giovedì 11 aprile 2013

Ritrovati due preziosi documenti della SOCIETA' DEGLI ORTOLANI di Vasto 1914

Il 14 giugno 1914 fu costituita a Vasto la “Società degli Ortolani”. Aveva il compito di fornire  un lavoro  ed un sussidio a chi era rimasto senza orto; di assistere gli associati nelle questioni amministrative; di ricomporre le liti sul regime delle acque (per esempio le acque dell’Angrella venivano utilizzate, secondo un preciso calendario, fra i diversi ortolani); svolgere una attività equilibratrice fra le richieste dei proprietari dei terreni e gli ortolani stessi. Durante le nostre ricerche per il libro “Gli Ortolani di Vasto”, da Beniamino Fiore  abbiamo avuto copia di un piccolo opuscolo sulla benedizione della bandiera della Società degli Ortolani avvenuta il 28 settembre 1914.
La bandiera della Società degli Ortolani del 1914,  opportunamente restaurata, mostrata alla presentazione del libro  "Gli Ortolani di Vasto". (Nella foto il portabandiera Michele D'Adamo scomparso di recente) 

 Questa è la cronaca della giornata da
un giornale dell’epoca: “Oggi è stata inaugurata la bandiera della Società degli Ortolani di Vasto, con l'intervento delle altre società locali: del Tiro a Segno, di Mutuo Soccorso fra gli operai, dei muratori, dei pescivendoli e dei calzolai. Il corteo, preceduto dalla banda municipale “Città di Lanciano”, ha attraversato via del Vescovado, via Bebbia, sostando dinanzi alla Cattedrale per la cerimonia della benedizione della bandiera – cui ha fatto da padrino l'ortolano Di Carlo – e si è poscia recato alla sala della conciliazione, ove, dopo poche parole del presidente signor Antonio Spadaccini, ha pronunziato un nobile e patriottico discorso il pubblicista Silvio Monacelli, che è stato molto applaudito. E' stato quindi offerto ai numerosi intervenuti un vermouth d'onore. (“Il Fuoco”, n. 22 del 30 settembre 1914)

In  questi giorni mio cugino Nicolangelo D’Adamo, coautore del libro, con grande stupore ha trovato fra i vecchi ricordi di famiglia lasciati in un baule due preziosi documenti originali che si riferiscono proprio a tale sodalizio, opportunamente incorniciati. Il primo si riferisce alla benedizione della bandiera, 28 settembre 1914,  con tanto di firme autografe dei “testimoni”. Il secondo, del 6 novembre 1948, è un regolamento con tanto di sanzioni per i soci che non rispettano lo statuto.   
Ecco la trascrizione dei testi. Cliccare sulle foto per ingrandire e leggere.
NDA
L'originale (senza la cornice d'epoca) della benedizione della bandiera del 28 settembre 1914, con le firme autografe
VERBALE BENEDIZIONE BANDIERA DELLA SOCIETA’ DEGLI ORTOLANI
L’anno 1914, addì 28 Settembre dinanzi alla Chiesa Cattedrale, la Società degli Ortolani Vastesi, ha assistito alla benedizione e alla inaugurazione della loro bandiera sociale, dai colori nazionali con nastro bleu sul quale è la scritta, SOCIETA’ DEGLI ORTOLANI – VASTO 1914.
Ha funzionato da padrino il socio ortolano sig. Giovanni Di Carlo, fu Angelo.
Il Reverendissimo  Sig. Don Ernesto Can. Cianci si degnava benedire il vessillo facendone consegna alla presenza dei testimoni al Presidente Sig. Antonio Spadaccini di Cesario, il quale a nome della Società accettava il prezioso Tesoro.
Del che si è redatto il presente verbale che viene firmato come appresso.
Il Parroco Ernesto Can. Cianci
Il Padrino Giovanni Di Carlo
Il Presidente Antonio Spadaccini
I Testimoni Gelsomino Zaccagnini – Alfonso Sautto - Silvio Monacelli – Francesco Paolo Chinni
L'originale (senza la cornice d'epoca) del regolamento della Società degli Ortolani, del 1948
SOCIETA’ DEGLI ORTOLANI DI VASTO
REGOLAMENTO DEL 6 NOVEMBRE DEL 1948
Art. 1. Tutti i soci sono obbligati ad essere in possesso dello Statuto della Società.
Art. 2. Tutti i soci sono tenuti a presentarsi alle assemblee quando invitati. Si accettano giustificazioni solo per ragioni salutari e familiari le quali devono pervenire almeno due ore prima dell’ora fissata per l’assemblea.
Art. 3. Contro i trasgressori di cui all’art. precedente saranno presi i seguenti provvedimenti:
Pena pecuniaria di L. 100 (cento) per la prima assenza ingiustificata e radiazione dalla società per un anno in caso di recidiva, se trattasi di socio ordinario; pena pecuniaria di L. 200 (duecento) per la prima assenza ingiustificata e radiazione dalla società per due anni in caso di recidiva, se trattasi di socio appartenente alle cariche sociali.
Art. 4. Tutti i soci devono ottemperare alle deliberazioni del Consiglio.,. Contro i trasgressori saranno applicate le seguenti sanzioni: pena pecuniaria di L. 500 (cinquecento) e radiazione dalla società per due anni in caso di recidiva se trattasi di socio Ordinario.  Pena pecuniaria di L.1000 (mille) e radiazione dalla società per tre anni in caso di recidiva se trattasi di socio appartenente alle cariche sociali.
Art. 5) Nessun socio dopo le riunioni deve palesare a persone estranee alla Società circa l’andamento della Società, circa i provvedimenti adottati e circa le proposte avanzate dal Consiglio o da un membro qualsiasi della Società. Contro i trasgressori saranno presi i seguenti provvedimenti: Pena pecuniaria di L. 1000 e radiazione dalla società per due anni in caso di recidiva se trattasi di socio Ordinario.  Pena pecuniaria di L. 2000 (duemila) e radiazione dalla società per tre anni in caso di recidiva se trattasi di socio appartenente alle cariche sociali.
Art. 6. Tutte le iniziativa che i vari membri della società intendono  proporre, devono essere prima comunicate al Presidente il quale giudica della possibilità o meno di discussione in sede di Consiglio.
Art. 7. Tutte le riunioni del Consiglio di Gestione della “Nettezza Urbana” devono essere comunicate al Presidente prima di aver luogo.
Art. 8. Qualsiasi fatto riguardante la società in caso di emergenza può essere trattato personalmente dal v. Presidente, dal Segretario e dai membri del Consiglio sotto la propria responsabilità. Il fatto stesso deve essere comunicato al Presidente il più presto possibile.
Art. 9. Qualsiasi socio radiato dalla società se è un appartenente alla ripartizione della “Nettezza Urbana” perde, per conseguenza,  ogni diritto a tale assegnazione.

Dato in fede Addì 6 del mese di Novembre del 1948
Il presente Regolamento entra in vigore quindici giorni dopo la presente data.
Visto IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE  F.TO SPADACCINI CESARIO 
IL PRESIDENTE   F.TO  FIORE

Nicolangelo D’Adamo racconta: “L’emozione di un ritrovamento”
Non capita spesso di mettere in ordine vecchie carte, fotografie, lettere, cartoline d’epoca, oggetti  di famiglia stipati in un baule ed imbattersi in due documenti a lungo cercati e mai trovati. Documenti strettamente legati, nel mio caso, alla ricerca su “Gli Ortolani di Vasto”, condotta da me e mio cugino Nicola e pubblicata non più tardi di tre anni addietro. Tra le mani avevo, incorniciati e perfettamente conservati, gli originali del “Verbale della Benedizione della Bandiera della Società degli Ortolani” del 28 settembre del 1914 ed il Regolamento della “Società degli Ortolani” del 6 novembre 1948.
Appena ripresomi dalla sorpresa, ho letto velocemente i due testi fermandomi con commozione sulle firme autografe dei protagonisti di quelle stagioni cittadine. Ad assistere  alla benedizione della bandiera della  neonata “Società degli Ortolani”, davanti alla Cattedrale di S. Giuseppe, furono invitati ben cinque testimoni: oltre al Presidente del Sodalizio Sig. Antonio Spadaccini,  quattro nomi eccellenti della Vasto del 1914: Gelsomino Zaccagnini, Alfonso Sautto, Silvio Monacelli, Francesco Paolo Chinni. Padrino fu Giovanni di Carlo e ad officiare la benedizione fu il canonico Ernesto Cianci. Il Regolamento della Società degli Ortolani venne invece firmato da Cesario Spadaccini, per il Consiglio di Amministrazione e dal Presidente Fiore.
Se il verbale della Benedizione della Bandiera colpisce per il puntuale resoconto della liturgia d’epoca di quel rito, a testimonianza della particolare importanza che veniva data a quella cerimonia religiosa (a chi verrebbe in mente oggi di benedire la bandiera di un sodalizio con tutti quei protagonisti?), la lettura del Regolamento della “Società degli Ortolani”, antesignana della successiva COLDIRETTI, stupisce maggiormente per la precisa, quasi pedissequa, elencazione delle graduali sanzioni  per coloro che disertavano, senza valida giustificazione, le assemblee dei soci, ma anche per coloro che raccontavano ad estranei la vita interna della “Società”.
Molto significativo è l’art. 9 del Regolamento, perché  rivelatore della particolare importanza, anche economica, che allora veniva data alla raccolta e distribuzione dei “Rifiuti Urbani” utilizzati per la concimazione degli orti. La sanzione della “radiazione” (temporanea) dalla “Società” comportava , infatti, per tutto il tempo previsto dal provvedimento, anche l’esclusione dalla quota di “Rifiuti Urbani” che veniva assegnata a ciascun ortolano. Se l’esclusione da quella assegnazione veniva prevista come pena aggiuntiva alla radiazione, evidentemente doveva avere un peso economico notevole. Ed in effetti alcuni ortolani non disdegnavano anche la raccomandazione pur di avere più di una quota plurisettimanale di Rifiuti. Il servizio di raccolta era a totale carico dell’Amministrazione comunale che distribuiva i rifiuti urbani ai vari orti, prevalentemente in primavera ed autunno,  in base ad un calendario predisposto dalla “Società degli Ortolani”; negli altri periodi i rifiuti venivano portati alla discarica comunale (contrada Due Valloni). 
NICOLANGELO D’ADAMO

2 commenti:

maria ha detto...

Immagino l'emozione...
Certo, dopo aver letto gli articoli, mi viene in mente quanti oggi, a livello politico, fanno varie critiche ad esempio a Grillo accusandolo di non essere democratico...
Per quanto riguarda i rifiuti urbani, inerente all'umido o composta, mi vengono in mente le attuali persone che coltivano l'orto o il giardino e che inorridiscono se un gatto ci va a fare il bisognino o se qualche bimbo ci butta anche solo un torsolo di mela, e poi, vanno in "grandi ditte rinomate" a comprare... concime naturale.
Sull'aspetto religioso non mi pronuncio, poichè non ho ancora compreso dove c'è realmente fede e dove solo costume ed usanze.

Unknown ha detto...

il padrino Giovanni DI Carlo era mio nonno,ma essendo nata una decina d'anni dopo che lui era morto,non ho mai saputo che lui fosse uno dei firmatari della società'.Sapevo che organizzava i pellegrinaggi x la devozione a S. Nicola di Bari...Ho vissuto fuori l'Abruzzo e da pensionata ho deciso di vivere nella città dei miei avi e mi fa piacere scoprire nuove cose sulla mia famiglia di origine.