Questa sera, in occasione della festa di Sant’Antonio di Padova, si rinnova
la tradizionale processione per le strade del centro storico con la
partecipazione di tanti bambini.
Cogliamo
l’occasione per ripercorrere brevemente le tappe più importanti della storica
chiesa vastese, intitolata al Santo di origini portoghesi, che
affonda le
radici agli inizi del XIII secolo, quando, secondo la tradizione, venne
edificata da San Francesco d’Assisi per permettere che vi officiassero i frati
Minori Conventuali.
L’interno
della chiesa, così come la vediamo oggi, risale a centonovanta anni fa,
esattamente al maggio del 1723, quando venne interamente decorata in stile
barocco a spese di D. Carlo de Nardis, ricco gentiluomo vastese e Priore della
Confraternita di Sant’Antonio.
La chiesa andò in decadimento dopo la soppressione
degli ordini religiosi, nel 1809, quando i frati furono costretti ad
abbandonarla.
Nel 1875, Don Cesario Marchesani, cappellano della
chiesa, recatosi a Roma per il Giubileo, rimase impressionato dalla tribuna in
bronzo del Bernini, che Papa Urbano VIII aveva fatto costruire sopra l’altare
maggiore. Quindi, tornato a Vasto, diede incarico di progettare una tribuna per
la sua chiesa, prima all’ing. Pietro Romano, il quale, dotato di buon senso,
rifiutò di deturpare l’interno della chiesa, e poi ad un altro ingegnere meno
scrupoloso, che progettò una tribuna in stile corinzio, mentre tutta la chiesa
era in stile barocco.
L’opera venne presto realizzata e sulla parte frontale
della cornice, don Cesario fece collocare un grande stemma pontificio con la
scritta
PIVS. P. IX. A. D. 1878.
Si ricorda che quando il pittore Filippo Palizzi tornò
a Vasto nell’estate dell’anno successivo, quando vide quello sconcio esclamò: “Quel che non fece il Saraceno a Buca, ha
fatto Don Cesario a S.Antonio!”.
Dopo i lavori di restauro effettuati per le cattive
condizioni in cui versava il tetto della chiesa, scoppiò una polemica tra le
pagine de Il Vastese d’Oltre Oceano,
affinché si abbattesse la tribuna di ordine corinzio. Grazie anche al parere
favorevole del direttore dei lavori Ing. Antonio Izzi, nell’ottobre del 1928, la tribuna venne
finalmente abbattuta.
Durante i lavori di restauro, dietro l’altare
maggiore, venne scoperto sotto un vano alto 2,70 metri e largo 1,60 dove si
conservavano le figure modellate in gesso della SS. Trinità con due angeli,
opera dell’artista vastese Andrea Marchesani. Inoltre, era visibile la seguente
iscrizione:
Qui esisteva
la nicchia del Crocifisso
che attualmente esisteva nella chiesa
di S. Pietro che abbusivamente
l’ànno preso col nome d’im-
prestito e quindi se ne sono
resi padroni sotto il priorato
di Giuseppe Naglieri nell’anno 1825.
Nel novembre del 1855
sotto il priorato del sig. D
Pietro Marchesani e per
cura del Rettore e Cappel-
lano D. Cesario mansionario Marchesani
fu costruito a Basso rilievo
la SS.ma
Trinità dall’
artefice Andrea Mar-
Chesani.
Un’altra scoperta, decisamente di altro tenore, venne
fatta l’8 giugno del 1928, durante i lavori di rifacimento del soffitto: sotto
un mucchio di terriccio e di tegole rotte, i muratori Michele Ercolano e
Concezio Pepe rinvennero una cassetta di legno ben conservata con all’interno
il corpicino di un neonato avvolto in un pannolino. Il fatto venne denunciato
alle autorità competenti, i quali compirono delle indagini per cercare di
stabilire l’epoca della morte del neonato e far luce sul mistero.
In occasione del settimo centenario della morte di S.
Francesco, il 19 maggio 1927, una lapide venne murata sulla facciata della
Chiesa:
PAX ET BONUM
IL SIGNORE TI BENEDICA
E TI CUSTODISCA
TI MOSTRI LA SUA FACCIA ED
ABBIA DI TE MISERICORDIA
RIVOLGA VERSO DI TE IL SUO VOLTO
E TI DIA PACE
VII CENTENARIO
DELLA MORTE DEL PATRIARCA
S.FRANCESCO DA ASSISI
VASTO MAGGIO MCMXXVII
A CURA DELLA CITTADINANZA
E DEI PP. CAPPUCCINI
L’altra iscrizione, dedicata al Santo Taumaturgo
Antonio di Padova, fu murata sulla facciata della chiesa nel giugno del 1946,
quando il Santo fu dichiarato Dottore Evangelico della Chiesa Universale.
AL SANTO TAUMATURGO
ANTONIO DI PADOVA
DICHIARATO SOLENNEMENTE
DOTTORE EVANGELICO
DELLA CHIESA UNIVERSALE
IL XVI GENNAIO MCMXLVI
GIORNO SACRO
AI PROTOMARTIRI FRANCESCANI
I DEVOTI CITTADINI
CELEBRANDO
IL FAUSTO AVVENIMENTO
OFFRONO PIAMENTE
AL NUOVO MAESTRO
DELLA CRISTIANA DOTTRINA
PROMETTENDO
DOCILITA’ OBBEDIENZA AMORE
VASTO 13 GIUGNO 1946
L’ex convento francescano venne in un primo tempo
adibito a sottoprefettura, poi a Museo ed infine utilizzato come struttura
scolastica, fino alla demolizione a causa della frana del 1956.
All’interno della chiesa, oltre al Crocifisso,
pregevole opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo, proveniente dalla
chiesa di San Pietro, si conservano tre pregevoli statue: quelle di Sant’Antonio
e di San Francesco (XVI sec.) e quella dell’Immacolata Concezione, oltre ad
altre statue e reliquie provenienti dalla demolita chiesa di San Pietro.
Lino Spadaccini
1928 |
1928 |
1925 |
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