martedì 18 giugno 2013

Palazzo della Penna: LA NASCITA DELL'ORFANOTROFIO FEMMINILE GENOVA RULLI

seconda puntata 
di LINO SPADACCINI
Quando si parla del Palazzo della Penna non si può dimenticare la nobile istituzione dell’Orfanotrofio delle orfanelle eretto per volontà del Barone Luigi Genova.
Nel testamento redatto il 19 luglio 1941, il benefattore vastese dispose quanto segue: “…Essendo stato per opera di persone che


 non han che vedersi già costituito in ente morale un Orfanotrofio da sorgere in Vasto dopo la mia morte e da me ideato con istrumento per notar Maddalena di Napoli del 14 febbraio 1919, è mio volere che esso non cada sotto l’Amministrazione della Congrega di Carità di Vasto, e che invece sia direttamente affidato alle cure delle Figlie della Croce, dette Suore di San Andrea, che sono in Vasto, da me chiamate a reggerlo, nominando a tal uopo io stesso il primo consiglio d’amministrazione scegliendo fra le persone più probe ed illuminate quali sono i signori: 1) On.le Francesco Ciccarone fu Silvio, 2) Francesco Del Greco fu Luigi, 3) Avv. Francesco Ponza fu Francesco, 4) Avv. Roberto Scardapane fu Leonardo, 5) Filoteo dott. Ricci fu Alfonso, 6) Sacerdote don Vincenzo Pomponio, 7) Sacerdote don Domenico Suriani, entrambi canonici della Cattedrale…”.
Quindici gli articoli previsti per regolamentare la nobile istituzione. Innanzitutto il nome: “Orfanotrofio Fratelli Alfonso e Luigi Genova Rulli”; quindi la finalità: “L’istituto benefico si propone lo scopo di accogliere, assistere ed educare gli orfani di sesso femminile, che risultino assolutamente poveri e che siano nati nel Vasto, oppure, compatibilmente col numero dei posti; nei paesi che fanno parte della sua Diocesi. Saranno accolte di preferenza le orfanelle di entrambi i genitori e di quelli di padre caduti in guerra o vittime del proprio dovere o valore”.
L’orfanotrofio doveva essere amministrato da un comitato composto da sette membri, assolutamente autonomo, senza vincoli burocratici, compatibilmente con le leggi dello Stato. Il comitato stesso doveva scegliere al suo interno il presidente e un segretario, che sarebbero rimasti in carica per cinque anni, con possibilità di essere rieletti. I membri del comitato sarebbero stati designati dal Vescovo della Diocesi, dal Sindaco e dall’Arcidiacono del Capitolo della Cattedrale di Vasto.
L’istruzione e l’educazione era affidato alle Suore della Croce, mentre il Comitato, di comune accordo con il Vescovo, avrebbe dovuto provvedere alla nomina del padre spirituale e di un sanitario “di ottima e indiscussa moralità”.
Le orfanelle potevano rimanere nell’istituto fino al raggiungimento del 21° anno di età, ma potevano essere mandate via prima se affette da malattie organiche non guaribili, oppure “quelle che mostrassero una indole assolutamente incorreggibile”. In questi casi, il Comitato si sarebbe interessato per far accogliere le orfanelle in sanatori oppure in case di correzione.

Le orfanelle avevano diritto alla “completa educazione morale, civile e casalinga, riceveranno l’istruzione delle classi elementari e saranno ammaestrate nell’arte del cucire e dei lavori donneschi in generale”. In ultimo: “È data espressa facoltà al Comitato di procedere di accordo con le Autorità tutorie e centrali a qualsiasi assestamento o destinazione perché la filantropica elargizione dei fondatori riesca effettivamente benefica per la città del Vasto”.

Lino Spadaccini
HISTONIUM, N.1, 15-10-1949



2 commenti:

Unknown ha detto...

Una bellissima opera questa de Barone Luigi Genova, che purtroppo oggi è lasciata all'abbandono, quando potrebbe ancora essere utilizzata per gli stessi scopi di un tempo.

Unknown ha detto...

che bella favola! la realtà è stata tutt'altro. ..