venerdì 15 marzo 2013

Turismo: puntare sulla "Qualità" o sul "Low cost"?

da Enzo La Verghetta (Roma) riceviamo e pubblichiamo:
Enzo La Verghetta
E’ l’ora della qualità
L’inserto economico di La Repubblica di lunedì scorso proponeva un’approfondita analisi sulla chiusura dello stabilimento di Monopoli della Bridgestone. Le motivazioni della decisione di questa multinazionale giapponese sono da ricercare nell’adeguamento della strategia industriale a quella delle altre industrie del settore.  Obiettivo concentrarsi sulla qualità e abbandonare prodotti a basso profilo che si confrontano a livello di prezzi /costi con prodotti cinesi che hanno sempre il vantaggio, come in altri settori, del basso costo del personale. Purtroppo a Monopoli si producevano pneumatici per la fascia bassa di mercato, gran parte indirizzati allo stabilimento Fiat di Melfi. Anche quest’ultima si sta convertendo per produrre auto per la fascia medio alta, i SUV, e di conseguenza abbandona  quella tipologia di pneumatici non adeguata alle
esigenze dei clienti di auto di fascia medio alta che richiedono gomme di qualità anche se più costose. Prodotti con alto valore aggiunto e che sono compatibili con i salari europei e che procurano utili ai produttori, come da esempi citati.
Quest’analisi giornalistica è un’ulteriore testimonianza che in Italia l’unica la strada da intraprendere è quella di un’offerta di qualità con prodotti e servizi che con un consistente valore aggiunto possono remunerare i nostri costi. Il marchio “made in Italy” già oggi, per alcune tipologie di prodotti, è percepito, soprattutto all’estero, come il giusto rapporto prezzo bene/servizio, messaggio che occorre allargare al maggior numero di nostre offerte. Questo deve valere anche per la nostra Vasto, infatti, le città turistiche che hanno scelto la strada della qualità stanno incrementando le presenze perché sinonimi di vacanze ad alto valore aggiunto, meno giorni di presenza ma più ore da ricordare con nostalgia. A questo punto, come cittadini vastesi, dobbiamo domandarci, quale sarà la strategia della nostra prossima estate? Ci andremo a confrontare con offerte a low cost? Questo pur sapendo di rischiare di essere perdenti nell’iniquo confronto con proposte come quella romagnola, che riesce anche a proporsi a prezzi concorrenziali offrendo tanto a giovani e meno giovani. Oppure punteremo sulla qualità? Certo si dovrà anche archiviare il: “Ti bastono e poi chi si è visto si è visto”, atteggiamento riscontrabile in molte proposte turistiche meridionali. Anche questo un approccio sempre più rischioso, per il passa parola che con internet ha raggiunto picchi inimmaginabili. Certo siamo tutti d’accordo sul principio, ma quando poi si scende alla formulazione di una proposta valida qualità/ prezzi iniziano le grosse perplessità operative e si parte con lo scarica barile fra privato e pubblico. Occorre  convincersi a tutti i livelli che si deve partire in tempo investendo risorse per programmare una proposta efficace con una campagna adeguata e mirata agli effettivi potenziali clienti. Questo solo come primo passo, che dovrà essere seguito da un approccio e da fatti in linea con quanto promesso.
L’estate sta arrivando ed è già l’ora di domandarci a livello cittadino, privati e amministrazione pubblica, se siamo pronti per la programmazione di un’offerta  qualificata  necessaria alla sopravvivenza del settore turistico.
Abbiamo risolto i tanti problemi dello scorso anno e quelli che si sono creati quest’inverno?  Ad esempio, Il fosso marino è Ok, la passeggiata di fronte alla Sirenetta, eletta immagine della nostra città, è di nuovo agibile? Tralascio di elencare gli altri problemi da risolvere perché sono già a conoscenza di chi dovrebbe intervenire e dei cittadini che attendono le soluzioni.
Dobbiamo essere consapevoli che il futuro di Vasto e la fuga dei giovani non si risolve con la presenza del tribunale, o con il nuovo ospedale o con l’illusione di una sede universitaria, ma si può ottenere, anche se non in modo esaustivo, con una seria e adeguata proposta turistica. Il mese del brodetto può essere il “La” della stagione ma non la “pozione di Asterix” del nostro turismo. Sarebbe, poi, interessante conoscere numeri alla mano, il ritorno di questa manifestazione in termini di presenze certo non dei locali o del nostro circondario, clienti abituali. Sì, è un piatto da oscar, ma non può giustificare se lasciato isolato tanti chilometri da percorrere per gustarlo. Attrezziamoci per testare la validità di tutte le proposte turistiche che andremo ad offrire, attraverso una rilevazione e un’analisi dei risultati reali ottenuti, andando oltre le sensazioni da quattro amici al bar. Questo per imparare a non ripetere gli  errori e per potenziare le proposte che hanno avuto successo.
Non è la prima né l’ultima volta che propongo queste riflessioni. Saranno inutili? Questo è il mio modo di vivere il mio amore, anche da 300 Km, per “ndo so nate” .
ENZO LA VERGHETTA

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