Sul problema dell'alto numero di cinghiali presenti sul territorio è stato convocato un tavolo regionale. Camillo D'Amico (PD) invia una dettagliata lettera al Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio sulle soluzioni che si possono adottare. "Dal tavolo regionale - scrive il consigliere - è emerso che le province potevano, possono e potranno agire in caso di emergenza con apposite motivate ordinanze dei rispettivi presidenti o “regolamenti di scopo” approvati dai consigli. Questo è ammesso anche in aree vietate alla caccia, come le riserve, purchè il tutto sia concordato con i sindaci interessati che dovranno emettere apposite ordinanze ed il necessario concerto delle ASL, A.T.C. e forze di polizia. Il problema dell’alto
numero di cinghiali, nella nostra provincia, è sempre più una vera e propria emergenza sociale; non è più tollerabile alcun ulteriore ritardo o rinvio".
In sostanza D'Amico dice che si possono cacciare i cinghiali anche a Punta d'Erce, risolvendo un serio problema. Vediamo se la Provincia su muove.
numero di cinghiali, nella nostra provincia, è sempre più una vera e propria emergenza sociale; non è più tollerabile alcun ulteriore ritardo o rinvio".
In sostanza D'Amico dice che si possono cacciare i cinghiali anche a Punta d'Erce, risolvendo un serio problema. Vediamo se la Provincia su muove.
ECCO IL TESTO INTEGRALE
Egregio
Dr. Enrico DI GIUSEPPANTONIO
Presidente
Amministrazione Provinciale
c.so
Maruccino, 97
66100 CHIETI
Oggetto: PROBLEMATICA CINGHIALI;
Egregio Signor PRESIDENTE,
lo scorso 31 Maggio ho partecipato all’importante
incontro convocato dall’assessore regionale alla Caccia, Pesca ed Agricoltura,
Mauro Febbo, sull’ancora non risolto problema dell’alto numero di cinghiali
presenti sul territorio.
Personalmente ero all’incontro per conto
dell’Organizzazione Professionale Agricola cui appartengo (COPAGRI), che lo
aveva anche formalmente, ma erano lì presenti: i rappresentanti delle quattro
prefetture provinciali, delle altrettanto amministrazioni e delle altre tre
OO.PP.A.A. Coldiretti, CIA e Confagricoltura.
Dal tavolo è emerso che ogni singola provincia
sinora s’è mossa in maniera spontanea ed indipendente senza una quadro di regìa
regionale ; questo è dipeso sia dalle flessibilità offerte dalla vigente legge
(L.R. 10/2004) che dalle volontà si sono succedute dalle singole
amministrazioni provinciali.
Rammarica molto il fatto che, in quella sede, la
provincia di Chieti è risultata inadempiente pur avendo, la precedente amministrazione, redatto un apposito
regolamento teso al contenimento della specie cinghiale. Il testo fu
molto concertato con tutti i portatori d’interesse ed approvato sul
finire di legislatura con una confusa opposizione di merito delle forze politiche,
allora all’opposizione, che oggi sostengono la sua maggioranza.
Per solo onore di cronaca giova ricordare che,
capofila dell’opposizione “strumentale” delle organizzazioni venatorie era
l’attuale consigliere delegato, il collega Giovanni Staniscia, il quale,
diventato organo rappresentativo del governo dell’ente, oltre all’immediato
“congelamento” del regolamento non ha poi prodotto alcuna idea risolutiva ne
alternativa nonostante in consiglio assunse l’oneroso impegno di produrne
un'altra “….entro un mese(!)”.
Dal
tavolo regionale è emerso che le province potevano, possono e potranno agire in
caso di emergenza con apposite motivate ordinanze dei rispettivi presidenti o
“regolamenti di scopo” approvati dai consigli.
Questo è
ammesso anche in aree vietate alla caccia, come le riserve, purchè il tutto sia
concordato con i sindaci interessati che
dovranno emettere apposite ordinanze ed il necessario concerto delle ASL,
A.T.C. e forze di polizia.
Il
problema dell’alto numero di cinghiali, nella nostra provincia, è sempre più
una vera e propria emergenza sociale; non è più tollerabile alcun
ulteriore ritardo o rinvio. Il tempo dei pagamenti dei “dazi elettorali”a
quella minoritaria parte dei cacciatori
che, dell’illegale caccia ne hanno un vero e proprio mestiere, è finito da
tempo.
Chiedo a Lei una decisa azione per produrre una
determinazione urgente per incidere sul problema in maniera concreta e dare un
segnale visibile, certo e risolutivo al territorio inteso nella sua più ampia
accezione.
Questo era uno dei tanti temi sulle quali, la
provincia, avrebbe potuto dare un segnale concreto di “ente utile” ma è stata
un'altra occasione persa.
Con l’immutata stima di sempre La saluto
cordialmente.
Chieti
14 Giugno 2013
Camillo D’AMICO
Consigliere Provinciale e Capogruupo P.D.
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