mercoledì 27 febbraio 2013

Le frane di Vasto (10): LA FRANA DEL 1956 DISTRUSSE ANCHE L'ASILO DELLE SUORE "FIGLIE DELLA CROCE"

Vittime della frana del 22 febbraio 1956 furono anche le suore delle Figlie della Croce, presenti dal 1879 in Via Lago, nell’edificio donato dall’arcidiacono Giacomo Tommasi per istituirvi una scuola cattolica. Preso in carico il fabbricato, le suore lo ristrutturarono nel migliore dei modi con stanze e arredamento idoneo per ospitare le classi dell’asilo, della scuola elementare ed un laboratorio di ricamo per le giovani.
Come tutta la popolazione presente nella zona orientale di Vasto, in prossimità del Muro delle Lame, anche le suore delle Figlie della Croce hanno vissuto quei tragici momenti in prima persona.
Il loro triste destino sembrava ormai segnato: tutta la zona era già stata evacuata per le profonde lesioni apparse su Via Adriatica, che non lasciavano presagire nulla di buono. Solo alle suore era stato concesso di rimanere nell’istituto per qualche giorno in più.
Quella notte nessuna delle dodici suore dell’asilo aveva pensato di dormire”, raccontò Giorgio Pillon in
ALL'INTERNO FOTO INEDITE
un commovente articolo apparso agli inizi di marzo sulla Settimana Incom, “Riunite in cucina, le religiose erano rimaste in preghiera fino all’alba. La cappella era stata chiusa per ordine del vicario. Sgombrate e chiuse erano state anche una ventina di altre stanze poste sul lato orientale minacciato dalla frana. All’alba, prima ancora che si alzasse sull’orizzonte (un sole di fuoco in un cielo limpidissimo) le suore avevano cominciato a prepararsi. Alle sette sarebbero giunti i pompieri. Caricati su alcuni camion tutte le masserizie, le dodici suore avrebbero lasciato per sempre quel loro istituto che un benefattore aveva regalato all’ordine delle Figlie della Croce novanta anni prima”.
Le suore non avrebbero lasciato la struttura fino a quando non avessero portato via la pisside dorata con il Sacramento. E poco prima delle 11 del mattino, proprio mentre don Michele Ronzitti prendeva la pisside in mano e se la stringeva al petto, si udì il boato della frana ed il crollo inesorabile degli edifici e del muraglione. Per miracolo, l’asilo non crollò subito e don Michele e le suore poterono mettersi in salvo.
Attraverso l’appello lanciato sul periodico locale Histonium, cominciò una raccolta fondi per la ricostruzione, in tempi brevi, di un nuovo e funzionale istituto. Da più parti non tardarono ad arrivare adesione con donazioni, dalle più piccole alle più importanti.
Michele Cicchini, a nome dei residenti di Detroit, insieme all’offerta, inviò una lettera indirizzata al Sindaco: “Egregio si. Sindaco, a nome dei vastesi residenti a Detroit esprimo il nostro dolore alla notizia della terribile frana di Vasto. Anche se tanto lontani dalla Patria e dalla cara Vasto, il nostro pensiero è sempre là, nel paese che ci ha dato i natali… Commosso da tale tragedia, mi sono rivolto alle poche famiglie vastesi residenti a Detroit e con grande soddisfazione sono riuscito a raccogliere la somma di duecentodiciassette dollari”.
La piccola Rina Di Cicco, in una lettera indirizzata a Suor Angela Teresa, scrisse: “Io mi trovo bene, frequento ancora la 3. Classe. L’anno scorso mi è stato molto duro, ma quest’anno vado molto bene e spero che l’anno prossimo passerò in 4. Abitiamo vicino alla chiesa Italiana da poco costruita, così non trascuriamo mai i doveri religiosi e così pregherò la Madonnina che vi possa ridare tutto il necessario per continuare il vostro lavoro. Saluti a tutti i miei compagni di scuola. Vi bacio la mano e vi ricordo sempre”.
Il 2 dicembre 1956, da New York, Umberto Bottari scrisse una lettera alla Madre Superiora delle figlie della Croce: “Rev.ma madre Superiora, con dolorosa angoscia appresi la notizia del disastro che ha colpito la zona più bella della nostra cara Città e, in modo particolarmente triste, ho considerato la difficile situazione nella quale si sono venute a trovare le buone Suore della Croce, che, con vero spirito di sacrificio e di abnegazione, da quasi un secolo, svolgono a Vasto la loro infaticabile opera di educazione e di bene per le anime. Sinceramente immedesimato nel loro caso, mi rendo conto degli ostavoli e delle incertezze che si parano alla lodevolissima intenzione di intraprendere la costruzione di un nuovo Istituto, tanto costoso quanto necessario per le finalità insite nella sua stessa vita futura, in continuazione del luminoso passato di cui già diverse generazioni hanno beneficiato”. 
Molte donazioni arrivarono da gente sconosciuta, impietosita dall’appello rivolto attraverso le pagine della Settimana Incom, grazie al commovente racconto scritto da Giorgio Pillon.
Le suore per alcuni anni furono costrette a peregrinare in vari locali, fino al 1959, quando venne inaugurato il nuovo Istituto, in Via Madonna dell’Asilo, dove ancora oggi si trova.
Lino Spadaccini
PRIME COMUNIONI







Nessun commento: