Vasto, Nicola Palizzi, 1853 |
Particolare |
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“Sono
rimasto meravigliato da questo quadro”, ha sottolineato il cav. Giuseppe
Catania, presidente
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dell’Assostampa vastese, in un breve saluto iniziale, “Credo che abbia un valore inestimabile. Effettivamente
è un bel quadro dal cromatismo abbastanza semplice ma luminoso, ed un primo
piano che da l’idea della trasparenza ed
anche della profondità”.
Subito
dopo ha preso la parola Stefano D’Adamo, milanese di origini vastesi, che ha
spiegato come è giunto in possesso dell’importante opera di Nicola Palizzi. “Il quadro è stato trovato a Milano”, ha
spiegato il noto collezionista vastese, “Mi
piacerebbe raccontarvi una storia affascinante, che magari sia stato trovato in
qualche cantina o che sia stato trovato tra mille tele di poco valore. In
realtà no! Il quadro proviene da una collezione molto importante ed è stato
ritrovato da uno dei più grandi antiquari italiani. Sono stato avvisato, ho visto il quadro ed ho subito deciso di acquistarlo e
portarlo a Vasto per condividerlo con voi. È stata un’iniziativa di
Francescopaolo D’Adamo”, ha concluso Stefano D’Adamo, “un’iniziativa che vorrebbe essere anche uno stimolo a tutti quanti a
cercare, a trovare e a conservare le cose belle di Vasto: sarebbe bello essere
in un paese dove tutti avessero il gusto, la voglia e lo stimolo di non
buttare, accantonare e non considerare ciò che è arte, cultura e collezionismo,
ma bensì a conservarlo, a valorizzarlo, catalogarlo e anche condividerlo, con
gli amici e con le persone che vogliono godere della vista di queste cose”.
A
Roberta Presenza è toccato tracciare brevemente il profilo dell’autore del
quadro, Nicola Palizzi, forse meno considerato e conosciuto, insieme all’ultimo
genito Francesco Paolo, rispetto ai più noti Giuseppe e, soprattutto, Filippo.
Il
quadro è del 1853, non è dato sapere se sia stato realizzato dal vero, durante
un soggiorno a Vasto, oppure a memoria, anche se per la dovizia di particolari
sembra prendere piede la prima ipotesi. Molto interessante l’accostamento con
il quadro di Gabriele Smargiassi, conservato presso la Pinacoteca di Palazzo
d’Avalos, “soprattutto per la differenza
dei colori”, ha sottolineato Roberta Presenza, “molto più spente e pacate nello Smargiassi, e la suddivisione dei piani
e le macchie di colore che troviamo nel dipinto di Palizzi, e che lo avvicinano
a quelli che sono gli esiti della pittura della scuola di resina che è molto
simile a quella dei macchiaioli toscani, cioè una pittura fatta a corpo, a
porzione di colore. È piacevole vedere come uno stesso posto viene
rappresentato in maniera così diversa a seconda degli occhi di chi lo guarda”.
Un
doveroso ringraziamento all’ideatore dell’evento, l’arch. Francescopaolo
D’Adamo, innanzitutto per la bella e suggestiva collocazione dell’opera
all’interno della sala degli specchi del Piccolo Circolo Garibaldino, ma anche
per aver organizzato questo grande evento culturale che darà la possibilità a
molti vastesi di poter apprezzare un opera di assoluto rilievo. Se qualche anno
fa, in occasione della mostra su Dante Gabriele Rossetti, in una metafora aveva
affermato di aver portato a Vasto un “leone”, questa volta possiamo
tranquillamente affermare che non è stato da meno.
Il
quadro può essere visionato tutti i giorni dalle 19:30 alle 23:00 (ingresso
gratuito) al Piccolo Circolo Garibaldino, vico Sinello (accesso da via Pampani), a due passi da piazza Caprioli.
Lino
Spadaccini
Cav. Giuseppe Catania |
Roberta Presenza, Stefano D'Adamo |
Beniamino Fiore |
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