Festa della Giovane 1942 (Collezione Beniamino Fiore) |
Campeggio a Pescopennataro 1963 |
Per
la serie i “Martedì" di S. Maria Maggiore: “Suoni, colori e racconti di
fede”, ieri sera “Le tradizioni di
Santa Maria” tra ricordi e curiosità storiche, con Lino Spadaccini e Nicola
D’Adamo del sito Noi Vastesi.
Una
serata che si potrebbe definire un autentico tuffo nel passato, una occasione
unica per riscoprire le nostre tradizioni religiose e ricordare il nostro
vissuto nella comunità parrocchiale.
Spadaccini
e D’Adamo hanno raccontato storie di persone che hanno lasciato “traccia”
passando per la comunità di S. Maria Maggiore. Ma anche curiosità storiche
molto particolari.
Hanno dato risposta al quesito come mai la cattedrale di
Vasto è S.Giuseppe e non S.Maria, chiesa su cui esercitavano il “patronato” i
d’Avalos, spiegando che le secolari
controversie S. Maria - S. Pietro finirono con la soppressione delle due
parrocchie nel 1809 e l’elevazione a cattedrale e parrocchia unica di S.
Giuseppe. S. Maria Maggiore tornò ad essere parrocchia solo nel 1915.
E’
stata poi puntualizzata un’altra nota questione, il fatto che molti anziani
vastesi affermano che il corpo di San Cesario da allungato si è messo seduto.
In parte è vero, ma sicuramente non è stato visto da loro. Spadaccini ha
portato documenti del ‘700 in cui si dice che
pochi anni prima il Santo era stato messo disteso nell’urna, ma poi si alzò, per le cause più diverse.
Quindi sono 300 anni che è nella stessa posizione, per l’ultimo secolo a
conferma ci sono pure i santini d’epoca.
Tra
le altre curiosità, la tomba di Innigo
D’Avalos nella navata di destra, morto nel 1632 e lì tumulato nel 1905.
Spadaccini ha spiegato che il corpo imbalsamato era stato tumulato alla chiesa
dell’Annunziata a Porta Nuova. Nel 1808, a seguito della soppressione di quel
convento, il corpo venne traslato nei soffitti di S. Maria (forse della torre),
dove per un secolo è stato alla mercè
dei ragazzi che eludendo la vigilanza del sagrestano, si divertivano a fare
scherzi con il corpo de “lu Marchese vicchije”.
Parlando
della festa dell’Assunta, fino al 1827 santo patrono, sono state riferite due curiosità. La prima è
che “nella vicina Termoli era uso frequente inserire nei capitoli matrimoniali
dei secoli XVIII e XIX l'obbligo per lo sposo di condurre tutti gli anni la
futura moglie a vedere nel Vasto la
Festa dell'Assunta!”. La seconda è che i nostri avi a
ferragosto facevano la “notte bianca”: nel programma del 1841 alle 22 era
prevista la corsa dei cavalli ed alle 2 di notte (alle 3 ora legale
attuale) era previsto l’incendio “al
largo del Castello di una macchina artificiale, seguita da uno sparo nel
campanile della chiesa”!
Sono
seguiti tanti altri accenni alla storia della comunità di S. Maria Maggiore ed
alle sue feste religiose. Anche con un tuffo negli anni del dopoguerra
quand’era parroco don Nicola Di Clemente, con foto dei ragazzi delle prima
comunione, dell’azione cattolica, dei campeggi. Nicola D’Adamo, che si è
formato in quegli anni iin questa chiesa, ha ricordato che la vita di giovani
vastesi all’epoca ruotava attorno all’azione cattolica, sano ambiente che
offriva valida formazione cristiana e sereno svago.
In
apertura e chiusura le note delle Messe del Lupacchino dal Vasto, sacerdote in
S. Maria Maggiore nel ‘500, poi
diventato maestro di cappella a S. Giovanni in Laterano a Roma , compositore
noto in tutta Italia, anche grazie al lavoro del M° Luigi Di Tullio che ha
trascritto e pubblicato tutte le messe in due grandi volumi e poi fatto
incidere dal Coro Histonium e altri cori italiani 4 CD con le belle melodie del
Lupacchino.
Una
serata estiva distensiva, seguita da un attento
pubblico, che in conclusione Don Domenico Spagnoli ha ringraziato sottolineando
l’importanza di riscoprire anche il vissuto di una comunità.
Prossimo appuntamento il 23 luglio (ore 22)
VISITA GUIDATA ALLA CHIESA, con don Decio D'Angelo e Paolo Calvano.
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