DOPO LA FESTA INIZIERANNO I LAVORI DI RESTAURO
Dopo il primo appuntamento, il 3 novembre, giorno della festa di S. Cesario, sono previste quattro S. Messe, alle 7:30, 10:00, 11:15 e 18:00. Essendo giorno festivo, non potendosi celebrare messe specifiche per il Santo Martire, in quanto prevale necessariamente quella della domenica, con letture e orazioni proprie, è stata prolungata la festa anche al giorno successivo, con la S. Messa in cripta, alle ore 8:00, e la Solenne Concelebrazione alle ore 18:00, presieduta da S. E. Mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano.
Dopo il primo appuntamento, il 3 novembre, giorno della festa di S. Cesario, sono previste quattro S. Messe, alle 7:30, 10:00, 11:15 e 18:00. Essendo giorno festivo, non potendosi celebrare messe specifiche per il Santo Martire, in quanto prevale necessariamente quella della domenica, con letture e orazioni proprie, è stata prolungata la festa anche al giorno successivo, con la S. Messa in cripta, alle ore 8:00, e la Solenne Concelebrazione alle ore 18:00, presieduta da S. E. Mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano.
Sabato 9 novembre, altro interessante appuntamento con la conferenza sul
tema “Il culto dei martiri e la Cripta di San Cesario”, a cura dell’Ing.
Tiziana Scopa.
Nei giorni immediatamente successivi alla festa, verranno
avviati i
necessari e urgenti lavori di restauro dell’urna che accoglie le spoglie del
Santo Martire, nella speranza che i lavori possano concludersi entro il
prossimo anno.
Vaghe sono le
notizie sull’origine di S. Cesario. Da Luigi Marchesani e da altri storici,
sappiamo che il corpo del martire venne estratto dal cimitero di Castuli
situato a Roma sulla via Labicana, l’attuale Casilina, nell’anno 1672, in
seguito alla scoperta fatta da Raffaele Fabretti. Secondo la tradizione, sembra
siano stati ritrovati due corpi, quello di S. Castulo, che il martirologio
romano festeggia il 3 marzo, e l’altro di difficile identificazione.
Insieme ai corpi fu
rinvenuta anche un’iscrizione nella quale si leggeva “zetarius cubicoli Diocletiani Augusti”, ovvero Castulo era il “cameriere dell’imperatore Diocleziano”,
che poi fu arrestato, insieme alla moglie Irene, e sepolto vivo nella cava
arenaria sulla via Labicana. Secondo lo storico Prof. Carlo Marchesani, S.
Cesario potrebbe essere invece un soldato romano, il quale convertitosi al
cristianesimo, mentre conduceva al martirio Castulo, subì la sua stessa sorte.
Il nome di S.
Cesario, probabilmente deriva dal termine “zetarius”, assonante a “cesarius”;
mentre secondo la tradizione vastese, potrebbe essere stato attribuito in onore
di Don Cesare Michelangelo d’Avalos, che il 3 novembre 1695, donò il corpo del
martire alla chiesa di S. Maria Maggiore, dopo averlo ricevuto dal Cardinale
Carafa, il 9 maggio dello stesso anno, con l’obbligo di esporlo alla
venerazione dei fedeli.
Lino Spadaccini
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