzioni ecclesiastiche. Le tre
parrocchie della nostra città facevano a gara per la migliore riuscita delle
funzioni stesse. Non perché io ne facessi parte, devo sinceramente affermare
che quella organizzata dalla parrocchia di San Pietro, per merito
dell'indimenticabile Don Romeo Rucci – vero artista e degno nipote dei Palizzi
– coadiuvato dal Prof. Michele Lattanzio e da Don Florindo Ritucci-Chinni,
superava tutte le altre.
(F. P.
Cieri)Portale chiesa di S. Pietro (dipinto di Michele Provicoli) |
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