Per la festività di Ognissanti in
tanti si recano al cimitero per portare i fiori e rivolgere una preghiera ai
propri cari.
La visita al cimitero può anche essere l’occasione per
ricordare i tanti vastesi illustri qui sepolti, come gli storici Luigi
Marchesani e Luigi Anelli, il poeta Romualdo Pantini, Carlo Palmili, il sen.
Giuseppe Spataro, Carlo D’Aloisio e Elisabetta Mayo, Filandro Lattanzio,
Peppino Perrozzi e Lucia Perrozzi-Borghi, Espedito Ferrara, Emilio Celano,
Alfonso Marchesani, Luigi Martella, Don Romeo Rucci e Don Salvatore Pepe,
Antonio Palizzi e Doralice del Greco, genitori dei pittori Filippo, Nicola,
Giuseppe e Francesco Paolo, Florindo Ritucci Chinni e le tombe monumentali
delle famiglie Palmieri, Zaccagnini, Cieri, Suriani, solo per citarne alcune.
Questi sono solo alcuni nomi, ma nel nostro cimitero, in
ogni tomba, è conservato un pezzo di storia della nostra città. Purtroppo, le
condizioni della maggior parte di queste sepolture sono davvero pessime: molte
sono abbandonate e cadute in rovina, altre sono preda di erbacce e arbusti, le
iscrizioni quasi non si leggono più e
molti marmi sono letteralmente a pezzi.
Bisognerebbe tornare indietro nel tempo, ad esempio nel
1927, quando venne creato il Comitato Pro Cimitero “Allo scopo di rendere più austero e soprattutto più decoroso il pio
luogo ove posano i resti dei nostri cari”. Una iniziativa più che lodevole
con il nobile intento di mantenere il cimitero sempre in condizioni decorose,
infatti, come viene riportato su Il
Vastese d’Oltre Oceano, “a cura del
Comitato, nell’interno del Cimitero arderanno sempre, come faci inestinguibili,
le lampade elettriche votive, oltre a quelle destinate ad illuminare
convenientemente il viale. Fiori d’ogni tinta e d’ogni profumo saranno piantati
sui bordi delle singole aiuole e serviranno a rendere più austero il luogo
dell’eterno riposo”.
Lino Spadaccini
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