mercoledì 30 ottobre 2013

SERGIO BINI, VASTESE, GURU DELLA QUALITA'

Ing. Sergio Bini
Uno dei principali obiettivi di NoiVastesi è di mantenere in collegamento i numerosi concittadini che sono sparsi in Italia e nel mondo.  Oggi vi presentiamo Sergio Bini, nato a Vasto marina nel 1953, ingegneria a L'Aquila, dirigente FS, esperto di qualità con oltre 130 pubblicazioni, docente all'università LUMSA di Roma.  
Biografia completa http://www.lumsa.it/sergio-bini?nf=2018&tpage=docenti

Da questo mese Sergio Bini dirige QUALITA' storica e prestigiosa da rivista dell'Associazione Italiana Cultura Qualità  che esce a Milano da 42 anni. Ecco il suo primo editoriale da direttore, con un titolo che è tutto un programma:

La qualità non è mai un caso... 
di Sergio BINI  

È con non poca emozione ed apprensione che, a partire da questo numero, eredito la direzione di «QUALITÀ», la storica Rivista edita dall’Associazione Italiana Cultura per la Qualità; incombenza che mi riempie di orgoglio e di una grande responsabilità,
La rivista dell'Ass. Ital. Cultura Qualità
soprattutto morale nei confronti di voi lettori e dei miei predecessori. I sentimenti sono molteplici!
 Su tutti, predomina il grande rispetto, quasi religioso, per le pagine di questa Rivista, nonché per la storia che essa nasconde e la letteratura tecnica che ha sempre espresso; «QUALITÀ» costituisce un delicato e prezioso strumento che da sempre si pone l’obiettivo di mantenere alta la tradizione, la cultura e le competenze riguardanti tutte le materie riconducibili al più ampio concetto di “Qualità”. Ma, un istante dopo, non posso non rivolgere un affettuoso pensiero al mio prestigioso predecessore: Giovanni Mattana - maestro, collega ed amico - che con fraterna professionalità ha assicurato il normale avvicendamento, in coerenza con le regole e le metodiche condivise da generazioni di studiosi e professionisti. Questo avvicendamento si può ricondurre all’antropologica applicazione della lezione che ci ha lasciato Joseph Alois Schumpeter quando teorizzava che: «ogni impresa che continui ad essere ...gestita ed
amministrata, sia pure con la massima competenza, se non si trasforma continuamente e non si adatta a nuovi compiti ed a nuove situazioni, perde con il tempo qualsiasi significato ed alla fine è destinata a scomparire».
Spero di essere all’altezza della storia della Rivista, della statura del mio predecessore e del momento critico attraversato dal Paese; fortunatamente le sfide mi sono sempre piaciute!
Coerentemente con le regole ed i principi di gestione per la Qualità, sarete voi lettori - Soci della “rete AICQ”, simpatizzanti, appassionati, professionisti, studiosi e ricercatori - i “clienti” ai quali la direzione della Rivista deve fornire risposte, “prodotti” e“servizi” soddisfacenti. Mi auguro si attivi quel dialogo costruttivo con tutti voi necessario per poter assicurare un miglioramento continuativo!

Le “lezioni americane”
Quando ho iniziato a riflettere sul come dare concretezza a questa “responsabilità”, il pensiero è corso quasi immediatamente alle “Lezioni americane”, l’ultima produzione letteraria dell’amato scrittore Italo Calvino; le “sei proposte per il prossimo millennio”
- leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e consistency - sembrano quasi costituire altrettanti “item” nei quali risulta possibile disaggregare un modello di rappresentazione della “Qualità”, ai quali Calvino aveva aggiunto una appendice
metodologica (cioè “trasversale” e/o sistemica) dedicata al “cominciare ed al finire”.
Il progetto editoriale, allora, si poggerà su queste “sei lezioni” che costituiranno l’alveo culturale entro il quale si snoderanno i sei numeri annuali della Rivista.
Per una strana coincidenza questo primo numero della “mia gestione” riguarda argomenti come l’ICT, il turismo, il consumerismo, le tecniche di “supporto” che rientrano ampiamente nel concetto di «leggerezza» mirabilmente rappresentato nella prima
“lezione” di Calvino: «nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio.
Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica.
Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro ...
Nell’universo infinito ... s’aprono sempre altre vie da esplorare, nuovissime o antichissime, stili e forme che possono cambiare la nostra immagine del mondo ...
Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime ... È vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua “leggerezza” se non mediante la “pesantezza” dell’hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo da elaborare programmi sempre più complessi.
La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro
ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso ...»
Sono onnipresenti nella storia dell’uomo queste coppie bipolari: tangibile/intangibile; hardware/software; realizzazioni (opere, prodotti, progetti)/know-how (cultura, competenze, conoscenze, regole). Nel Medio Evo generazioni di “maestri d’opera” e di
“artifex” - i nostri antenati della Qualità - hanno a lungo ricercato sperimentalmente quale dovesse essere il corretto bilanciamento tra le due componenti ed il “rapporto aureo” tra le rispettive dimensioni, in modo tale da poter assicurare il giusto equilibrio delle masse, delle forme, dei concetti, delle rappresentazioni, delle realizzazioni e ... della perfezione.

L’ICT Information and communication technology
La “leggerezza” per antonomasia - nello scritto di Calvino, datato 1985 - è costituito dal cosiddetto “software”; per questo i tre articoli dedicati alla argomento non potevano che aprire la Rivista.
Al riguardo un contributo fondamentale è stato fornito dai colleghi del Comitato “Qualità del software e dei servizi IT”; i tre scritti riguardano:  gli aspetti gestionali relativi ad un “Sistema Integrato Qualità e Sicurezza dell’informazione; un approfondimento specifico sullo standard ISO/IEC 27001 dedicato alla sicurezza delle informazioni; la riscoperta dello standard italiano UNI 11097:2003 -una norma “nascosta” che viene riscoperta per misurare il grado di efficacia nella conduzione dei Sistemi di Gestione.

Il turismo
In un momento critico come l’attuale per il Paese, il turismo potrebbe costituire la grande miniera per attrarre persone da tutto il mondo, creare posti di lavoro, favorire gli investimenti per la valorizzazione dei siti, alimentare il circolo virtuoso del “benessere”
e, quindi, incrementare il PIL.
L’articolo 9 della Costituzione recita puntualmente che «la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»; ma non sembra che questo articolo risulti applicato sull’intero territorio nazionale. Al riguardo, nel web, ho trovato di recente una lettera del prof. Salvatore Settis (Italia Nostra) nella quale denuncia: «i danni al paesaggio ci colpiscono tutti, come individui e come collettività. Uccidono la memoria storica, feriscono la nostra salute fisica e mentale, offendono i diritti delle generazioni future. L’ambiente è devastato impunemente ogni giorno, il pubblico interesse calpestato per il profitto di pochi. Le leggi che dovrebbero proteggerci sono dominate da un paralizzante “fuoco amico” tra poteri pubblici, dai conflitti di competenza fra Stato e Regioni. Ma in questo labirinto è necessario trovare la strada: perché l’apatia dei cittadini è la migliore alleata dei predatori senza scrupoli ...».
Sono sotto gli occhi di tutti noi, purtroppo, campi di girasoli che stanno progressivamente lasciando spazio a tecnologiche (e poco estetiche) distese di pannelli fotovoltaici, dolci versanti delle colline italiane che vengono cementificati con villette “marine” e/o con capannoni industriali, le abitazioni nei centri storici medievali che vengono “ammodernate” con disarmoniche finestre di alluminio, particolari sky-line delle montagne dell’Italia centrale che vengono brutalizzati grazie a gigantesche pale eoliche.
Nella sezione si sono voluti ospitare quattro scritti particolari per il loro attento e rispettoso sguardo rivolto al territorio e all’ambiente: tre casi di studio di esperienze locali “minori” caratterizzate da un approccio metodologico e sostenibile alla salvaguardia del territorio come risorsa da valorizzare per favorire un “turismo” durevole: Capri, Matera e l’Abruzzo(shire);  uno scritto accademico che approfondisce gli aspetti relativi alle “dimensioni sensoriali dei luoghi e la qualità dell’esperienza turistica”; dimensioni intangibili da gestire con grande attenzione e competenza, in quanto le “emozioni” che rimangono memorizzate nel viaggiatore dopo una esperienza turistica sono quelle che fanno la differenza. Per certi versi è una applicazione al turismo della “qualità attrattiva” del modello di Noriaki Kano.

Il consumerismo
L’articolo 129A del Trattato di Maastricht - sottoscritto il 7 febbraio 1992 ed i cui effetti i cittadini dell’Unione Europea sentono quotidianamente tutta la loro ampiezza e durezza - è dedicato specificatamente alla «protezione dei consumatori” e recita: «1. La Comunità contribuisce al conseguimento di un livello elevato di protezione dei consumatori mediante: a) misure adottate in applicazione dell’articolo 100 A nel quadro della realizzazione del mercato interno; b) azioni specifiche di sostegno e di integrazione
della politica svolta dagli Stati membri al fine di tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici dei consumatori e di garantire loro un’informazione adeguata. ......»
Anche prima che l’allora Commissione Europea si interessasse ai “consumatori”, in Italia era presente un importante ed autorevole “movimento consumerista” composto da diverse Associazioni e Movimenti in grado di rappresentare le diverse possibili segmentazioni dei “cittadini” (che non sono solo “consumatori”) e degli ambiti tematici di riferimento; i notevoli risultati conseguiti dal movimento consumerista nazionale sono indubbiamente un merito da riconoscere alla capacita ed allo spessore competenziale dei vari leader.
Ho voluto che la Rivista ospitasse, al riguardo, uno scritto in grado di illustrare la storia e le attività del “Consumers’ Forum”, un importante e particolare soggetto “tutto italiano” che nasce con l’obiettivo di individuare soluzioni win-win tra i grandi soggetti fornitori di servizi e prodotti ed i rappresentanti dei cittadini/consumatori, nonché di approfondire scientificamente le differenti peculiarità e gli aspetti strumentali.

Gli approfondimenti e le rubriche
La Rivista deve confermarsi come il luogo di accumulazione delle conoscenze, delle competenze, delle esperienze e degli stimoli multi-disciplinari provenienti dalle migliori menti del Paese e non solo.
Ci sono, pertanto, due contributi importanti nella sezione dedicata a “le tecniche e gli strumenti per lo sviluppo e la conduzione dei Sistemi di Gestione”.
In modo sistematico e puntuale, a partire dal seguente numero, saranno presenti delle Rubriche specifiche al fine di poter presentare, con spirito di servizio nei confronti dei lettori, degli argomenti particolari: il commento alle norme; l’inviato nel “mondo
degli Auditor”; le “best practices”; l’angolo del “bibliofilo”; e così via.
Tutti i numeri della Rivista si concluderanno con uno spazio di “approfondimento” che verrà messo a disposizione di una personalità del mondo scientifico, accademico, dell’impresa, del lavoro, o delle professioni, per stimolare un dibattito tra i lettori;
in questo numero l’approfondimento è dedicato al «”Business Sociale” per ripensare l’impresa», prezioso contributo del prof. Enrico Maria Mosconi.

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«La poesia dell’invisibile, la poesia delle infinite potenzialità imprevedibili, così come la poesia del nulla nascono da un poeta che non ha dubbi sulla fisicità del mondo» [Italo Calvino].

Ovviamente questo primo numero si pone l’obbiettivo di offrire una visione quanto più possibile caleidoscopica e multidisciplinare della Qualità; colgo l’occasione per esprimere il mio ringraziamento a tutti i colleghi, gli esperti, studiosi ed accademici che hanno voluto dedicare il loro tempo ed il loro impegno per consentire il conseguimento di questo obbiettivo, condividendo con tutti noi le loro conoscenze e le loro competenze. Mettere a disposizione degli altri i propri saperi è un grande segno di approccio etico alla vita.
Ha veramente ragione John Ruskin quando teorizzava che: «la Qualità non è mai un caso; essa è sempre il risultato di uno sforzo intelligente!»; e uno sforzo continuo e sinergico che tutti siamo chiamati a fare per assicurare un futuro migliore all’Italia ed alle generazioni che verranno.

Sergio BINI

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