di Giuseppe F. Pollutri
Da Davide Aquilano,
archeologo e attivo Presidente d’Italia
Nostra nel Vastese, riceviamo notizia di un’altra iniziativa volta a ridare
immagine, o a ‘riposizionare’ nella cultura del luogo i Sanniti, quell’antica
popolazione italica che fieramente tentò di opporsi all’espansione dei Romani
verso il sud del penisola. Lodevole manifestazione, se è vero che la storia (il
dispiegarsi nel tempo e nei luoghi della vicenda umana) non deve procedere ed
essere condizionata da un memoriare settario quanto tronfio e retorico del
proprio passato o nel decretarne una “damnatio
memoriae” di chi in esso non è compreso e non si riconosce. Nel novecento
italiano si è realizzato, con chiaro fallimento, nel prima e nel dopo, l’uno e
l’altro modo, in una nota quanto sterile contrapposizione ad escludendum tra “vincitori” e “vinti”, più simile ad un gioco
dei ruoli infantile (incredibilmente in auge nelle vicende politiche, anche
oggi), che a una riflessione storiografica e a una proposizione culturale serena
e
proficua delle umane ‘storie’ passate, in un certo tempo e luogo.
Nel Convegno del 27 dicembre
prossimo, a Schiavi d’Abruzzo, intitolato:
“I Sanniti d’Abruzzo, Molise, Campania e Puglia”, come nei precedenti e in altri preannuciati “incontri tematici”, s’intende – leggiamo in
un Comunicato - “offrire ai territori dove sono vissuti i Sanniti
l’opportunità di conoscere questo grande e fiero popolo ... attraverso un
quadro generale delle più aggiornate ricerche sull’argomento”.
“Finalmente
un'epopea dei Sanniti?”, ci si chiede.
Non credo che si voglia letteralmente questo, per non ricadere nel futile “gioco”
di cui sopra. Di sicuro, iniziative storico-culturali come queste vanno in
controtendenza a fronte della deficitaria didattica ministeriale in vigore, per
colmare lacune di conoscenza e ‘sapienza’ createsi nella formazione delle nuove
generazioni. E questo va detto e proposto, al di là delle contrapposizione
“tout court” al Programma governativo e al Ministro all’Istruzione di turno. In
una delega date alle Regioni su tante materie, anche laddove il localismo va a
ledere (sbagliando) l’essere cittadini di un’unica patria e nazione, sarebbe
utile che nella Scuola pubblica fosse previsto, normativamente, di integrare e
ampliare gli insegnamenti comuni nazionali con altri – a mezzo di Incontri,
Convegni, Seminari di studio, prodotti da Associazione ed Enti, anche privati –
utili ed anzi necessari alla conoscenza della ‘storia’ locale (vicende, usi, prodotti
e manufatti, costumi e tradizioni). In un intelligente amore di ciò che è “del
luogo” che si configuri quale arricchimento identitario e non a contrapposizione,
ad altro e ad altri, ottusa ed egosistica, sia in termini geografici che
storici. Questa, direi è ...l’Italia nostra che vorremmo. Per meglio dire:
quella che vogliamo. In un presupposto di autentica democrazia, sia pure
delegata, ma avvertita, vigile e mai acquiescente al Potere da parte di alcuni
conquistato ed esercitato.
Tu vedi a cosa ci porta il riscoprire o ricordarsi anche dei Padri nostri Sanniti!
Giuseppe F. Pollutri
Tu vedi a cosa ci porta il riscoprire o ricordarsi anche dei Padri nostri Sanniti!
Giuseppe F. Pollutri
Guerriero Sannita |
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