MARIANNA LALLA, 39 anni, medico-chirurgo, specialista in
Chirurgia Pediatrica, da 3 anni
a Londra. Università e Specializzazione a Bologna; 5 anni e mezzo
in Danimarca per ottenere il PhD in Urologia Pediatrica e Master in
Public Health. Fellowship di due anni e mezzo a Londra, dove è poi
rimasta. Parla inglese e danese a livello universitario, buona conoscenza di
spagnolo, portoghese, francese e tedesco.
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Dopo la maturità a Vasto, mi sono trasferita a Bologna dove ho fatto università e specializzazione. D’estate ho sempre lavorato in ospedali all'estero per mezzo di borse di studio internazionali. Poi ho avuto la fortuna di mandare il mio curriculum in Danimarca per fare ricerca e sono stata accettata, prima - mentre ero ancora in specialità – a breve termine e poi
in maniera sostanziale dalla fine della specialità.
In Danimarca cos’hai fatto?
All'Università
di Aarhus in 5 anni ho ottenuto due titoli universitari:il primo,
il PhD, dottorato di ricerca internazionale in medicina, ricerca svolta
in ambito di Urologia Pediatrica con uso di metodiche di biomeccanica e modelli
sperimentali su animali; il secondo titolo che ho ottenuto è stato il Master in
Public Health, svolto in collaborazione con il famoso ospedale pediatrico Great
Ormond Street di Londra. La tesi di master è stata scritta in economia
sanitaria su un tema di patologia congenita molto rara e complessa dal punto
chirurgico nell'area dell'Urologia Pediatrica.
L’idea di trasferirti a Londra?
Durante
i vari congressi, mentre presentavo i risultati della mia ricerca, ho
conosciuto il capo del dipartimento di Urologia Pediatrica del Great Ormond
Street Hospital, che mi ha prospettato la possibilità di fare la fellowship
europea a Londra e cosí alla fine del PhD ho fatto il concorso e Londra
fu...
Quante lingue parli, oltre l’italiano?
Ho imparato l'inglese da piccola, visto che sono andata alle elementari private dalle Suore Figlie Della Croce in via Madonna dell'Asilo e poi a lezioni private da un’insegnante di madre lingua, Julie Meldrum. Ovviamente negli anni successivi ho sempre più approfondito tale lingua. In Danimarca poi ho imparato il danese; e ora parlo correntemente ambedue a livello universitario. Comunque me la cavo molto bene anche con spagnolo, portoghese, francese e tedesco. …Sono molto portata per le lingue, ma questo l'ho scoperto solo dopo i 20 anni!
Ho imparato l'inglese da piccola, visto che sono andata alle elementari private dalle Suore Figlie Della Croce in via Madonna dell'Asilo e poi a lezioni private da un’insegnante di madre lingua, Julie Meldrum. Ovviamente negli anni successivi ho sempre più approfondito tale lingua. In Danimarca poi ho imparato il danese; e ora parlo correntemente ambedue a livello universitario. Comunque me la cavo molto bene anche con spagnolo, portoghese, francese e tedesco. …Sono molto portata per le lingue, ma questo l'ho scoperto solo dopo i 20 anni!
In che cosa consiste il tuo lavoro ?
Lavoro
in un ospedale pediatrico, faccio il chirurgo e opero bambini dalla nascita
fino ai 16 anni. Piccoli pazienti con malformazioni congenite, con cui ci
si nasce (non le si eredita); oppure dovute a errori durante lo sviluppo
dell'embrione o del feto.
Il tuo è un ambiente internazionale molto stimolante, da italiana come
ti trovi?
Lavoro
con gente di tutto il mondo, bisogna adattarsi ai diversi modi di pensare e a
diverse tradizioni. Ad esempio l’approccio ai vari problemi, allo stress e al
dolore, viene visto in maniera molto diversa da uno scandinavo, da un turco o
altri. Gli italiani di solito sono ben visti perché seri e lavoratori,
determinati, abituati a lunghe ore di lavoro, turni massacranti e anni di
sacrifici (ma mi dicono che ora la specialità sia molto piú leggera.. ai miei
tempi si lavorava 100 ore a settimana senza giorni di riposo e chi si stancava
o crollava veniva considerato non adatto alla chirurgia…). Poi gli italiani
piacciono per diverse altre ragioni come la voglia di godersi la vita, la
voglia di ridere e scherzare e anche per il cosiddetto "temperamento"
(classica sfuriata di 3 secondi che passa subito, che viene vista meglio del
rancore a lungo termine).
Tu lavori in un campo molto specialistico, cosa hai fatto per acquisire
le giuste competenze?
Beh,
il percorso me lo sono un po' cercato e un po' inventato, visto che é stato
sviluppato in 3 paesi europei. Direi, se tornassi indietro forse farei la
specializzazione negli Stati Uniti o Sudafrica e la fellowship in Canada. Ma
questo con il senno di poi…
Che progetti hai per il tuo futuro?
La
pensione… scherzo…
E con Vasto come la metti?
Se
potessi lavorare a Vasto o nelle vicinanze tornerei volentieri, anche se poi a
Londra si sta davvero bene. Però la qualità della vita e il sole di Vasto sono
impagabili!!
Cosa consigli ai giovani vastesi che intraprendono l’università o sono
in cerca di lavoro?
Ascoltarsi
bene, capire chi si è davvero e quello che si vuole fare davvero (non quello
che va di moda o quello che qualcuno vuole per noi), chiedere in giro a chi sa
o fa quel lavoro, informarsi bene prima della scelta, capire bene i pro e
contro dello stile di vita che si va a scegliere e poi tuffarsi come un pesce
nella corrente ed essere determinati come un salmone fino alla meta finale
senza lasciarsi distrarre. Poi se va fatta male, pazienza, a volte cambiare è
meglio che rimanere ancorati a un lavoro che distrugge dentro.
Per
chi vuole fare il medico consiglio di andare a vedere cosa significa questo
lavoro (ci sono tanti modi di fare il medico, nel senso che anche gli stili di
vita legati alla specializzazione sono diversissimi). In generale è uno studio
lungo e pesante, che in realtà non finisce mai, perché bisogna continuare ad
aggiornarsi tutta la vita se si vuole stare al passo ed evitare errori mortali.
È un lavoro serio e con molta responsabilità ed impegni, che con gli anni può
pesare. Però se piace é molto stimolante ed è anche limitatamente creativo.
Ringraziamo Marianna Lalla, chirurgo pediatrico in carriera a
Londra, per la sua ampia disponibilità e soprattutto per il suoi preziosi
suggerimenti ai giovani. Ha spiegato in modo chiaro che chi va all’università
deve assolutamente “informarsi bene prima della scelta” sugli sbocchi di lavoro
e sullo stile di vita di quella professione. Per esempio fare il medico
richiede un aggiornamento continuo per tutta la vita, responsabilità e impegni
che “con gli anni possono pesare”. Invitiamo i nostri giovani lettori a
riflettere su questi preziosi consigli.
A Marianna i nostri migliori auguri di tanti successi professionali per
il futuro.
NICOLA D’ADAMO
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