di Lino Spadaccini
19 marzo festa di S. Giuseppe ed anche festa del papà.
Questa festa è molto sentita nella nostra città in quanto
sono tanti coloro che hanno questo nome (ma anche Peppino, Giuseppina, Pino,
Pina, Peppe, ecc.), anche per la presenza della Cattedrale di S. Giuseppe,
chiamata così
dal 1808 in onore di Giuseppe Bonaparte.All’interno della chiesa oltre alla statua lignea del XIX secolo, che viene portata in processione ogni cinquanta anni, è interessante il ciclo di dipinti nelle lunette delle due pareti laterali, con le tappe fondamentali della vita di S. Giuseppe: dalla nascita di Gesù, alla fuga in Egitto fino alla bella immagine del momento del trapasso tra le braccia di Gesù.
E come per ogni festa, anche la festa di S. Giuseppe ha il
suo buon dolce: le famose zeppole fritte o cotte al forno, farcite con crema
pasticcera e guarnite con un’amarena sciroppata.
Espedito Ferrara sulle pagine dell’Histonium a proposito della festa di S. Giuseppe scriveva: “È un santo popolarissimo non solo in
Abruzzo, ma in tutto il mondo, forse perché nella sua condizione di umile
lavoratore, di padre di famiglia è più vicino al nostro cuore e alla nostra
situazione umana”. E sulla prima famiglia cristiana, in Abruzzo si ricorda
una graziosa composizione, trascritta sempre da Espedito Ferrara, che recita
così:
Ggesù Bbambine va pe
la case;
arrive la mamme, je dà
nu vasce
e le métte ‘n
cunnulélle:
“Fa la nanne,
Bbambinèlle…”
Lu Bbambine gnè na
rose
San Giuseppe
vicchiarèlle
nghe na nnocche a lu
cappèlle
nghe na mazza fijurite
San Giuseppe fa lu
zite.
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