mercoledì 27 novembre 2013

Lapenna, i tribunali minori vanno salvaguardati

  • Si è svolto stamane presso la Sala del Gonfalone del Comune di Vasto l'incontro tra il sindaco Luciano Lapenna e i colleghi di Avezzano e Lanciano, Gianni Di Pancrazio e Mario Pupillo; prevista la presenza anche del sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli, che però è rimasto bloccato nella sua città a causa della neve.Due i temi principali dell'incontro che ha riguardato le difficoltà degli enti locali rispetto alle trasformazioni politiche in atto; nello specifico, è stato trattato il problema della chiusura dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, e quello della nuova disciplina normativa che obbliga i

    comuni al di sotto dei 5mila abitanti ad associare servizi e funzioni.
    Per quanto riguarda il primo punto, come sottolineato dal sindaco Lapenna, la Corte di Cassazione ha dichiarato la legittimità formale della proposta referendaria avanzata in materia di "Geografia giudiziaria" che vuole abrogare la riforma che prevede la soppressione dei quattro tribunali abbruzzesi, ma naturalmente questo non basta. Per scongiurare la chiusura dei tribunali interessati, infatti, Lapenna

    ha rimarcato la necessità del raggiungimento del quorum e che lo stesso referendum venga poi vinto.
    In quest'ottica, i sindaci coinvolti nell'iniziativa si sono impegnati a proporre ai rispettivi Consiglicomunali un documento di adesione al Comitato pro Referendum sulla Geografia giudiziaria, in modo da

    sensibilizzare alla massima partecipazione popolare.
    Come sottolineato dal sindaco di Avezzano, l'azione punta a salvaguardare gli interessi dei cittadini: "I maggiori disagi saranno per loro, che vedranno crescere le parcelle degli avvocati, in funzione dei maggiori costi che gli stessi dovranno affrontare per spostarsi fino a Chieti". Il sindaco di Lanciano,

    Mario Pupillo, ha invece rilevato come da uno studio effettuato sui risparmi che la soppressione dei tribunali dovrebbe, è emerso che invece ci potrebbero essere aggravi di spesa, che dovrebbero pagare i

    cittadini in termini di disagi e costi economici.
    Per quanto riguarda invece il secondo punto, il sindaco Lapenna ha ricordato come quella che prima era una

    scelta facoltativa dei comuni con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti di accorpare funzioni e servizi (scelta che è stata fatta solo dal 15% dei comuni interessati), dal 31 dicembre sarà obbligatoria.

    "In questo contesto - ha sottolineato Lapenna - e in previsione della soppressione delle province, i centri maggiori come il nostro dovranno riscoprire il ruolo di comuni capofila in questo percorso, non solo nel dare servizi agli altri comuni, ma in un rapporto di scambio reciproco".

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